giovedì 23 aprile 2015
Dopo l'avvocato e il giornalista
Risvolto
Ancora oggi una questione sociale complessa
quanto quella della prostituzione viene spesso affrontata con
leggerezza, se non addirittura ignorata da chi ritiene le prostitute
donne perdute, irrimediabilmene votate per interesse, o per vizio, al
loro sordido mestiere. Il libro di Bullough, storico americano
specializzatosi in tematiche di medicina sociale, ha il grande merito di
affrontare l'argomento su basi originali, ponendo l'accento sui motivi
storico-sociali che hanno portato migliaia di donne verso il mestiere
più antico del mondo. Attraverso un'analisi brillante e approfondita che
va dalle società primitive fino agli anni Sessanta del XX secolo,
l'autore analizza l'atteggiamento delle varie comunità e religioni e dei
poteri statali di fronte al problema, nonché il percorso della donna
nelle diverse epoche. Vita familiare, educazione, indigenza, ignoranza
sessuale, disinibizione... Se questi sono i motivi di fondo che, in ogni
epoca, hanno concorso a determinare la scelta di molte giovani donne,
altre considerazioni e condanne morali hanno spesso reso impossibile il
loro reinserimento in una società che, pur servendosi del loro corpo, si
è quasi sempre rifiutata di agevolarle nella dura ricerca di una nuova
esistenza. In appendice un saggio di Elizabeth Bernstein sulla
prostituzione nella San Francisco dall'Ottocento a oggi, che getta una
luce nuova sul ruolo e la dimensione delle sex workers nella società
odierna.
I greci ne facevano una questione "retorica", i romani erano molto pragmatici I cristiani sono tolleranti, gli islamici furbi, gli anglosassoni (fintamente) puritani
Luigi Mascheroni - il Giornale Mer, 22/04/2015
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