mercoledì 22 gennaio 2014
Il Fondo Sanguineti
Sos Fondo Sanguineti
Il lascito del poeta senza pace: i libri ancora a rischio
Ben quarantamila volumi abbandonati, senza scaffali, mentre l’umidità avanza e attacca le pagine La famiglia chiede nuovamente aiuto per salvare un patrimonio prezioso E intanto è stata annunciata l’inaugurazione della nuova Biblioteca universitaria di Genova, che aprirà a giugno
di Francesca De Sanctis l’Unità 22.1.14
LETTERE APERTE, APPELLI E ARTICOLI A QUANTO PARE NON SONO SERVITI A
MOLTO. Ricordate il fondo libraio di Edoardo Sanguineti? In una lettera
all’Unità, più di un mese fa, il figlio del poeta, Federico, aveva
denunciato lo stato di abbandono dei 40mila volumi che un tempo
appartenevano al padre, libri preziosi che purtroppo sono rimasti chiusi
in scatola nella nuova sede della Biblioteca Universitaria di Genova in
via Balbi 40. E ora? Cosa succede? Proprio un bel nulla. L’edificio,
l’ex lussuosissimo Hotel Colombia, è ancora non del tutto inagibile,
come aveva già denunciato la direttrice della Biblioteca Cetta Petrollo.
Le infiltrazioni d’acqua costituiscono un danno enorme per il
patrimonio librario, la segatura ricopre ormai da troppo il pavimento e
degli scaffali neppure l’ombra.
Due cose però sono accadute nel frattempo: il presidente della Regione
Liguria Claudio Burlando ha convocato una conferenza stampa; e si è
tenuta la prima riunione del Comitato scientifico, che ha deciso come
disporre le opere di Sanguineti.
Cosa è successo durante la conferenza stampa? È stata annunciata
l’apertura al pubblico della Biblioteca universitaria per il prossimo
ottobre. Bene. Questo significa che l’edificio (acquistato dal Mibac
negli anni Novanta per una spesa complessiva di 22 milioni di euro)
potrà finalmente ospitare i 650mila volumi complessivi. L’inaugurazione
della «Biblioteca nazionale statale Edoardo Sanguineti» (così si
chiamerà, e la scritta sarà realizzata con caratteri luminosi...)
avverrà in due tappe: a maggio-giugno il piano terra che accoglierà la
collezione Sanguineti (40mila volumi) e ad ottobre il trasferimento di
tutti i 650mila volumi dalla vecchia sede di via Balbi 3. Secondo quanto
risulta dalla seduta del 10 gennaio della Giunta regionale ligure l’ex
albergo Colombia sarà un struttura polivalente con i suoi 27mila metri
quadrati di scaffalatura (tuttora però inesistenti...) e spazi destinati
ad attività complementari (book-store, caffetteria, sala per conferenze
e all’ultimo piano perfino una terrazza con vista su Genova). Per
completare il progetto è prevista anche una struttura emisferica in
acciaio e vetro di copertura da realizzare successivamente. Secondo la
tabella fornita ai giornalisti i fondi destinati ai lavori ammontano a
24milioni di euro, ai quali si aggiungono 2milioni di euro per gli
arredi egli allestimenti. Dunque ammesso che i conti siano giusti se le
risorse sono state assegnate perché i libri del Fondo Sanguineti sono
ancora chiusi in scatola, rischiando di deteriorarsi? Perché gli
scaffali non sono stati ancora acquistati? E soprattutto come si può
pensare che tutto sia pronto entro giugno?
«Questo progetto di valorizzazione secondo Rossana Rummo, direttore
generale delle biblioteche e degli archivi del ministero dei Beni
culturali fu pensato con un’ipotesi di gestione. Credo che fu subito
chiaro a chi in quel momento stava investendo che la gestione di una
struttura di queste dimensioni aveva bisogno di un conto economico
sostenibile. Si sa che il pubblico delle biblioteche diminuisce perché
sta cambiando il modo di fruire la cultura e la conoscenza, internet da
qua a dieci anni probabilmente farà diminuire -.
Per questo è fondamentale valorizzare il nostro patrimonio, quello che
abbiamo dentro le biblioteche. Valorizzare un museo è più semplice: fai
un mostra, appendi un quadro, fai vedere Antonello da Messina... tre su
dieci vanno in un museo in Italia, e tre su dieci leggono almeno un
libro all’anno. Noi stiamo parlando di una realtà imbarbarita rispetto a
10 anni fa. Quando si pensa a un progetto di valorizzazione si deve
tenere presente questo contesto in cui si opera». L’importante è non
dimenticare i libri. Già, i libri.
Nel corso della prima riunione del Comitato scientifico (formato da due
ex direttori della Biblioteca e l’attuale Cetta Petrollo, Niva
Lorenzini, Franco Contorbia, Erminio Risso, Margherita Rubino, l’ex
sindaco di Genova Marta Vincenzi, Maurizio Galletti, Giuliana e Luciana
Sanguineti, ma non Federico né la bibliotecaria Graziella Grigoletti che
si sta occupando del fondo) è stato deciso di conservare la
disposizione che i volumi avevano nello studio dell’autore e nel
corridoio dell’abitazione, lasciando una disposizione generica per
materia tutti gli altri volumi collocati negli altri ambienti. È stata
quindi abbandonata, almeno in parte, l’idea di creare una “casa
d’autore”, cioè una suddivisione che riproponga esattamente la
disposizione dei libri così com’era nell’appartamento di Sanguineti.
Resta un grosso dubbio su tutto: riusciranno a rendere agibile l’ex
Hotel Colombia e a sistemare scaffali e libri entro giugno? Per ora,
quel che è certo è che la lettera di Federico Sanguineti non ha avuto
risposta e che i volumi continuano a stare all’umido.
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