sabato 18 ottobre 2014
Donne curde fighe e coraggiose, propaganda di guerra e subalternità della sinistra
L'intervento di Michele Serva, sostenitore di tutte le bombe intelligenti degli ultimi due secoli, è la dimostrazione pratica di quanto sostiene questo intelligente articolo di MegaChip [SGA].
Sono belle le combattenti curde. Figure romantiche, coraggiose. E quanto piacciono agli scribacchini d'Occidente. La retorica nasconde vergognose rimozioniAlessia Lai] MegaChip sabato 18 ottobre 2014
L’amaca
di Michele Serra Repubblica 19.10.14
Con
il sedere al riparo nelle nostre vecchie poltrone da panciafichisti,
che della guerra sanno solo quel poco che i media riescono a raccontare,
proviamo quasi imbarazzo a esprimere tutta la nostra solidarietà e
gratitudine ai combattenti curdi, che a Kobane resistono all’Is da più
di un mese, con armi peggiori, con l’incubo della tortura e dello stupro
se vengono catturate/i, con l’ulteriore angoscia di dover proteggere
anche i civili e le famiglie, e con i potenti vicini turchi che si
mostrano reattivi solo quando si tratta di respingere i profughi che
cercano di mettersi in salvo, restando del tutto indifferenti
all’avanzata dell’esercito genocida jihadista. La nazione curda ha
almeno due prerogative che la rendono odiosa al jihadismo: è
multireligiosa (annovera musulmani sunniti e sciiti, cristiani,
zoroastriani, ebrei, yazidi e altre minoranze di quel puzzle
etnico-religioso che è il Medio Oriente) e il trenta per cento del suo
esercito è costituito da donne, graduate e “in carriera” tanto quanto i
maschi. E a capo e viso scoperto quando levano l’elmetto. La resistenza
curda a Kobane meriterebbe, presso l’opinione pubblica occidentale, ben
altra attenzione. Le vittime della guerra jihadista e del terrorismo
sono in larga maggioranza musulmani mediorientali che cercano di
conservare autonomia e dignità, e difendendo se stessi difendono anche
la nostra comoda libertà.
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