Tzvetan Todorov:
La pittura dei Lumi, Garzanti, pagg. 216, euro 42
Risvolto
Tzvetan Todorov racconta con passione la storia dell'arte e del pensiero
di uno dei periodi di più intenso rinnovamento della storia europea. In
pagine ricche di fascino e sensibilità, La pittura dei Lumi
attraversa l'anima di un intero secolo, rileggendo le tele e i quadri
dei grandi artisti del Settecento e sottolineando i punti di rottura con
la tradizione che sanciscono il formarsi di un modo nuovo di
interpretare e rappresentare il mondo. Con l'originalità di vedute e la
profondità di analisi che sono il suo segno inconfondibile, l'autore
accompagna il lettore in una sorprendente galleria di immagini che si
concretizzano nei capolavori dei maestri europei dell'epoca: da Watteau a
Goya, da Chardin a Hogarth, senza tralasciare gli italiani Tiepolo,
Magnasco, Piranesi. Grazie al suo coinvolgente stile narrativo, Todorov
ci fa immergere nelle vite, nelle passioni, nelle scelte profonde di
questi grandi artisti, cittadini di un nuovo mondo in cui gli individui
viaggiano e si incontrano, i libri e le opere d'arte circolano
liberamente, le idee oltrepassano in breve tempo i confini. È il
preludio alla nascita di quel comune pensiero europeo su cui ancora oggi
si fonda la nostra identità, e che proprio nell'età dei Lumi affonda le
sue più profonde radici. Sullo sfondo di questo straordinario affresco
sta l'inimitabile approccio di Todorov: la convinzione che – come ha
scritto Max Dvořák – «la storia dell'arte, al pari di quella della
religione, della filosofia o della poesia, è una parte della storia
universale dello spirito».
Senza più Dio e senza Stato la felicità breve dell’illuminismo
Il ’700 visto da Todorov: l’era in cui l’“uomo solo” e mai così libero ha espresso tutta la sua creatività
di Tzvetan Todorov Repubblica 7.11.14
IN Francia il periodo più importante dell’interazione tra illuminismo e
pittura si colloca fra due date: 1715 (anno in cui morì Luigi XIV) e
1789. Negli altri paesi europei la separazione è meno netta, ma la
suddivisione è simile. Sarà il lasso di tempo che percorreremo in questo
testo, salvo poche incursioni nel periodo precedente o in quello
successivo. Questo breve XVIII secolo sarà caratterizzato in Francia
dalla reggenza e dal lungo regno di Luigi XV, un periodo in contrasto
con il secolo precedente. Il fulcro della vita pubblica si sposta dalla
corte alla città, da un’organizzazione sociale fondata sui principi
della religione a uno spazio civile.
Nell’Ottocento uno storico della pittura afferma, in maniera forse
eccessiva, che si trattava allora di una fase in cui «all’estrema
devozione si sarebbe sostituita la licenza».
Il contrasto con il periodo postrivoluzionario è comunque altrettanto
forte. A tale riguardo possiamo paragonare questo breve XVII secolo con
un altro periodo di transizione, un momento della storia romana che
Flaubert descrive così: «Quando le divinità non c’erano più e Cristo non
c’era ancora, da Cicerone a Marco Aurelio c’è stato un momento unico in
cui l’uomo è stato solo». Per parlare di quest’altro “momento” più
recente si potrebbe parafrasare Flaubert e affermare: quando il Dio
cristiano non c’era più e le divinità moderne — la nazione, il popolo,
lo stato — non c’erano ancora, da Watteau a Goya si è assistito a un
momento eccezionale in cui l’uomo è stato completo, in cui gli uomini
sono riusciti a instaurare un fragile equilibrio tra le loro diverse
aspirazioni.
Si tratta di uno spirito, uno Zeitgeist, e non di una filosofia.
L’illuminismo non forma un sistema di pensiero rigoroso e omogeneo, ma
una sintesi, ed è in quanto “spirito” che prende parte allo scambio con i
pittori del tempo. Tale spirito è contraddistinto da alcune
caratteristiche che possiamo analizzare e ciò permette di opporlo a un
altro spirito, quello dell’Ancien Régime, ormai distinto, mentre prima
rappresentava un sostrato comune a tutti.
In primo luogo abbiamo a che fare con un mondo disincantato, regolato
secondo le leggi della natura e con istituzioni sociali che sono opera
dei soli esseri umani. Dio era il garante della tradizione e dell’ordine
immutabile; in seguito alla sua scomparsa, gli individui possono
iniziare a plasmare il proprio destino. Si prepara così il passaggio da
una società consuetudinaria a una deliberativa. La religione non
scompare, tutt’altro, ma il suo ruolo nella società cambia. Da un lato,
gli individui la considerano un fatto personale; dall’altro, si diffonde
sempre più la consapevolezza della pluralità delle credenze religiose,
si è curiosi di conoscere quelle dei popoli lontani, fanno breccia le
idee di tolleranza e si rinuncia al desiderio di convertire tutti al
proprio credo.
Da fondamento dell’ordine sociale la religione diventa, insieme a tanti
altri, oggetto di curiosità. Quelle che in precedenza erano considerate
manifestazioni del soprannaturale ora sono interpretate come metafora
dell’eccesso, stravaganza pittoresca o convenzione letteraria. Non si
bruciano più le streghe, ma si cerca di disilluderle o di guarirle. Alla
ricerca della salvezza, imposta dall’alto, si sostituisce la ricerca
della felicità, orna. mai un obiettivo legittimo. Il piacere e il
godimento non sono più considerati maledetti. L’amore, a questo punto,
occupa un posto centrale e la distinzione tra corpo e spirito è
superata. Le passioni sono legittimate in quanto espressione delle leggi
naturali. Per usare le parole di Louis Dumont, l’homo hierarchicus sta
per essere minacciato dall’homo equalis, le stratificazioni sociali sono
messe in discussione, le idee di uguaglianza universale cominciano a
diffondersi. Tutto ciò induce a prendere in considerazione i più umili e
a preoccuparsi per la prima volta degli emarginati — senza che ciò sia
in contrasto con la morale cristia- È possibile sfidare le autorità e
criticare le dottrine.
È anche l’epoca in cui in Europa si sviluppa rapidamente la conoscenza
delle società lontane, pur rimanendo etnocentrica; inizia a diffondersi
l’idea di una pluralità delle culture, delle leggi, dei valori. Nello
stesso tempo il passato non è più ridotto a una mera serie di esempi che
illustrano leggi eterne. La discussione tra antichi e moderni è
definitivamente risolta a favore di questi ultimi: ogni epoca possiede i
propri valori, che non sempre è possibile considerare superiori o
inferiori. Ogni società è di per sé plurale, in quanto composta da
gruppi i cui interessi non coincidono necessariamente in tutto.
La presa di coscienza della diversità sociale e la molteplicità stessa
delle direzioni verso le quali si rivolge il pensiero favoriscono la
pluralità interna delle dottrine di quest’epoca. Ai giorni nostri si
distinguono talvolta nell’illuminismo due correnti: una moderata, che
partecipa ancora dei compromessi con le idee dell’Ancien Régime, e una
radicale, più vicina al materialismo e all’ugualitarismo che ne
susseguono, ai quali noi stessi oggi ci richiamiamo. È lecito chiedersi,
tuttavia, se non occorra invertire qui il giudizio di valore.
L’illuminismo radicale è monista, per- ché esalta uno solo dei propri
ingredienti ed esclude i restanti. Quello moderato, invece, non è certo
l’acqua tiepida del compromesso, il miscuglio eclettico di elementi
eterogenei o il mantenimento del tradizionale dualismo fra corpo e
spirito. Converrebbe interpretare il termine moderazione con il
significato che gli attribuiva Montesquieu, come articolazione tra i
diversi principi a cui ci si richiama, ciascuno dei quali costituisce un
freno per gli altri, e non dimenticare i dibattiti talvolta accesi che
animano il pensiero dell’illuminismo.
Pensiamo a quelli che promuovono il regno della ragione e quelli che lo
mettono in discussione, a coloro che credono al progresso e a chi
rinuncia a individuare un senso negli eventi della storia. Questa
pluralità sfocia non nell’incoerenza, ma nella complementarità; è
preferibile, allora, non eliminare le contraddizioni talvolta insanabili
della condizione umana. Dal canto loro, artisti, pittori e scrittori
offrono allo spirito dell’illuminismo un contributo indispensabile, che
lo rende ancora più ricco di sfumature e più complesso. Traduzione di
Emanuele Lana © 2-014, Garzanti Libri S. r. l.
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