Siamo nell’anno 64 a. C., Cicerone presenta la sua candidatura al consolato. Il celebre oratore, nato nel 106 a. C ad Arpino da famiglia equestre, è un “homo novus”: così è definito ogni cittadino della Repubblica che intraprenda la carriera politica senza avere in famiglia un antenato che abbia avuto una magistratura curùle, cioè di quelle che conferiscono il diritto di far uso della sella curule, un seggio d’avorio simbolo d’autorità (censura, consolato, pretura, edilità). Provenendo dal rango equestre è particolarmente sensibile alle ragioni del suo ceto. Dalla seconda metà del III secolo gli “equites”, i cavalieri, cominciano a trasformarsi da formazione militare in nuova categoria sociale, l’ordine equestre, che era per approssimazione quello che oggi potremmo definire borghesia, cioè imprenditori, membri di società finanziarie, di appalto, di trasporto, di commercio. Gli “equites” per la potenza finanziaria raggiunta costituivano nel II secolo a. C. importanti gruppi di pressione nei confronti del potere politico. Cicerone, che è un uomo ambizioso oltre che brillante oratore, filosofo eclettico e uomo politico, aspira alla più importante delle magistrature, il consolato...