sabato 25 ottobre 2014

La Maddalena in estasi di Caravaggio

"E' lei la vera Maddalena". Svelato il mistero di Caravaggio

“Finalmente è lei l’abbiamo trovata Ecco la vera Maddalena dell’ultimo Caravaggio”
Mina Gregori, la più grande esperta dell’artista, rivela a “Repubblica” “È l’originale, l’opera che Merisi aveva con sé poco prima di morire”
di Dario Pappalardo Repubblica 24.10.14
FIRENZE Quando Mina Gregori si è ritrovata davanti agli occhi la Maddalena in estasi di Caravaggio, ha detto solo: «Finalmente, è lei». Il dipinto sparito nel nulla. Quello che Michelangelo Merisi aveva sulla barca in direzione Porto Ercole, ultimo viaggio. Almeno otto esemplari in giro per il mondo. E uno solo autentico. Questo. La massima studiosa di Caravaggio, l’allieva di Roberto Longhi, l’ha scoperto in una collezione europea. L’immagine che pubblichiamo in queste pagine non si è mai vista prima. La testa abbandonata all’indietro, gli occhi semichiusi, la bocca appena aperta, le spalle scoperte, le mani giunte, i capelli sciolti, il bianco della veste e il rosso del manto. Mina Gregori è sicura: «L’incarnato del corpo di toni variati, l’intensità del volto. I polsi forti e le mani di toni lividi con mirabili variazioni di colore e di luce e con l’ombra che oscura la metà delle dita sono gli aspetti più interessanti e intensi del dipinto. È Caravaggio ».
Non ci sono solo i colori e la tecnica, però. L’olio su tela, che misura 103,5 cm x 91,5, nasconde un altro indizio. Dietro il dipinto c’era un foglietto con grafia seicentesca che recita: «Madalena reversa di Caravaggio a Chiaia ivi da servare pel beneficio del Cardinale Borghese di Roma». Secondo la Gregori: «Questo documento conferma in modo definitivo l’identificazione e l’attribuzione del quadro». E allora bisogna riavvolgere il nastro della storia. Caravaggio muore di “febbre” il 18 luglio 1610, dopo l’approdo a Porto Ercole. In una lettera di qualche giorno dopo — il 29 luglio — ritrovata solo nel 1994 da Vincenzo Pacelli nell’Archivio Segreto Vaticano, Diodato Gentile, vescovo di Caserta e Nunzio Apostolico del Regno di Napoli, scrive al cardinale Scipione Borghese, grande collezionista e protettore di Ca- ravaggio. Gentile informa Borghese della morte dell’artista e della “feluca”, la barca su cui viaggiava il pittore, che conteneva tre quadri: “doi S. Giovanni e la Maddalena”. Morto Caravaggio, l’imbarcazione fa rotta verso Napoli e le ultime tre opere di Merisi vengono date in custodia a Costanza Colonna, la marchesa amica del pittore che abita proprio nel quartiere di “Chiaia” a cui si fa riferimento nel biglietto sul retro della Maddalena ritrovata adesso. La nobildonna ha il compito di fare arrivare a Borghese le tele. Una, forse, giungerà a destinazione: secondo gli storici, è il San Giovanni esposto alla Galleria Borghese. Dell’altro San Giovanni si perdono le tracce. La Maddalena , invece, per Mina Gregori, è proprio questa. Le avventure del quadro dal 1610 al 2014 sono di difficile ricostruzione. Di sicuro, rimane a Napoli per qualche anno. È qui che, nel 1612, un caravaggesco fiammingo, Louis Finson (1580-1617), ne realizza la copia diretta, la firma e poi la data. Questa versione è ora al Musée des Beaux Arts di Marsiglia. Da qui deriva un dipinto di identico soggetto che fu nella collezione Carvalho del Castello di Villandry, nella Loira. Un’altra copia ancora è la Maddalena Klein , che ora si trova in una collezione romana: è stata esposta in più mostre con il nome di Caravaggio, anche con il placet del ministero dei Beni culturali, ma solo secondo alcuni storici dell’arte, è l’originale. Tesi che ora sembra smentita definitivamente. Secondo la Gregori: «La Maddalena Klein rappresenta una donna non più giovinetta, quella qui rappresentata, invece, raffigura una giovane poco più che adolescente, la stessa che riprende poi Finson nella sua copia a Napoli. E un’altra differenza è nelle pieghe lunghe della camicia, ottenute con una sola pennellata vigorosa, larghe e libere, tipiche di Caravaggio ». La Maddalena in estasi “ autografa” da Napoli deve essere passata a Roma. Lo testimonia un timbro di ceralacca della dogana di terra della città papale apposto sulla tela. «Quel timbro — precisa Gregori — era in uso soltanto dalla fine del Seicento. Quindi, intorno a quegli anni, o all’inizio del secolo dopo, la Maddalena è a Roma». Poi più nulla. Finisce nella collezione di una famiglia europea, di generazione in generazione. C’è chi pensa possa essere di Caravaggio e contatta la massima autorità del campo: Mina Gregori, presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze. Una vita intera spesa intorno a Caravaggio, alla ricerca delle opere certe: come Il Martirio di Sant’Orsola, che la studiosa assegnò all’artista sin dal 1973, ancora prima che venissero fuori i documenti. Ora lei dice: «È solo nelle collezioni private che si possono scoprire ancora i veri capolavori. Non sul mercato. Questa famiglia, al momento, non vuole pubblicità. Temono i furti, è ovvio. Non credo abbiano intenzione di vendere, non sono nemmeno grandi collezionisti. Avevano un’idea sull’autore dell’opera. Speravano che fosse Caravaggio, certo, ma non avevano nemmeno decifrato la scritta seicentesca ». Nel paese in cui si trova, conferma la Gregori, il quadro è stato sottoposto a una pulitura e agli esami di laboratorio per datare la tela. Vedremo mai la Maddalena in mostra? «Bisogna capire se i proprietari lo vogliono. Di certo desiderano conservarla ancora in casa e non rinchiuderla in una banca. È magnifica». Negli ultimi anni, il destino di Caravaggio ha conosciuto improbabili ritrovamenti di ossa, attribuzioni discutibili, mostre con anche un’opera sola pur di fare cassa, marketing e manie. «C’è la tendenza a proporre un’attribuzione per cambiare il valore di un quadro. Solo per ragioni di mercato. Passare da un anonimo a Caravaggio cambia tutto. Spesso, però, i risultati sono discutibili». Ma stavolta è un caso diverso. «Sono sicura al cento per cento — dice la storica — Ho notato dapprima quelle mani intrecciate, poi ho valutato l’assoluta novità del soggetto, nessuno aveva dipinto prima una Maddalena così... Ho ravvisato i modi del Caravaggio. Se hai appreso come un pittore muoveva il pennello sulla tela, allora lo riconosci. È la scuola di Longhi: è stato lui a insegnarmi a guardare così. A leggere l’immagine».

“Quel Caravaggio rivoluziona la storia dell’arte” 

Dopo l’esclusiva di “Repubblica” sulla vera “Maddalena in estasi” che accompagnò l’artista nel suo ultimo viaggio, l’appello dei critici: “I proprietari lo rendano pubblico”

DARIO PAPPALARDO Repubblica 25 ottobre 2014

NEL mondo dell’arte sono tutti d’accordo: questo dipinto apre un capitolo nuovo nella storia di Caravaggio. Tutti chiedono di vederlo presto dal vivo. Ma, al momento, resta in possesso degli anonimi collezionisti europei che l’hanno ereditato. La Maddalena in estasi attribuita a Caravaggio da Mina Gregori, sulle pagine di Repubblica di ieri, catalizza l’attenzione della comunità degli storici dell’arte. E, da subito, supera per interesse i tanti esemplari noti finora dello stesso quadro. Quadro, che, come ricordano i documenti, doveva trovarsi con due San Giovanni sulla barca dell’ultimo viaggio verso Porto Ercole, dove il pittore morì di febbre il 18 luglio 1610. Keith Christiansen, curatore d’Arte Europea del Metropolitan Museum di New York, ha firmato mostre e pubblicazioni internazionali su Merisi: a partire da The Age of Caravaggio del 1985.
Ècauto, ma dice: «Il punto di vista di Mina Gregori ha molto peso. Le altre versioni dello stesso soggetto che conosco non mi hanno mai convinto. L’indicazione della provenienza di questo dipinto è di grande interesse e suggerisce che l’opera debba essere studiata con attenzione. Al momento, però, sarebbe da irresponsabili prendere una posizione senza aver visto il quadro di persona. Anche perché si sa che di questa pittura esistono davvero tante copie». Proprio il Met, nel 1997, è stato l’ultimo grande museo del mondo ad acquistare un Caravaggio: La negazione di San Pietro . Ma oggi quanto potrebbe valere un’opera di Caravaggio? «Sull’acquisto della Negazione non possiamo rilasciare dichiarazioni. Di solito non lo facciamo, a meno che non si tratti di vendite pubbliche», chiarisce Christiansen.
«Questa Maddalena può valere anche cinquanta milioni di euro », dice Claudio Strinati, che ha curato con Rossella Vodret la mostra del 2010 per i quattrocento anni della morte di Caravaggio, alle Scuderie del Quirinale. Strinati, dopo aver letto le parole di Mina Gregori e aver visto l’opera riprodotta, ha pochi dubbi: «Tutto lascia pensare che sia un originale di Caravaggio. Mi fa piacere che a trovarlo sia stata la Gregori: è la nostra decana». Strinati aveva sostenuto in passato la Maddalena Klein , l’opera in una collezione romana vincolata dallo Stato, attribuita a Caravaggio da John Gash. Un’assegnazione adesso tutta da rivedere. «Non ho mai messo le mani sul fuoco per la Maddalena Klein – precisa Strinati – Era, fino a questo momento, la versione migliore. Ora cambia tutto. Anche per quel biglietto con grafia seicentesca ritrovato dietro al quadro». Il biglietto recita: «Madalena reversa di Caravaggio a Chiaia ivi da servare pel beneficio del Cardinale Borghese di Roma». «Quel biglietto è troppo bello per essere vero – interviene lo storico dell’arte Antonio Pinelli – È una conferma meravigliosa. Dà un’ulteriore “pennellata” a questa storia. Ho visto l’immagine: l’opera ha tutta l’aria di essere buona. Rispetto alla Maddalena Klein , qui le mani e il viso rovesciato all’indietro sono più impressionanti. Mi ricorda molto un’altra tela tarda: la Santa Lucia di Siracusa. Mina Gregori è ancora la più la grande. A lei va il merito di avere riconosciuto contro tutto e contro tutti un altro capolavoro di Caravaggio: il Martirio di Sant’Orsola . E non erano ancora venuti fuori i documenti ». Ma è possibile che una famiglia si possa trovare improvvisamente in possesso di un Caravaggio? Continua Pinelli: «Mi è sembrato molto credibile che dei privati, per di più non dei grandi conoscitori, si siano visti con un’opera così tra le mani. Per fortuna si sono rivolti alla persona giusta. C’è ancora tanto da scoprire. Anche dentro le chiese».
«All’ottanta per cento è lui. Portiamo questo nuovo Caravaggio all’Expo 2015». Vittorio Sgarbi, ambasciatore per le belle arti della rassegna di Milano, gioca in attacco: «Contatterò la Gregori e glielo chiederò. Un’opera inedita di Caravaggio esposta a Milano consentirebbe un largo dibattito sull’attribuzione. Potrebbe stare a Palazzo Litta o a Palazzo Bagatti Valsecchi. Dalla riproduzione appare notevole: il panneggio corrisponde a quello del David e Golia della Borghese. La Maddalena in estasi è il notturno di Caravaggio. Appartiene agli anni in cui dipingeva la sua tragedia umana. Questa attribuzione è l’unica buona dopo anni: quel Sant’Agostino che gli volevano assegnare tempo fa è stato realizzato dieci anni dopo la morte del pittore».
La Maddalena, infatti, segue due “scoperte” strillate negli ultimi anni e poi rifiutate dalla comunità degli storici dell’arte. Tomaso Montanari, specialista del Seicento, spiega: «Il Sant’Agostino e i disegni ritrovati nel 2012 bastava vederli riprodotti per stabilire che non erano veri. Qui il discorso è diverso. Il dipinto sembra di buona qualità, superiore a quella copia mediocre che è la Maddalena Klein , ma andrebbe visto da vicino. Ci sono i mezzi per non svelare l’identità dei possessori ed esporre comunque il quadro. Se si potesse presentare a Roma, anche solo per tre giorni... Magari montato su un cavalletto per esaminare bene anche il foglio trovato sul retro». Ecco, l’iscrizione del Seicento: sull’autenticità di questa, Montanari è scettico: «Da frequentatore degli archivi secenteschi, mi lascia perplesso. Sembra il tentativo di vincere ogni perplessità. Quel testo è la tessera di un puzzle perfettamente sagomata. Ci dice esattamente quello che vogliamo sapere: Napoli e il cardinale Borghese. Mi sembra troppo. Salvo vedere tutto».
Francesca Cappelletti insegna all’Università di Ferrara e ha pubblicato da Electa la monografia più recente di Caravaggio, espellendo dal catalogo del pittore molte opere. Sulla Maddalena in estasi della Gregori, invece, si sbilancia: «L’ipotesi mi sembra molto convincente – dice –Le questioni critiche restano aperte, però: non sono convinta che sia una delle ultime opere. Potrebbe averla realizzata prima del 1610. Di certo restituisce con più forza di altre lo stile caravaggesco. Capisco il riserbo della famiglia, ma mi piacerebbe ricostruirne la storia, i passaggi. Da Napoli la tela potrebbe essere arrivata in Spagna, per esempio. Trovare un Caravaggio cambia la storia. La mia ossessione sono i dipinti di Merisi della collezione Giustiniani. Quelli spariti a Berlino nel 1945. Spero sempre che non siano scomparsi veramente ». La storia di Caravaggio non è stata ancora scritta tutta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

• 30 ottobre 203 http://www.bergamonews.it/
Lunedì, 27 Ottobre, 2014
Autore: Redazione Bergamonews
“Ecco la vera Maddalena”
Ritrovato l'originale
dell'ultimo Caravaggio
Premesso che l'opera di Caravaggio è talmente riconoscibile a chi ha studiato profondamente questo Genio della Pittura da non creare dubbi, studiato, non significa semplicemente avere letto i libri e/o le più comuni pubblicazioni dedicate al grande maestro, significa conoscere e riconoscere la complicatissima tecnica pittorica di questo grande maestro, tecnica, che richiede approfonditi studi mirati in materia, specialmente per quanto riguarda la struttura chimica dei pigmenti cromatici che hanno determinato quei colori veramente inimitabili, nonché, la preparazione e le tecniche che lasciano intravedere la sottostante imprimitura e preparazione della tela, ma anche questo, non è sufficiente, perché, il messaggio intellettuale di questo genio dell'arte, non fu mi compreso neanche dai suoi allievi, ne tantomeno dalla scuola che nacque a seguito dell'esistenza di Caravaggio e dei cosiddetti "Caravaggeschi" che, non riuscirono mai ad imitare alla perfezione il geniale progetto pittorico del grande maestro . . . Scusate l'intervento "brutale" . . . questa Maddalena . .come dicono a Roma . . con Caravaggio (che in questo momento si starà rivoltando nella tomba) . . . c'entra "come i cavoli a merenda" . . . no comment sul "personaggio" che si arroga il diritto di essere "il più grande esperto dell'artista" . . . vadano piuttosto a studiare! . . . CARAVAGGIO E' UNO DEGLI ARTISTI PIU' IMPORTANTI DEL MONDO . . . su di lui fiumi di inchiostro versati sono ancora pochi . . . se qualcuno cerca notorietà cavalcando l'ignoranza e la buona fede di tanti . . . . si inventi una bufala diversa !
(francesco buffa designer)234