lunedì 20 gennaio 2014
Il prof. Asor Rosa medita un nuovo golpe
Aldo Grasso, Corriere, 19 gennaio 2014
Anda e rianda, è tornato il prof Palindromo.
Al venerato maestro prof Alberto Asor Rosa non piace Matteo Renzi e per
ribadire il concetto, giorni fa, ha offerto sul manifesto una
lenzuolata di motivazioni. Una, in particolare, colpisce: il dissenso
politico con il sindaco di Firenze è così abissale da trasformarsi in
«differenza antropologica». La differenza antropologica, terreno quanto
mai scivoloso, è un vecchio pallino del vecchio professore.
Anni
fa, per ribadire la differenza culturale e antropologica con Berlusconi,
invocava lo stato di emergenza per cacciarlo via: congelare le Camere,
chiamare al governo Carabinieri, Polizia di Stato e magistratura. Un
golpe delle élite , un golpe in chiave intellettuale. E sempre per marcare
una distanza antropologica, anni dopo, invitava la sinistra e
recuperare la superioritas , il senso di superiorità, l’orgoglio della
propria identità.
Intanto il venerato maestro si era ritirato in campagna,
nel borgo medievale di Monticchiello, e aveva scoperto la lotta
ecologica. Ma «un eco-mostro» incombeva, deturpava il paesaggio e
l’Arcadia, generava un «mutamento antropologico» e rischiava di attirare
«centinaia e centinaia di turisti domenicali che turberanno
irrimediabilmente la pace e la serenità dei luoghi». In alto i forconi!
E dire che il venerato barone, ordinario di Letteratura italiana alla
Sapienza dal 1972 al 2003, era nato operaista e con il suo amico Mario
Tronti aveva lottato per la liberazione della classe operaia, la «rude
razza pagana» (da non confondersi con la «rude razza padana» di Bossi).
Aveva scritto persino un libro molto interessante, S crittori e popolo , contro la linea culturale incarnata dal Pci e contro il populismo.
A Roma, nel 1977, in pieno «movimento creativo»,
una mano scrisse sul muro della Sapienza una frase enigmatica: «Asor
Rosa, sei palindromo». Fu Indro Montanelli a svelare l’arcano: «Asor
Rosa è un palindromo. Lo si può leggere da sinistra o da destra, e vuol
dire la stessa cosa, cioè niente».
Il venerato prof Asor («il suo
retrogrado/ è il più bel fiore», Montale) si difende dicendo che i suoi
sono paradossi per scuotere le coscienze. Destinato ad andare a ritroso,
dal paradosso alla parodia è assai breve il passo del prof Palindromo.
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