giovedì 26 marzo 2015

Attenti a Demogorgone!

Risultati immagini per Il mito di Demogorgone. Origine e metamorfosi di una divinità “oscura”Marco Barsacchi: Il mito di Demogorgone. Origine e metamorfosi di una divinità “oscura”, Marsilio, pp. 234, euro 23


Risvolto
Demogorgone è il misterioso personaggio, celato nelle profondità della terra, che Boccaccio, nel suo trattato sulla mitologia classica, pone come capostipite degli antichi dèi. Questa figura, che assolutamente non appartiene al pantheon greco-romano, come già mise in evidenza la filologia umanistica, è però rimasta presente, attraverso numerose metamorfosi, negli ambiti più diversi della cultura non solo italiana ma anche di altri paesi. Fino ai nostri giorni. Effetto del prestigio che ebbero in tutta Europa, per almeno due secoli, le Genealogie deorum gentilium di Boccaccio, o della suggestione esercitata da quel nome che sembra avergli conferito una fantastica consistenza che ne va oltre? Così, troviamo Demogorgone in qualche pagina di dotti umanisti, nei "mystères" francesi, nei poemi cavallereschi italiani e spagnoli, nel teatro e nella poesia elisabettiana, nell'alchimia, nella poesia romantica, in qualche autore del Novecento e, oggi, nei risvolti oscuri della "cultura" new age. Partendo dal trattato di Boccaccio, questo saggio studia la genesi del "mito" nei secoli della tarda antichità, tra gnosticismo e filosofia neoplatonica, nonché i testi nei quali compare prima che nelle Genealogie deorum, e seguendolo poi nelle numerose epifanie che lo hanno fatto arrivare fino a noi. Un'appassionante avventura lungo sentieri poco frequentati, dove cresce l'erba.


Il padre degli dei divenuto principe dei demoni 

26 mar 2015  Libero MARIO BERNARDI GUARDI
Reso celebre da Boccaccio, il m ito di Dem ogorgone ha conquistato la letteratura europea e i circoli esoterici. Fino a im porsi, nella versione più oscura, nell’im m aginario dei fum etti e dei videogiochi 

La mitologia greco-latina lo ignora. Non ci sono autori classici che ne parlino. Non compare né tra gli dèi né tra i dèmoni, non è un eroe e nemmeno un mostro. Me nelle Genealogie deorum gentilium di Giovanni Boccaccio, che l’autore del Decamerone considerava la sua opera più significativa e che fino al Rinascimento rappresentò la principale fonte mitologica della cultura europea, Demogorgone fa la sua bella (o, se si preferisce, brutta) figura. Col suo nome altisonante e misterioso, che sembra coniugare l’immagine del Demiurgo, artefice e padre dell’universo, con quella delle orribili Gorgoni, signore della morte, il Demogorgone del Boccaccio emerge minaccioso tra nuvole e nebbie.  
È l'insondabile spirito della terra, circonfuso di oscura maestà? O è il principe delle tenebre? E che dire dei suoi compagni Eternitas e Chaos e dell’eletta schiera dei suoi nove figli: Litigium, Pan, Cloto, Lachesis, Atropos, Polus seu Pollux (il Cielo), Phyton seu Phaneta (il Sole), Terra ed Herebrus? 
Marco Barsacchi, già docente di Letteratura italiana all’università finlandese di Turku e appassionato studioso di “storie lontane”, propone un’indagine a tutto campo sul multiforme personaggio, seguendone le numerose apparizioni negli ambiti più diversi della cultura italiana ed europea ( Il mito di Demogorgone. Origine e metamorfosi di una divinità “oscura”, Marsilio, pp. 234, euro 23). 
Si parte, ovviamente, dalle Genealogie del Boccaccio, che lavorò alla sua opera, con costanti revisioni, dal 1350 fino alla morte, nel 1375. Come mette in risalto Barsacchi, l’intento del Certaldese, «spinto da innato gusto per ogni tipo di fabula », era quello «di esporre i miti con la maggiore completezza possibile, ordinarli e cercare di intenderne il senso», piuttosto che «di analizzarli e discuterli criticamente». Molte le fonti: venerati auctores come Omero, Aristotele, Cicerone, Livio, Virgilio, Orazio, Plinio, ma anche gli eruditi e i mitografi della tarda antichità ed oltre, come Lattanzio, Placido, Fulgenzio e Alberico, e i mitografi vaticani come Macrobio, Boezio e Marziano Capella. Fino al tardo e oscuro Teodonzio. Da lui Boccaccio apprende che gli antichi Arcadi ritenevano la terra principio di tutto e pensavano che in essa fosse infusa una mente divina che aveva dato origine a tutte le cose. Ebbene, questa mente è, per l’appunto, Demogorgone. E l’ambiguità Un Dem ogorgone bicefalo, con teste di m andrillo e braccia serpentine, nell’universo di «Dungeons & Dragons», dove è il Principe dei Dem oni. Sopra, la copertina del libro di Barsacchi sta già nelle origini: è un creatore benevolo o è una divinità ctonia dai tratti sinistri? 
Spandendo all’intorno la fascinazione del monstrum, nel duplice senso del prodigioso e dell'orrifico, dalle Geneaologie in poi Demogorgone prende stabile dimora nella cultura europea. Barsacchi ne segue incarnazioni, apparizioni e metamorfosi dalle trattazioni degli umanisti ai poemi cavallereschi italiani e spagnoli, alla cultura elisabettiana, alla poesia romantica, all’alchimia. Dove viene accolto alla grande: ad esempio, nei suoi Dialoghi d’amore - vero e proprio punto d’incontro fra tradizione veterotestamentaria, platonismo e suggestioni cabalistiche - Leone Ebreo presenta Demogorgone come «luminoso e celeste Principio primo». E c’è un versante “demogorgonico” anche nell’occultismo new age e nell’universo fantastico dei videogames. Dove il nostro torna ad assumere fattezze diaboliche. Nel gioco di ruolo «Dungeons & Dragons», per esempio, si chiama Demogorgone il Principe dei Dèmoni; e si chiama così il mostro che incontriamo nel videogioco «Forbidden Forest».  
Ma il dibattito resta aperto e vale la pena rileggere il Prometeus umbound di Percy Shelley, dove Demogorgone (dio? demone? o altro?) evoca un Ordine impersonale cui è soggetto l’intero universo. Compresi gli dèi.

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