lunedì 2 marzo 2015

"I quattro complessivi": la teoria di Xi

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di Simone Pieranni l manifesto 27.2.15


Congresso del Popolo. Giovedì il discorso del premier Li Keqiang
Pechino prepara le linee guida delle nuove riforme economiche
di Rita Fatiguso  Il Sole 3.3.15
Pechino Niente accade per caso, nelle vicende cinesi. Così il secondo taglio dei tassi di interesse in tre mesi operato dalla Banca centrale dopo oltre due anni di letargo (il tasso di deposito a un anno va al 2,5%, i prestiti al 5,35 e il limite di “galleggiamento” a 1,3 da 1,2) nonché i regolamenti per la registrazione della proprietà immobiliare (la novità: si paga a partire dalla seconda casa) sono scattati domenica 1° marzo. In pratica, a ridosso della terza sessione plenaria del 12esimo Congresso del Popolo, la kermesse che va di scena ai primi di marzo ogni anno nella Great Hall of People. Oggi tocca alla Commissione consultiva, giovedì al Congresso del popolo, con l’ouverture del “discorso della corona” del premier Li Keqiang, che ha l’onere e l’onore di tracciare le linee guida del 2015, specie nell’economia.
L’anno scorso la crescita è stata del 7,4 al minimo da 24 anni, bisogna rimettere l’economia sui giusti binari, le due novità sono, quindi, una boccata di ossigeno per la Plenaria. Sia il nuovo taglio ai tassi del Governatore Zhou Xiaochuan necessario a ridare fiato alle piccole e medie imprese e ad allentare la pressione del debito, sia la riforma degli immobili, utile a rimettere il sistema con i piedi per terra favorendo l'accesso alla casa per ampi strati della popolazione rimasti tagliati fuori dalla speculazione edilizia.
Due regali il cui effetto combinato, si spera, servirà a evitare la doppia trappola del debito e quella della deflazione: le mosse della Banca centrale e quella sulle seconde case sono state possibili, infatti, solo grazie a un’inflazione rimasta bassa, a gennaio era ai minimi dal 2005. La mini-ripresa della produzione industriale a 50,1 sempre a gennaio, da sola, non basta a far tornare il sorriso.
Obiettivo vero sono le riforme, il 2015 è l’ultimo anno del 12° piano quinquennale. Il Comitato Centrale ne sente il peso, l’ha definito «anno chiave del completo approfondimento della riforma». Dalle riunioni sul lavoro economico per il 2015 delle varie province e regioni, che ha preceduto le due sessioni, emerge questa chiara direzione. Nel calderone c’è un po’ di tutto: dalle pensioni (aggancio fra enti statali e imprese private, e poi con le campagne), all’ambiente: controllo dell’applicazione dell’emendamento della legge sulla tutela ambientale, più informazione sull’enforcement, collegamento fra sviluppo economico e tutela ambientale. La lotta alla corruzione che, come ha detto ieri in conferenza stampa il portavoce della Plenaria «prevede la caccia ad altre tigri», sarà una lotta attraverso la legislazione e il controllo del potere attraverso la supervisione. La legislazione prevede l’ampliamento dei poteri a livello locale, limiti dei poteri del governo, decentramento dei poteri negli investimenti, per il fisco, i prezzi, la finanza e le imprese statali che dovranno essere riformate.
Dai rapporti di governatori delle province emerge la necessità di adattarsi alla «nuova situazione permanente» (xin changtai) di un tasso di crescita inferiore, dando meno importanza al Pil, a favore della riforma e dell’innovazione e del miglioramento del livello di vita della popolazione. Quest'anno 26 tra province regioni autonome e municipalità hanno ridotto le previsioni del tasso di crescita e Shanghai le ha addirittura cancellate.
Si auspica la creazione di nuove zone di libero scambio come la Ftz di Shanghai mentre la creazione della «cintura economica della nuova via della seta terrestre» e della «nuova via della seta marittima» accendono gli entusiasmi a livelli locale. “Dal basso” si osserva anche che la nuova ricchezza cinese è legata ai settori auto e IT, ma la maggior parte delle imprese dell’IT cinese «sono registrate nei paradisi fiscali all’estero». Su questo il Governo sarà invitato a riflettere.

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