giovedì 9 gennaio 2014
Il Corriere della Sera e Stella ricominciano a gettare merda sull'università pubblica italiana
Che ha già tanti problemi di suo [SGA].
I misteri dei concorsi universitari, a volte, riescono a essere impenetrabili. Il terzo segreto di Fatima confidato dalla Madonna ai tre pastorelli Giacinta, Francisco e Lucia rimase gelosamente custodito dal 1917 fino al 2000, quando Giovanni Paolo II decise di renderlo noto. La formula «magica» della Coca-Cola restò top secret ancora più a lungo, dalla nascita della bibita creata ad Atlanta nel 1886 da un farmacista con il nome di «Pemberton’s French Wine Coca» fino alla pubblicazione nel 1993 del libro di Mark Pendegrast «For God, Country and Coca-Cola», «Dio, patria e Coca-Cola».
Le valutazioni dei concorsi no: misteri inaccessibili. Prendiamo i verbali dei giudizi espressi da alcuni membri della commissione 10/D3 (Lingua e letteratura latina) della Abilitazione Scientifica Nazionale, la nuova modalità di reclutamento dei docenti introdotta dalla Gelmini per uscire dalla vecchia logica dei concorsi di una volta che avevano visto andare in cattedra anche dei somari, purché portassero il cognome giusto.
Il candidato Tizio, contrassegnato dal numero 57, porta 111 pubblicazioni (perfino troppe, forse) compresi 2 libri, 28 articoli e capitoli di libri «normalizzati» e 14 articoli su riviste di fascia A, cioè le più prestigiose? Bocciato. Ecco il giudizio d’un commissario: «Ricercatore laborioso, ma non ancora pervenuto alla maturità critica e scientifica necessaria per ottenere l’abilitazione. Il candidato ha collaborato ad un progetto Firb e, dal 2005 al 2008, con l’Enciclopedia sul lessico della classicità nella letteratura europea moderna della Treccani. Ha collaborato inoltre con Iulm (Milano) e S.i.s.m.e.l. (Firenze). La sottoscritta ritiene, per i soprascritti elementi e per la qualità scientifica delle pubblicazioni presentate che il candidato non sia in possesso della maturità scientifica necessaria per conseguire l’abilitazione a professore di seconda fascia». Il candidato Caio non presenta alcun libro, 11 articoli vari e solo 2 su riviste della fascia A. Lo stesso commissario commenta: «Anche se non si segnalano novità di grande rilievo e manca un recente lavoro di ampio respiro che permetta di valutare a pieno un allargamento di orizzonti critici, segno di acquisita maturità scientifica...», e qui ti aspetteresti una sonora bocciatura, «la sottoscritta ritiene dunque, per i soprascritti motivi, che il candidato sia in possesso della maturità scientifica necessaria per conseguire l’abilitazione a professore di seconda fascia». Un sillogismo perfetto.
Andiamo avanti? Lasciamo perdere. Dice tutto un articolo di sdegno pubblicato on line da Loriano Zurli, ordinario di Filologia latina Università di Perugia, che invita a «comparare la produzione scientifica di almeno tre quinti dei commissari con quelle di certi candidati davvero eccellenti, bocciati benché sicuramente meritevoli di conseguire l’abilitazione nazionale». Risultato: «I migliori, e comunque tra i migliori, sono stati sistematicamente bocciati». Ovvio, chiude il docente con una scudisciata polemica, se «i commissari sono peggiori dei candidati»...
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1 commento:
Informati. Quello descritto nell'articolo è solo un saggio del metodo generalmente adottato nell'abilitazione, un metodo che ignora il merito in molti casi.
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