venerdì 7 marzo 2014
La politica estera di Berlusconi: una critica pregiudiziale e superficiale
In realtà la politica estera di Berlusconi - con tutta la sua esuberanza e minchioneria, ovviamente - ha alla fine risposto alle tradizionali linee guida del Ministero. Ed è stata molto migliore e più autonoma di quella del centrosinsitra - pensiamo alla necessità dell'apparato ex PCI di accreditarsi presso l'Imperatore; pensiamo alla Libia; pensiamo al rapporto con la Russia... - di quanto uno del PD possa capire [SGA].
Risvolto
La relazione tra mass media e opinione pubblica esalta la personalizzazione della politica. Uno dei risultati è che lo storytelling
degli eventi internazionali tocca in misura crescente anche il nostro
paese. Oltre ad aumentarne la marginalizzazione geopolitica, la recente
diplomazia «pop» messa in campo dall’ex presidente del Consiglio, ha
contribuito nell’accentuare stereotipi e pregiudizi verso il nostro
paese. Ciononostante, il populismo mediatico applicato alla politica
estera, rappresenta uno stile politico al quale una parte considerevole
dell’opinione pubblica italiana mostra di resistere individuando nuovi
soggetti politici nazionali sulla scena estera.
Fabio Turato descrive la personalizzazione della politica estera in epoca berlusconiana. Con un bilancio tutto in passivo per gli interessi dell'Italia
Lorenzo Biondi Europa 7 marzo 2014 STAMPA
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