lunedì 19 maggio 2014

Filosofia e scienze umane come ideologia della guerra nel primo conflitto mondiale

La rassegna dice cose stranote che vale però la pena ricordare: prima durante e dopo la Prima guerra mondiale, gli intellettuali europei ce la misero tutta nel trasfigurare il macello imperialista in uno scontro di civiltà e di visioni del mondo. Era una minchiata, visto che l'Europa è ed è sempre stata una continua circolazione di idee e di uomini. Ma una minchiata di successo. E una minchiata educativa, perché è proprio in quella circostanza che vennero sperimentate le ideologie di mobilitazione più potenti: l'ideologia liberaldemocratica della Crociata per la pace, la giustizia, la libertà, ecc. ecc. e l'ideologia organicistico-populistica del sangue & suolo, della storicità, della tradizione, ecc. ecc.
Veneziani riesce qui a far propri gli stereotipi di entrambi i fronti, a conferma della gravissima crisi in cui versa la destra intellettuale, subalterna allo pseudouniversalismo di Whashington ma troppo legata al nostalgismo per confessarlo [SGA].
Filosofi nella Grande guerra agli ordini di Henri BergsonCent'anni fa il pensatore francese idealizzò la contrapposizione fra spirito (Francia) e materia (Prussia). Iniziava la battaglia delle idee che si combattè in tutta Europa
Marcello Veneziani - il Giornale Lun, 19/05/2014

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