domenica 12 gennaio 2014

Un libro di Henry Corbin

Tempo ciclico e gnosi ismailita
Henry Corbin: Tempo ciclico e gnosi ismailita, a cura di Roberto Revello, introduzione di Bernardo Nante, Mimesis, Milano, pagg. 234, €20,00


Risvolto



Primo traduttore di Heidegger in francese, Corbin affronta in quest’opera la questione del tempo, un tempo diverso e radicalmente alternativo a quello storico della tradizione occidentale. La dimensione che dà senso al tempo è quella liturgica. Non una durata misurabile nello scorrere uniforme dei nostri calendari, ma una riproposizione simbolica e rituale. Conosciuto soprattutto per i suoi fondamentali studi sullo sh’ismo duodecimano e sul sufismo, Henry Corbindedica Tempo ciclico e gnosi ismailita allo studio dell’altro ramo dello sh ’ismo, quello ismailita. Gli ismailiti, noti in Occidente per via della leggenda nera degli Assassini, sono innanzitutto un movimento mistico islamico che ha elaborato concezioni metafisiche quanto mai affascinanti. Meditazioni che hanno saputo armonizzare in una visione complessiva gli insegnamenti coranici e degli Im m con la profonda eredità dello zoroastrismo, la tradizione neoplatonica con le correnti gnostiche.

Henry Corbin (1903-1978) è stato il più grande filosofo orientalista del Novecento. Fu allievo di Gilson, Baruzi, Massignon, fondatore e direttore del Dipartimento di Iranologia dell’Institut di Teheran e della Bibliothèque Iranienne. Tra le sue opere: Corpo spirituale e Terra celeste (1986), Storia della filosofia islamica (2001), L’immaginazione creatrice. Le radici del sufismo (2005), L’Imam nascosto (2011). Mimesis ha già pubblicato Il paradosso del monoteismo (2011) e Nell’islam iranico I. Lo shi’ismo duodecimano (2012).

L'ESILIO DELLA METAFISICA
Pietrangelo Buttafuoco 102 13-01-2014 la repubblica 47


Gli ismailiti tra Allah e Zoroastro
di Farian Sabahi Il Sole 24 Ore Domenica 12.1.14

Lo studioso francese Henry Corbin (1903-1978) è noto soprattutto per gli studi sullo sciismo duodecimano. Meno noti, ma non meno decisivi, i suoi lavori su un altro ramo dello sciismo, noto come ismailismo: una corrente minoritaria, divisa in sottogruppi e spesso travisata perché associata alla setta di Hassan Sabbah nella fortezza di Alamut (a un centinaio di chilometri dall'odierna Teheran), i cui componenti sono stati spesso accusati di ricorrere all'hashish per compiere omicidi mirati, per poi essere spazzati via dai Mongoli nel 1256.
Ora, a fare giustizia sugli studi di Corbin sull'ismailismo è la pubblicazione da parte di Mimesis della raccolta Tempo ciclico e gnosi ismailita che contiene tre saggi dati alle stampe in francese nel 1982 e adesso in italiano: «Il tempo ciclico nel mazdeismo e nell'ismailismo», «Epifania divina e nascita spirituale nella gnosi ismailita», e «Dalla gnosi antica alla gnosi ismailita». Le questioni trattate sono il tempo ciclico, l'angelologia, la nascita spirituale e la visione teofanica. In una prospettiva ampia e comparativa, «volta a far uscire l'uomo contemporaneo dal suo esilio occidentale».
Dal 1945 Corbin trascorre lunghi periodi a Teheran e, come per altri scritti sullo sciismo duodecimano, anche in questi sul l'ismailismo lo studioso accentua il carattere iranico: attaccate dagli arabi musulmani, le popolazioni dell'altopiano iranico non possono che accettare l'Islam. Nel farlo reinterpretano la religione rivelata al profeta Muhammad, facendo tesoro del mazdeismo, dello zoroastrismo e dello zervanismo già presenti sull'altopiano. Per questo motivo il monoteismo iraniano non è rigido (come sarà il sunnismo, in altre parti del mondo musulmano) ma pluralistico, in grado di accettare gli Imam. E non solo.

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