lunedì 13 aprile 2015
Lutero e la mistica
Lutero e la mistica, a cura di Franco Buzzi, Dieter Kampen e Paolo Ricca, Claudiana, Torino, pagg 272, € 34,00
Risvolto
Il rapporto di Lutero con la mistica è assai più
significativo di quanto si ritenga comunemente: la ricerca
internazionale degli ultimi anni ha dimostrato che essa non fu per
Lutero solo un entusiasmo giovanile.
Identificare il fondamento mistico del pensiero
del Riformatore tedesco contribuisce a portare alla luce le radici del
suo pensiero nel monachesimo e nella teologia medievale, permettendone
una migliore comprensione e una valorizzazione per l'oggi, anche in
ottica ecumenica.
Come affermano gli studiosi Bernd Hamm e Volker
Leppin, la stessa "composizione d'insieme della teologia di Lutero ha
carattere mistico e la genesi di tale teologia è da descrivere come
l'ideazione di una nuova forma di mistica".
Esperienze mistiche di Lutero
di Armando Torno Il Sole Domenica 12.4.15
Lutero non era propriamente un mistico ma i suoi scritti testimoniano
non poche conoscenze in materia. Lui stesso dichiara di avere avuto
esperienze ascetiche, anzi afferma di essere stato rapito nel terzo
cielo. Che cosa significa? Quanto confessa l’ex monaco agostiniano trova
ragione nella Seconda Lettera ai Corinti di Paolo: «Conosco un uomo in
Cristo che, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non
lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest’uomo -
se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito in
paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare»
(12, 2-4). Il tema è ripreso da Agostino ne La Genesi alla lettera;
Dante vi colloca le anime di coloro che amarono (appaiono al poeta come
splendori che si muovono rapidamente in circolo).
Non è che un esempio. Ora un libro, nato dalla raccolta dei saggi
preparati per un convegno dell’Accademia di Studi luterani in Italia –
svoltosi a Milano, alla Biblioteca Ambrosiana, nel settembre 2012 – è
dedicato al rapporto tra il riformatore e la mistica. Curato da Franco
Buzzi, Dieter Kampen e Paolo Ricca, pubblicato da Claudiana accanto alle
Opere scelte di Lutero (avviate nel 1984 e ancora in corso), ospita
testi di notevole interesse. Come le pagine di Karl-Heinz zur Mühlen che
esaminano le sue frequentazioni non soltanto con la mistica medievale,
tedesca o esegetica, ma anche quelle avute con le correnti dell’età di
mezzo o con autori antichi che erano già dei classici per il genere (lo
pseudo Dionigi Areopagita, per esempio). In tal caso si potrebbe
aggiungere che Lutero consulta particolarmente codesto autore per
l’esegesi di alcuni passi dei Salmi, anche se non desidera utilizzare
eccessivamente la teologia negativa che caratterizza appunto il pensiero
dello pseudo Dionigi.
Si potrebbe dire che Lutero intenda il Dio che abita in una luce
irraggiungibile il medesimo celato nell’umanità di Cristo e, al medesimo
tempo, lo concepisca come colui che si rivela nella parola del Figlio.
Comunque, il problema della segretezza di Dio ci porterebbe lontano e
Lutero – senza mai dimenticare il tema della fede - è attento a non
perdersi nelle speculazioni dell’Areopagita, autore che frequenta abissi
e vertigini, come prova la traduzione di Enrico Turolla di tutti i suoi
scritti (il Corpus dionysiacum è stato integralmente riproposto da La
Vita Felice)
Tornando alla raccolta di saggi della Claudiana Lutero e la mistica va
aggiunto che Dieter Kampen si è occupato del «carattere mistico delle
fede pura», che Sven Grosse ha approfondito La mistica in Bonaventura e
in Lutero e che tra gli altri Franco Buzzi ha indagato su La fede di
Abramo nelle Lezioni sulla Genesi di Lutero». Né mancano in appendice
brani dello stesso riformatore tratti dalle prefazioni alle edizioni
della Teologia deutsch del 1516 e del 1518. In esse si legge:«Oltre alla
Bibbia e S. Agostino non ho trovato nessun libro da cui ho imparato di
più cosa siano Dio, Cristo, uomo e tutte le cose».
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