Non si può comprendere il liberalismo, fuori dal racconto dominante che lo identifica con la democrazia, senza porre la questione dei rapporti di forza politico-sociali. Una cosa è perciò la lotta per il libero scambio e la deregolamentazione alla metà dell'Ottocento, in società ancora in parte feudali, una cosa completamente diversa è oggi, quando significa distruzione consapevole di quella democrazia moderna che il liberalismo non ha mai amato e sempre ha subito. Liberalismo significa perciò oggi prevalentemente questo: guardiano notturno e niente tasse. Come ben rivendica Berti [SGA].
Thomas Hodgskin: Crimine e Potere. Due lezioni londinesi, a cura di
Alberto Mingardi, Liberilibri pp. LXXIV-126, euro 16
Risvolto
"Così il Parlamento, con le sue azioni
dirette, trasforma gli innocenti in colpevoli, crea per legge crimini e
criminali". Nella Londra di metà Ottocento, Thomas Hodgskin denunciò una
società che si muoveva "sotto il dominio di due principî contrastanti":
da una parte, il mercato e la libertà, all'origine della straordinaria
esplosione di ricchezza dell'età moderna. Dall'altra, la legislazione e
l'arbitrio del potere pubblico: strumento a disposizione di una classe
dominante avida di privilegi, e desiderosa di sottrarsi alle
oscillazioni e ai rischi della concorrenza. Da queste conferenze, due
gioielli di lucidità e passione, emerge il pensiero senza compromessi di
un "anarchico smithiano": che dieci anni dopo l'abolizione delle Corn
Laws sognava un mercato libero di regolare "gli stipendi dei funzionari,
e le pigioni al clero, così come avviene con i profitti del negoziante e
coi salari del lavoratore".
Giampietro Berti - il Giornale Dom, 16/11/2014
Se i politici dessero il buon esempio
L’attualità di due lezioni del 1857 sulla Gran Bretagna (e l’Italia)
Carioti Corriere on line
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