domenica 7 giugno 2015

La Bibbia inconsapevole della sinistra italiana: "L’Abc dell’anarco-comunismo" di Alexandr Berkman

Alexandr Berkman: L’Abc dell’anarco-comunismo, Nuova Delphi 



Un vademecun senza tempo

Andrea Comincini il Manifesto 6.6.2015, 0:02 

L’Abc dell’anarco-comunismo di Ale­xandr Berk­man (1870–1936), vide la luce nel lon­tano 1929, e riscosse subito note­vole suc­cesso. Pro­po­sto a stralci in varie rivi­ste nel secondo dopo­guerra, resta l’ultimo scritto dell’anarchico lituano, il più impor­tante. La casa edi­trice Nova Del­phi pro­pone oggi il testo com­pleto del cele­bre pam­phlet, non solo per l’intrinseco valore sto­rico, ma per la strin­gente attua­lità delle tema­ti­che ripor­tate. Il trat­tato di Berk­man infatti non rap­pre­senta un docu­mento divul­ga­tivo con­se­gnato ad un pre­ciso momento del secolo scorso, ma si pro­pone anche di defi­nire le linee guida di una rivo­lu­zione anar­chica da lì a venire.
Il titolo inglese è espli­ca­tivo: Now and After: the ABC of Com­mu­nist Anar­chism. Berk­man vive in un momento segnato dalla Rivo­lu­zione d’Ottobre, e com­prende che la sua pro­spet­tiva poli­tica è soprat­tutto rivolta al domani. Una parte impor­tante delle rifles­sioni è desti­nata pro­prio alla Rus­sia bol­sce­vica. Soste­ni­tore entu­sia­sta da prin­ci­pio, fu tra­volto suc­ces­si­va­mente da una pro­fonda disil­lu­sione: nono­stante pro­vasse ammi­ra­zione per l’acutezza di Lenin, e ne rico­no­scesse l’onestà, si trovò ben pre­sto a com­bat­terne le poli­ti­che rivo­lu­zio­na­rie, soprat­tutto dopo i fatti san­gui­nosi di Kronstadt. 


Nell’Abc tut­ta­via non è la parte sto­rica l’elemento fon­dante, bensì quella pedagogica. 
La prima sezione si inti­tola «Ora», ed è dedi­cata a spie­gare al let­tore dif­fi­dente o ignaro dei prin­cipi anar­chici. È in que­ste pagine che emerge forte l’afflato idea­li­sta dell’autore, e la sua «fede»: il tono del discorso si fa coin­vol­gente e appas­sio­nato. «Voglio dirti cos’è l’anarchismo(…) Voglio par­lar­tene, per­ché credo che l’anarchismo sia la cosa più grande e più bella a cui l’uomo abbia mai pen­sato; l’unica cosa che può darti libertà e benes­sere, e por­tare pace e gioia nel mondo».
La dimen­sione inter­na­zio­nale del discorso risulta fon­da­men­tale per svi­lup­pare tutte le istanze teo­re­ti­che e sociali del testo, e per tal motivo è par­ti­co­lar­mente pre­zioso il sag­gio intro­dut­tivo di Roberto Carocci, stu­dioso dei movi­menti ope­rai, il quale non si rispar­mia nel trac­ciare un qua­dro com­pleto del movi­mento rivo­lu­zio­na­rio nel secolo scorso — con par­ti­co­lare cura, ovvia­mente, per le vicende di Berk­man. L’introduzione di Emma Gold­man, com­pa­gna per una vita dell’anarchico, ricalca lo spi­rito del sodale e stig­ma­tizza un ele­mento impor­tan­tis­simo: «Non si può negare che c’è una grande dif­fe­renza tra il pen­siero del lavo­ra­tore latino e quello del suo fra­tello ame­ri­cano o inglese; il primo è stato immerso nelle tra­di­zioni rivo­lu­zio­na­rie e nelle bat­ta­glie per la libertà e per altre cause, men­tre il secondo è cre­sciuto sulle “bene­di­zioni” del parlamentarismo». 
La dif­fe­renza tra socia­li­smo rifor­mi­sta e tra­di­zione rivo­lu­zio­na­ria è un punto cen­trale nella lunga bat­ta­glia del movi­mento anar­chico, e Berk­man non ne è da meno (per que­sto dedica, nella parte finale, molto spa­zio a «per­chè la rivo­lu­zione», «pre­pa­ra­zione», «vit­to­ria finale sul capi­ta­li­smo»). Seb­bene si respiri un certo mes­sia­ne­simo, è indu­bi­ta­bile la con­cre­tezza dell’analisi, con­cen­trata sulle dispa­rità sociali pro­dotte da una eco­no­mia a sfa­vore dei lavoratori. 
Se il discorso si svi­luppa tra pre­sente e futura rivo­lu­zione, è per­ché l’anarchismo – tema della seconda parte – viene giu­di­cato l’unico stru­mento che non con­fonde i mezzi con i fini, ma rie­sce in ogni attimo della vita a for­nire gli stru­menti adatti alla lotta. Per que­sto Berk­man insi­ste nel com­bat­tere i pre­giu­dizi ed i falsi miti divul­gati dalla stampa bor­ghese, come la vio­lenza dell’anarchismo, o la sua inef­fi­ca­cia. L’Abc è un manuale a tutti gli effetti, e la sua for­tuna nel secolo scorso ed attuale non può essere indi­vi­duata in un nostal­gico ricordo di vec­chie bat­ta­glie, ma nella per­si­stente richie­sta di giu­sti­zia che il mondo ancora reclama.

Nessun commento: