«L’anticapitalismo di destra ci salverà dalla crisi»
Il politologo Giorgio Galli introduce l’opera dell’inglese Alfred R. Orage «Il tem po non è denaro», che già nel 1934 profetizzava le diseguaglianze di Piketty, la finanza nera e una strana alleanza...
Il riferimento «esplosivo» alla crisi delle democrazie occidentali, era la conclusione del discorso di Orage Povertà in mezzo all’abbondanza, radiotrasmesso dalla Bbc. il 5 novembre 1934, quando ancora l'Europa si leccava le ferite per una crisi economica che, partita nel settembre '29 da Wall Street, la aveva travolta nel giro di pochi mesi. Durante la radiotrasmissione Orage, accusò dei malori, ma portò ugualmente a termine il programma. Colpito da infarto durante la notte, morì il giorno dopo. «Mi rendo conto che la definizione di anticapitalismo di destra possa essere discussa» sottolinea Giorgio Galli «ma si tratta di una scelta chiarificatrice. C'è un ben noto anticapitalismo di sinistra, culminante con il marxismo-leninismo, che vuole abbattere il capitalismo. Poi ci sono altre correnti culturali, il nome più noto è quello di Ezra Pound (sua la critica alla usucrazia, potere dell'usura), solo da poco fatte oggetto di studio, che criticano il capitalismo non per abbatterlo ma per migliorarlo, in un’ottica che non è neanche quella del socialismo riformista. Ed è per questo motivo, per la sua estraneità al marxismo, che definisco questa cultura, anticapitalismo di destra».
Per Orage la terapia al conflitto sociale era un sindacalismo delle gilde; qualcosa che portasse il paese reale, i ceti produttivi, a determinare direttamente le scelte economico - politiche dei Paesi (un’anticipazione delle «diseguaglianze» del Capitale di Piketty).
«Ma ciò che risulta sorprendente in Orage, come in tutti questi pensatori trascurati o dimenticati in quanto lontani dal mainstream marxista, è che avevano capito già nella prima parte del XX sec. quale sarebbe stato il problema del capitalismo (e della povertà) del futuro».
Quindi, professor Galli, anche di quello che ha prodotto l'attuale crisi economica e che in diversi stati ha portato alla «sospensione» della democrazia, cioè a forme di democrazia eterodirette da elite economiche.
«Da vari anni, gruppi e associazioni, in Usa e in Europa, sostengono che, se non si limita il potere delle banche private di creare denaro dal nulla, la prossima crisi potrebbe essere ancora più devastante della precedente. E lo dice anche il maggiore quotidiano economico del mondo ( Financial Times), pilastro della cultura economica neo liberale » .
Lei suggerisce, a partire dalle idee di Orange, di far partecipare il popolo alla elezione dei membri dei Consigli di Amministrazione di importanti aziende.
«Certo, è un fatto che la democrazia rappresentativa è in difficoltà. I poteri reali dei parlamenti sono sempre più ridotti. Nel mondo occidentale ci sono cinquecento multinazionali, nei cui consigli si prendono le decisioni che contano, alle quali i parlamenti sono assolutamente subalterni. La mia idea è che il naturale sviluppo della democrazia rappresentativa potrebbe essere la partecipazione dei cittadini alla elezione di quei consigli di amministrazione. Capisco che sembri un'idea utopica, ma nel '700 era utopico pensare di arrivare al suffragio universale, dato che l'unico parlamento elettivo esistente, quello inglese, aveva una base elettorale del 2% della popolazione. Una democrazia rap-presentativa se vuol funzionare oggi, deve coinvolgere il potere economico. Se non lo coinvolge, alla fine i cittadini si trovano a votare per istituzioni che oramai detengono una piccola parte del potere».
Lei oggi crede possibili delle convergenze tra gli anticapitalisti marxisti, e quelli di matrice differente, da lei definita di destra?
«Certo che sì. La Bce, ad esempio, rappresenta solo un potere reale che è quello delle multinazionali. Juncker , il presidente della Commissione Europea, come primo ministro del Lussemburgo ha concesso alle multinazionali clamorose evasioni fiscali, permettendo loro di collocare nel Granducato le loro sedi fiscali. E questo gli anticapitalisti sia di destra che di sinistra lo hanno denunciato. Parlando della Grecia, che la famosa Troika non sia altro che la rappresentanza operativa di questi poteri, sia Alba Dorata che Tsipras, lo hanno detto apertamente».
Valutando la attuale crisi economica, lei è d'accordo con Orage che nel discorso Povertà in mezzo all'abbondanza, parlava di una miseria indotta dalla finanza più spregiudicata, alla quale gli stati hanno concesso il diritto di stabilire la quantità di denaro da mettere in circolazione?
1 commento:
Anche secondo me è riduttivo collocare Orage a destra o a sinistra, così come Douglas che sempre si era dichiarato antifascista mentre il suo duscepolo Pound... Insomma, tre personaggi talmente originali e creativi che sfuggono, sorpassandole, le grandi categorie livellatrici del politico
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