sabato 18 ottobre 2014

Università e scuola: governo ladro e imbroglione. Soldi solo per i cani da guardia in toga o in divisa


17 ottobre 2014



Furto sui salari pubblici? Non per i “vip”

Il blocco degli stipendi - salasso da 2,5 miliardi - non riguarda toghe, avvocatura, forze armate e polizia

di Marco Palombi il Fatto 18.10.14


Sei miliardi e centomila euro in questa manovra sono risparmi dello Stato”. Così l’ha raccontata Matteo Renzi in conferenza stampa. Parole perfette per indurre nel pubblico tv un senso di soddisfazione: vedi, il governo risparmia e con quei soldi abbassa le tasse. Intanto quei 6,1 miliardi sono tagli lineari e non “risparmi” e soprattutto per una cifra oscillante tra i 2,1 e i 2,5 miliardi sono tagli di stipendio ai dipendenti statali: chi lavora per lo Stato – insegnanti, medici, infermieri, impiegati, assistenti sociali e quant’altro – avrà infatti lo stipendio bloccato per il quinto anno di fila (l’ultimo rinnovo contrattuale risale al 2009). Non solo: la legge di Stabilità provvede pure a sancire che al caro vecchio travet non tocca nemmeno l’indennità di vacanza contrattuale prevista dalla legge in questi casi. Il risparmio dello Stato - cioè il furto ai danni degli stipendi dei dipendenti pubblici - in questi anni è stato di 11 miliardi e mezzo con l’opera di Renzi si toccheranno i 14 (cui aggiungere altri soldi dovuti al blocco del turn over e alla diminuzione di 300 mila unità del personale).
DIVISO PER SINGOLE buste paga un impiegato medio sui 24 mila euro l’anno il 1 gennaio del 2016 guadagnerà oltre 3 mila euro in meno di quello che avrebbe dovuto solo recuperando l’inflazione: se lo stipendio è fermo da cinque anni, infatti, i prezzi non lo sono stati affatto. Se si calcola poi che il Def - cioè il Documento in cui il governo scrive sotto forma di numeri cosa intende fare nei prossimi anni - considera bloccati i salari dei suoi dipendenti fino al 2020 si capisce l’entità del furto definito “risparmio” e anche quanto sia bizzarro parlare di una manovra “che agisce sul lato della domanda” (come si sa, sono i consumi interni che stanno tirando giù il nostro Pil). Il problema vero è che a leggere la manovra - almeno in una sua forma provvisoria (per quanto successiva al Consiglio dei ministri) - pare che non tutti i dipendenti pubblici siano uguali, non tutti meritevoli di venire puniti facendo risparmiare lo Stato. Alcuni di loro aspettano nella saletta business, separati dagli altri: sono gli statali plus il cui stipendio non viene bloccato.
Nella legge di Stabilità, infatti, c’è scritto che i travet brutti e cattivi sono tutti tranne magistrati, avvocatura dello Stato, Forze Armate e di polizia: loro no, anche se i poliziotti dovranno rinunciare ad alcune assunzioni e a fondi che gli erano stati promessi per il riordino delle carriere. Poco male, la rivolta di qualche tempo fa ha avuto effetto: d’altronde fa più paura un soldato irritato che un bidello o una segretaria. Va peraltro notata l’immagine che si ricava dalle categorie scelte da Renzi per entrare nella saletta vip degli statali: toghe, gran commis e uomini con la pistola (o il carroarmato). Un trimurti da governo d’ordine, puro reazionariato dantan, altro che rottamazione e #cambiaverso. Manca la benedizione del parroco - ma intanto è arrivata quella di Giorgio Napolitano - e saremmo a un passo dagli anni Cinquanta. D’altronde, come dice lui, da quant’è che un partito non prendeva il 41?

''Operai come marziani, qui Renzi non viene''
Viaggio tra i lavoratori delle acciaierie di Terni, da giorni in presidio all'ingresso della fabbrica per protestare contro il piano di tagli previsto dalla Thyssenkroup, che prevede tra l'altro oltre cinquecento licenziamenti su un totale di 2500 dipendenti e forti decurtazioni agli stipendi
video di Marco Billeci e Fabio Butera Repubblica 18.10.14

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