domenica 21 giugno 2015

Il pensiero ebraico del Novecento

Il pensiero ebraico nel NovecentoIl pensiero ebraico del Novecento, a cura di Adriano Fabris, Carocci, Roma, pagg. 344, € 28,00

Risvolto

Se consideriamo la storia della filosofia del XX secolo ci accorgiamo che i maggiori pensatori sono per lo più di origine ebraica. In molti casi, anche in conseguenza delle persecuzioni e della Shoah, ciò ha inciso fortemente sul loro modo di fare filosofia. Il libro, dopo aver preso in esame gli autori in cui l’intreccio di filosofia ed ebraismo è maggiormente evidente, approfondisce alcuni nodi teorici affrontati dal pensiero ebraico del Novecento.


judaica

Le vie del dubbio

Giulio Busi Domenicale 21 6 2015

A metterli in fila uno sull’altro si farebbe una scala lunga fino in cielo. Altro che torre di Babele, fabbricata con mattoni mesopotamici. La costruzione più alta e pericolante della Bibbia è fatta di dubbi, di perché e di recriminazioni. A ogni piè sospinto, Mosè e compagni hanno da ridire, bofonchiano, non ci credono. Gli egiziani infieriscono su Israele? Mosè se la prende subito con il Signore: «Perché hai fatto male a questo popolo? Perché dunque mi hai mandato?» Il sottotesto è evidente – se non sai farti rispettare, lascia stare! Poco dopo, quando Faraone sta per riacchiappare gli ebrei in fuga, è la gente a ripagare il profeta con la sua stessa, sarcastica moneta: «Non c’erano forse sepolcri in Egitto, che ci hai condotti a morire nel deserto?» Di questo humor nero, e di amare domande retoriche sono piene le Scritture, quasi a dirci che le vie del Signore sono lastricate di dubbi, grandi e lucenti come pietre ben levigate. Che poi da un simile arrovellarsi, dai tentennamenti e dalla disperazione possa nascere e si consolidi la fede, è fatto troppo umano perché ci sia bisogno di spiegarlo. O almeno così crederemmo, se non fossero i filosofi ebraici del Novecento, questi metodici dubitatori cresciuti alla scuola mosaica e socratica, a rincarare la dose delle insicurezze e dei distinguo. «Noi siamo il popolo della fede, siamo il popolo del dubbio. Sempre stato. Non solo oggi? No sempre». È una citazione dalle lezioni di Franz Rosenzweig su Der jüdische Mensch. Era il 1920, e i dubbi più grandi, e la disperazione, dovevano ancora venire. 
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