Guerra aerea, invenzione italiana
lunedì 9 dicembre 2013
Giulio Douhet
Eric Lehmann: La guerra dell’aria. Giulio Douhet, stratega impolitico, il Mulino, pp. 226, e 20
Risvolto
Il volume ricostruisce la vicenda di Giulio Douhet
(1869-1930), primo teorico del bombardamento strategico e difensore
dell’indipendenza dell’arma aerea, autore del trattato «Il dominio
dell’aria» (1921). Ufficiale intransigente, pur di diffondere la sua
visione della politica aerea e militare italiana, Douhet non esitò a
entrare in conflitto con i superiori, pagando anche con il carcere le
proprie convinzioni. Attraverso la sua accidentata carriera il volume
riflette sul contesto politico, militare e tecnologico dei primi
decenni del Novecento, caratterizzati dallo sviluppo dell’arma aerea e
dagli sconvolgimenti epocali scaturiti dalla guerra industriale.
Eric Lehmann insegna al liceo francese di Torino.
Studioso di storia aeronautica e militare, ha pubblicato «Le ali del
potere. La propaganda aeronautica nell’Italia fascista» (Utet, 2010).
Guerra aerea, invenzione italiana
Guerra aerea, invenzione italiana
La Lettura 8.12.13
Come ha scritto uno degli storici militari italiani più importanti,
Giorgio Rochat, a Giulio Douhet (1869-1930, l’antesignano delle teorie
sul «dominio dell’aria») è toccata la stessa sorte di Niccolò
Machiavelli: quella cioè di essere più studiato all’estero che in
patria. A colmare questa lacuna viene pubblicata in questi giorni dal
Mulino la biografia di Eric Lehmann, La guerra dell’aria. Giulio Douhet,
stratega impolitico (pp. 226, e 20), che ha il merito di analizzare per
la prima volta i diari e le corrispondenze del soldato visionario,
autore del classico Dominio dell’aria (prima edizione 1921, poi ampliata
e riscritta), che già prima della Grande guerra in una serie di
articoli e saggi analizzava le possibilità militari della
«aeronavigazione». Ma è durante il conflitto mondiale che questo
ufficiale nato a Caserta, ma di origine savoiarda, elaborò, in stretto
collegamento con l’ingegner Gianni Caproni, le sue teorie
sull’importanza strategica dell’aviazione. È stato documentato che nella
seconda metà del 1917 il costruttore di velivoli Caproni consegnò agli
inviati statunitensi dell’Army Air Service un Promemoria per la guerra
aerea americana, scritto in collaborazione con Douhet, in cui si
suggeriva il «bombardamento strategico contro alcuni centri industriali
delle potenze centrali — Essen, Monaco di Baviera, Vienna». Gli storici
americani si sono interrogati sulla paternità dell’idea del
bombardamento strategico, ma secondo Lehmann non c’è dubbio che lo
stesso Caproni, come si evince per esempio da una lettera del 1934 alla
vedova di Douhet, riconosceva all’amico l’originalità delle intuizioni,
nate anche per evitare l’orrore e la perdita di vite umane nella guerra
di trincea. Nella seconda edizione del Dominio dell’aria Douhet si
spinse ad affermare non solo la creazione dell’aviazione come arma
indipendente, ma anche la sua superiorità assoluta. Da allora il
dibattito se le guerre si possano vincere con i soli attacchi dall’aria è
proseguito sino ai nostri giorni. Certo il nome di Douhet va ricordato
come quello di un pioniere, accanto all’americano Billy Mitchell e al
britannico Hugh Trenchard.
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