domenica 23 marzo 2014
Revisionismo: un campione di manipolazione della storia dà le pagelle
Negare il passato, da Mosca a Tokyo
di Dino Messina Corriere La Lettura 23.3.14
C’è
una differenza sostanziale tra una discutibile interpretazione politica
del passato e la negazione dei fatti; fra la storia usata come arma
dialettica per combattere l’avversario e la verità imposta per legge.
Per esempio attraverso i libri di testo. Induce a questa riflessione una
brillante analisi di Gideon Rachman sul «Financial Times» del 18 marzo:
«In che modo le guerre possono cominciare da un testo scolastico».
Ben
prima delle recenti accuse di fascismo ai ribelli ucraini che si sono
rivoltati contro lo strapotere di Mosca, Vladimir Putin in gennaio aveva
esortato a scrivere libri di testo per le scuole che la smettessero con
la denigrazione dell’Unione Sovietica, che non avrebbe mai oppresso i
popoli vicini, ma li avrebbe solo liberati dal fascismo. Vedi l’Ucraina,
ma anche l’Ungheria, dove paradossalmente è oggi al potere Viktor
Orbán, che vuol riscrivere la storia anche in chiave antisemita
ripristinando la grandezza dell’impero perduta con la Grande guerra.Il
primo conflitto mondiale è oggetto anche della polemica avviata dal
ministro per l’Educazione britannico, Michael Gove, che ha invitato gli
insegnanti a smetterla con la lamentela del bagno di sangue e a dare una
interpretazione più patriottica. Gove non si sogna tuttavia di negare
le cose avvenute, come per esempio fa il governo turco riguardo
all’olocausto del popolo armeno o come fanno i cinesi quando si tratta
di ammettere le decine di milioni di morti provocati dal «grande balzo
in avanti» o dalla «rivoluzione culturale» di Mao Zedong. Il nuovo
presidente Xi Jinping ha di recente denunciato i disastri provocati dal
colonialismo, ma si è ben guardato dal ricordare i nefasti del comunismo
realizzato.
Il pericoloso vezzo di negare i fatti, nella nuova
ondata nazionalista che va da Occidente a Oriente, si è rivelato anche
nel nuovo Giappone di Shinzo Abe, anche lui contrario a una visione
troppo «masochistica» della storia patria. La tensione con la Cina per
le isole Senkaku e con la Corea del Sud non è il terreno migliore per
ammettere le colpe del massacro di Nanchino nel 1937 o delle schiave
sessuali sfruttate dall’esercito del Sol Levante.
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