Canales: «È stata l’eredità che mi ha lasciato mio fratello maggiore, quando uscì di casa. Avevo 13 anni, e fu uno straordinario momento di passaggio: fu la prima volta in cui mi sentii in qualche modo adulto, quegli strani fumetti erano tante cose, ma di sicuro non erano infantili».
Pellejero: «Negli anni Settanta, appena fu tradotto in Spagna. La cosa che mi colpì fu la chiarezza delle linee, il carisma che emanava da quei tratti così essenziali».
Perché raccontare un’altra storia di Corto?
Pellejero: «È stato Pratt a lasciare una porta aperta, com’era nel suo stile. Nelle interviste, e nelle chiacchiere con gli amici, aveva fatto capire che questa possibilità non gli dispiaceva affatto. Saperlo ci ha resi molto più tranquilli».
Canales: «Lo stesso destino hanno avuto altri due eroi cari a Pratt, Ulisse e Sherlock Holmes».
Temete il rifiuto dei lettori più conservatori, di quanti si sentono «puristi»?
Canales: «Da un lato lo capirei, dall’altro vorrei rispondere: prima leggetelo! In questi ultimi anni Corto sta rischiando di finire imprigionato nelle aule universitarie, come un classico da studiare con troppa deferenza. Spero che il nostro lavoro sia l’occasione per tornare a leggere le sue avventure spensieratamente. Perché Corto Maltese è un grande romanzo popolare».
Pellejero: «Chi si aspetta “la stessa cosa” resterà deluso. Non abbiamo voluto copiare le opere di Pratt: non avrebbe senso e non ne saremmo capaci. Semplicemente abbiamo cercato di proseguire il suo percorso».
Corto ha girato il mondo in lungo e in largo, ma non era mai stato in Nord America.
Canales: «Il libro parte dalla suggestione di un viaggiatore italiano, Luca Romani, al festival dei comics di Lucca. Fu lui a darci l’idea di ambientare la storia nel 1915, di coinvolgere uno scrittore molto “prattiano” come Jack London, e di ambientare la storia in un deserto di neve. Il paesaggio è uno dei protagonisti del romanzo».
Pellejero: «È uno spazio inedito per Corto Maltese, ma non per Pratt. E per disegnarlo sono andato a rileggermi una sua storia poco conosciuta ma bellissima, quella del meticcio Jesuit Joe, L’uomo del Grande Nord ».
Pratt costruiva le sue geografie mescolando sogni, vecchie cartoline trovate nelle bancarelle, e le mappe della sua preziosa biblioteca a Malamocco. Voi come avete fatto?
Canales: «Credo che Pratt sarebbe rimasto a bocca aperta di fronte alla potenza delle immagini che si possono trovare in Internet. Il lavoro di documentazione è opposto: lui doveva cercare; noi soprattutto scartare, selezionare».
Pellejero: «Il suo segreto è che non voleva mai insegnare: soltanto suggerire».
Tra i maestri che lo hanno ispirato, Pratt citava narratori e poeti molto distanti: Coleridge e Borges, Melville e Saint-Exupéry. Voi?
Pellejero: «I grandi disegnatori italiani, Dino Battaglia e Sergio Toppi».
Canales: «Conrad e Kipling, che ho letto entrambi per merito di Pratt».
«Sotto il sole di mezzanotte» si svolge nel 1915: cronologicamente, non è affatto l’ultima avventura di Corto, ma la seconda, dopo la «Ballata del mare salato».
Canales: «Per nostra fortuna, Pratt ha lasciato molti spazi vuoti nella biografia del suo eroe: sembra proprio un invito a colmarli con altre storie, a occuparli con nuove fantasie».
Pellejero: «Sarebbe un errore raccontare la vita di Corto dopo la misteriosa, ultima vicenda di Mu; però è affascinante accompagnarlo in altri luoghi, che non aveva ancora attraversato. Magari l’Egitto, o perché no, l’Australia...».
Nessuno sa come muore Corto Maltese. L’ultima volta è stato avvistato nell’altipiano di Harar, a sud di Addis Abeba, nel 1929. Per alcuni vive ancora. Voi avete qualche notizia?
Canales: «Non so che fine abbia fatto, ma di sicuro oggi abbiamo ancora bisogno di lui. Il tesoro che ha inseguito per tutta la vita, la libertà degli individui e la convivenza pacifica, è ancora terribilmente lontano».
Pellejero: «Non voglio neanche immaginare la morte di quel gentiluomo di fortuna: disegnare la sua fine sarebbe rompere l’incanto».
Bruno Ventavoli tuttolibri 7 11 2015
Hugo Pratt aveva detto che Corto Maltese avrebbe potuto continuare nonostante lui. E 20 anni dopo la sua morte, arriva un capitolo apocrifo del fumetto capolavoro. L’ha scritto il madrileno Canales (autore di Blacksad, geniale saga hardboiled con animali antropomorfi), e disegnato il barcellonese Pellejero (suo è il bel «Dieter Lumpen»). Corto s’avventura nel nord artico per recare un’ambasciata dell’amico scrittore Jack London a una ragazza che gli scaldò il cuore. Incontra per strada un inuit sanguinario che porta il terrore di Robespierre tra i ghiacci, ribelli nordirlandesi, prostitute che vogliono emanciparsi e giapponesi che trattano le bianche, un pugile dal cuore tenero, e frotte di avventurieri, manigoldi, grassatori, indigeni. Romantico e coraggioso, come ai tempi delle matite di Hugo, il marinaio con gli occhi neri porta a termine la sua avventura Sotto il sole di mezzanotte. Con disegni che valgono l’originale e un testo che, nonostante qualche ingenua scivolata, fa sognare. Pratt non si rivolta nelle tavole.
Corto Maltese, Pratt e quel soggetto per un film da fare
20 nov 2015 Libero FRANCESCO SPECCHIA
Quanto di Hugo Pratt,zenith irraggiungibile del cartoonong mondiale c’è nel suo eroe Corto Maltese; e quanto di Corto si ritrova nella biografia romanzesca di Pratt?
A vent’anni dalla morte del grande autore e gentiluomo di fortuna veneziano (apolide, in realtà), a bocce retoriche ferme e passata la buriana dei festeggiamenti, rimane oggi del più grande autore italiano di fumetti d’ogni tempo, un doppio, nostalgico legato.
Il primo è il graphic novel apocrifo forse troppo osannato, Corto Maltese-Sotto il sole di mezzanotte di Juan Diaz Canale e Ruben Pellejero (Rizzoli Lizard, pp114, euro 20). Ambientata nel Nordamerica del 1915, tra il mito delle corsa all’oro, indiani assassini che si credono Robespierre, tesori scoperti dal (vero) Jack London e echi di una Grande Guerra prossima ventura, la nuova avvenura di Corto è da ritenersi un accorato omaggio a Pratt. Anche se gli autori lì si fermano e non riescono, comprensibilmente a far proprio il mito del marinaio (mancano le lunghe dida prattiane, gli approfondimenti esoterici, le presa di posizione storiche). Ma questo one-shot celebrativo rimane comunque a memento,per i più giovani, di una grandezza che non va mai dimeicata. Il secondo legato, un’eredità che profuma di nostalgia, attiene a un gossip che tambureggia tra gli addetti ai lavori: il recupero del soggetto dimenticato di un film sulla vita di Corto Maltese (in parallelo a quella del suo papà) che doveva realizzarsi negli anni ’80. L’autore doveva essere Sandro Parenzo già stimato sceneggiatore di cinema e oggi editore televisivo Mediapason ex Telelombardia.
Parenzo, veneziano come Pratt, era dello Stevenson del fumetto amico del cuore. Il film su Corto doveva accendersi nel fotogramma in cui il marinaio bambino decide di scavarsi sulla mano la linea della fortuna che gli mancava; il flusso di sangue si sarebbe trasformato nell’onda dell’Oceano Pacifico che trasporta il Corto legato alla zattera nella vignetta che apre la Ballata del mare salato. Il progetto di Parenzo, fascinoso, fu abbandonato per questioni di diritti. Oggi qualcuno vorrebbe riproporlo, accanto magari ad una biografia avventurosa del Pratt giramondo (potrebbe essere una coproduzione italo-anglo-marrocco- argentina...). Pare che l’idea sia stata ventilata alla Pepito Produzioni romana dell’ex direttore generale Rai Agostino Saccà. I fan, sul web, stanno già prendendo posizione...
2 commenti:
Ho appena finito di leggere questa attesissima nuova storia di Corto Maltese.
Sono un appassionato di Corto Maltese. Sia ben chiaro che non mi attendevo di riprovare le stesse sensazioni evocate dal grande Hugo Pratt perchè so bene che ogni essere umano è unico e irripetibile.
Vorrei esternare le mie impressioni. La storia è avvincente e convincente. I disegni sono belli e rispettano l'aura dell'immenso personaggio prattiano.
Procedo con le mie perplessità. Si dice nelle pagine finali sia stata rispettata
l'impaginazione. A me le vignette sono risultate piccole. Da ciò ne è conseguita una dimensione troppo piccola delle "nuvolette" e le didascalie, sebbene abbiano il tradizionale carattere prattiano, non sono ben visibili perchè piccole e senza neretto. Altro appunto negativo riguarda i colori. A mio modesto parere, sono sembrati poco brillanti con tonalità prevalenti sul giallino, verdino, senape, non tipiche di Corto Maltese. Infine, un appunto negativo sull'odore. Non mi piace l'odore del libro. Non so a cosa sia attribuibile (la colla utilizzata?) I lettori di Corto Maltese sono un pubblico particolare. Non badano a spese, ma pretendono il massimo. L'esperienza olfattiva fa anche parte del viaggio!
Grazie per il commento. Io devo ancora leggerlo, se ne parla nelle vacanze di natale spero.
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