venerdì 17 gennaio 2014
Il maggioritario: trasformare una minoranza elettorale in una maggioranza parlamentare con un trucco
Il proporzionale e gli alchimisti
di Luciano Canfora l’Unità 17.1.14
Caro Direttore,
ora
che la Consulta ha depositato le motivazioni della sentenza ed il
«premio di maggioranza» è stato archiviato come «incostituzionale», le
conseguenze di questo passaggio d’epoca che chiude il ventennio
«maggioritario» meritano di essere messe in chiaro.
1) Ormai la legge
elettorale c’è; è falso che sia urgente inventarne una, quasi a colmare
un vuoto. Non c’è un vuoto legislativo. In forza della sentenza,
perfezionata a tutti gli effetti con la pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale, è attualmente in vigore un sistema proporzionale con
sbarramento al 4%.
Infatti lo sbarramento attualmente vigente non era
compreso nella materia sottoposta al vaglio della Corte: e dunque resta
in piedi.
2) È deplorevole che questo specifico dato venga nascosto
ai cittadini dai mezzi di comunicazione. Se lo si scrivesse a chiare
lettere, i cittadini si chiederebbero che senso abbia l’attuale frenesia
alla ricerca di una legge elettorale visto che non solo ce n’è già una,
ma c’è anche l’agognato «sbarramento» atto a tranquillizzare chi finge
di preoccuparsi della «frantumazione» partitica additata di norma (in
discreta malafede) come patologia tipica proporzionale. Frantumazione
non ci può dunque essere perché comunque è in vigore lo «sbarramento» al
4%.
Dunque cosa vogliono? Vogliono una legge che consenta ad una
maggioranza relativa di diventare, in sede parlamentare, maggioranza
assoluta: nel che risiedeva il nucleo fondamentale della legge Acerbo
voluta da Mussolini nel 1923 e messa in atto alle elezioni mortifere del
1924. Veicolo di tale miracolo (una minoranza di elettori che produce
una maggioranza di eletti) è il famigerato «premio di maggioranza». Per
lo meno, la improvvida «legge truffa», bocciata dagli elettori il 7
giugno del 1953, dava il «premio» alla lista (o coalizione) che avesse
superato, sia pure di un solo voto, il 50% dei suffragi!
Fingere che
si debba escogitare una nuova legge elettorale perché in questo momento
ne siamo privi è anche un sopruso: è quasi circonvenzione, come di
incapaci, della gran parte dei cittadini-elettori. Il ruolo di stampa,
radio, tv può risultare di vera e consapevole complicità.
L’argomento
che si ode più spesso ripetere al fine di esorcizzare la legge
elettorale proporzionale (con sbarramento) attualmente vigente è che si
avrebbe daccapo un Parlamento ingovernabile dato l’arroccamento
semi-aventiniano e fatuamente sterile dei «cinquestellanti». Ma già
oggi, con un Parlamento eletto con un sistema ultramaggioritario
(«Porcellum»), il risultato è uguale: l’impossibilità di dar vita ad una
maggioranza politica definibile come tale! Dunque si dovrebbe inventare
addirittura qualcosa di più mostruoso, di più aberrante del
«Porcellum», per superare una siffatta difficoltà.
Essa è dovuta alla
scelta di un partito (al quale si accredita un terzo dell’elettorato)
di tirarsi fuori da ogni alleanza: tecnica adoperata già dal movimento
hitleriano negli ultimi anni di Weimar. Ma una tale scelta non la si
sconfigge a colpi di trucchi elettorali, bensì politicamente. Se si è
capaci di ciò. E invece su questo terreno per ora nessuno seriamente si
cimenta.
Bisogna dunque smetterla di escogitare leggi elettorali più o
meno alchemiche fondate sul presupposto seguente: siccome prevedo il
risultato, devo provvedere a truccarlo!
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