martedì 22 settembre 2015

Sloterdijk recita Nietzsche

Image result for Sloterdijk: Il quinto Vangelo di NietzschePeter Sloterdijk: Il quinto Vangelo di Nietzsche. Sulla correzione della buone notizie, Mimesis, pp. 70, euro 10

Risvolto
Il 25 agosto del 1900 moriva Friedrich Nietzsche, alle porte di un nuovo secolo in cui lui, in fondo, viveva già. Peter Sloterdijk, in occasione del centenario della morte di Nietzsche, vuole restituirne un’immagine integrata. E questo è in sé un gesto provocatorio: si è visto un Nietzsche amato, un Nietzsche odiato, un Nietzsche frainteso, un Nietzsche censurato e un Nietzsche preso a modello.
        
Il discepolo Sloterdijk attualizza il Vangelo dell’ateo Nietzsche 
12 set 2015  Libero MAURIZIO SCHOEPFLIN

Tu hai chiamato; / Signore, io m’affretto, / e sto / ai piedi del tuo trono. / Infiammato d’amore / mi colpisce tanto vivamente / e penosamente / la tua vista, fino a penetrarmi il cuore. / Signore, io vengo». Difficilmente si potrebbe pensare che questi versi, intrisi di un sentimento religioso invero un po’ dolciastro, siano stati scritti da Friedrich Nietzsche, filosofo ateo e anticristiano per antonomasia. Va detto che risalgono ai suoi anni giovanili, ma appaiono ugualmente significativi per comprendere quello che sarà l’atteggiamento che il grande pensatore tedesco manifestò lungo tutta la sua vita nei confronti del cristianesimo. Basti ricordare, a questo proposito, che egli si firmò «il Crocifisso» in alcuni biglietti inviati a vari destinatari da Torino, tra la fine del 1888 e l’inizio del 1889, alla vigilia del palesarsi dei primi sintomi della grave malattia mentale che non lo lascerà più sino alla morte avvenuta nel 1900. 
Tra la giovinezza e l’età matura Nietzsche non smise mai di riflettere sulla questione della fede religiosa. Nel 1883, scrivendo al suo editore, gli comunicava quanto segue: «Oggi ho una buona notizia da darLe: ho compiuto un passo decisivo - e tale che, a mio avviso, può essere vantaggioso per Lei. Si tratta di un volumetto (di appena cento pagine) il cui titolo è Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno .Si tratta di una “composizione poetica”, o di “un quinto Vangelo”». Proprio Il quinto Vangelo di Nietzsche. Sulla correzione della buone notizie (Mimesis, pp. 70, euro 10) si intitola un breve libro del tedesco Peter Sloterdijk, 68enne enfant terrible della scena filosofica contemporanea, che trova la sua origine in un discorso pronunciato dall’autore il 25 agosto del 2000 a Weimar, in occasione del primo centenario della morte di Nietzsche. 
Come nota Paolo Perticari nella prefazione, «Sloterdijk ha da sempre avuto un rapporto empatico e audace con Nietzsche», ravvisando nella sua vicenda umana e filosofica una sorta di «catastrofe nella storia del linguaggio» che fa di lui un «nuovo evangelista-letterario». Il linguaggio nietzscheano diventa dunque il veicolo di una nuova buona novella: «L’evangelismo di Nietzsche», scrive a questo riguardo Sloterdijk, «significa: conoscere se stessi; prendere posizione in contrasto con le vecchie forze millenarie del capovolgimento, in opposizione a tutto ciò che fino ad oggi è stato chiamato Vangelo; lui vede il suo destino di dover essere un lieto messaggero, “quale mai si è visto”».  
Sloterdijk ricorda che qualcuno ha definito Nietzsche «disangelista» o «disevangelista», annunciatore «della costernazione moderna» mediante il quinto Vangelo, risultato di «un lavoro di distruzione delle illusioni, del quale non esiste un parallelo», in perfetto ossequio alle «norme de La Gaia Scienza che, in verità, è la scienza più disperata che sia mai stata lanciata».

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