mercoledì 24 settembre 2014
Ennesimo insulto al fantasma del diritto internazionale. Gli Usa mettono piede in Siria
Il pericolo di agire infrangendo le regole dell’Onu
di Enzo Cannizzaro Repubblica 24.9.14
G
LI Stati Uniti non hanno chiesto l’autorizzazione del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite. Non avrebbero superato il veto di Mosca o
avrebbero dovuto venire a patti con una Russia non esattamente
'amichevole' all’indomani della crisi ucraina. Ma in assenza di un via
libera del Consiglio, o di una esplicita richiesta di intervento da
parte di Damasco, la liceità dell’azione appare discutibile. Essa non
rispetta i meccanismi di sicurezza collettivi e non può dirsi appieno
condotta in nome della comunità internazionale. Il segretario generale
delle Nazioni Unite BanKi-moon ha salutato con favore i raid compiuti da
Washington e dai suoi alleati arabi. Una dichiarazione senz’altro
dettata dall’urgenza di fronteggiare il pericolo rappresentato dall’Is
che non giustifica però azioni condotte al di fuori del quadro
istituzionale Onu: una tendenza che sembra irresistibile ma che confina
il Palazzo di Vetro ad un ruolo marginale nella gestione delle grandi
crisi internazionali. Il coinvolgimento delle Nazioni Unite non risponde
solo a esigenze formali. Esso ha lo scopo di stabilire un controllo
multilaterale sull’uso della forza e di evitare le derive unilateraliste
che hanno caratterizzato l’approccio recente alle crisi globali.
Le domande sulla base legale per l’intervento
di Guido Olimpio Corriere 24.9.18
L’attacco
contro i terroristi in Siria ha una base legale? Non sembra proprio.
Damasco non si è opposta ma non ha certo chiesto agli americani di
agire. Le Nazioni Unite sono allarmate per gli eccidi compiuti dall’Isis
e inquieti per il dramma umanitario che coinvolge molte popolazioni.
Però non si sono espresse con una risoluzione che avrebbe avallato
l’intervento. Per questo gli Usa si aggrappano all’unica giustificazione
possibile. Quella del pericolo di un attentato terroristico di grandi
proporzioni contro obiettivi americani o di altri Paesi. Le operazioni
così, oltre a colpire i soldati del Califfo, hanno riguardato il gruppo
qaedista Khorasan, accusato di preparare azioni contro gli aerei
passeggeri. Minacce da non sottovalutare ma che sono una costante negli
anni del post 11 settembre.
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