mercoledì 28 gennaio 2015
Culto della personalità è solo quello degli altri
Semmai andrebbe superato rapidamente il lato ancora naif del neorealismo cinese [SGA].
Dilaga
a Pechino un culto della personalità del presidente così massiccio che
non si vedeva dai tempi di Mao: secondo gli analisti maschera una svolta
neo-autoritaria
di Guido Santevecchi Corriere 28.1.15
Cina, la stretta ideologica di un leader insicuro
di Guido Santevecchi Corriere 31.1.15
Comunicato
dell’agenzia di notizie statale Xinhua: «Il ministro dell’Istruzione
della Cina ha ammonito le università del Paese a mantenere l’integrità
politica e a non consentire mai che libri di testo che promuovono valori
occidentali entrino nelle nostre aule».
I docenti debbono anche
evitare qualsiasi discorso che critichi i dirigenti del partito e il
socialismo. Qualche giorno fa le università avevano ricevuto istruzioni
di accentuare l’insegnamento del marxismo e del socialismo per
assicurarsi che questi valori «entrino nelle teste degli studenti». La
direttiva sui libri di testo, presa alla lettera, riporterebbe le
università cinesi indietro di decenni, ai tempi dell’isolamento
culturale. Nelle grandi università, dalla Tsinghua alla Peking, oggi si
studia su libri in lingua inglese o tradotti dall’inglese che sono la
base dei corsi di scienze ed economia. Ogni anno decine di migliaia di
studenti cinesi vanno all’estero a perfezionarsi dopo essersi formati su
quei manuali che ora il ministero vorrebbe censurare. La scomunica dei
valori occidentali negli studi è l’ultimo segnale in ordine di tempo di
una stretta ideologica da parte del governo del presidente Xi Jinping.
Pochi
giorni fa c’è stata una nuova ondata di censura su Internet con il
blocco delle Vpn ( Virtual private network ) che permettevano a milioni
di cinesi di navigare su siti stranieri diversamente inaccessibili: nel
lungo elenco dei collegamenti oscurati si va da Google a Facebook. Da
molti mesi si succedono arresti di blogger, giornalisti, dissidenti e
dei loro avvocati.
Eppure tutti dicono che Xi Jinping è forte, nessun
leader prima di lui in Cina ad eccezione di Mao, forse nemmeno Deng
Xiaoping, ha avuto una tale concentrazione di potere. Perché allora
questi segnali repressivi che mostrano insicurezza e paura? Xi
evidentemente ha motivi per dubitare della stabilità del sistema basato
sul partito-Stato e rilancia la carta dell’ideologia.
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