sabato 17 ottobre 2015

Le elezioni per il Senato Accademico dell'Università di Urbino

Risultati immagini per università di urbinoCara collega, caro collega,

Volevo ringraziare quanti tra voi ieri mi hanno votato. Il risultato ottenuto va oltre ogni mia aspettativa, tanto più che è stato ottenuto con sole 3 email e sulla base di un programma esplicitamente critico nei confronti delle politiche ministeriali e del governo d’Ateneo. Un programma indipendente dalle cordate interne, di forte radicalità nella opposizione ad ogni assetto gerarchico e rivolto in primo luogo ai ricercatori.

Questo consenso pur ampio – per entrare in Cda, a suo tempo, servirono meno voti - non è stato tuttavia sufficiente per l’elezione in Senato. Come avevo scritto sin dall’inizio e come era sotto gli occhi di tutti dal  giorno successivo alla chiusura delle candidature, la procedura elettorale – già di per piuttosto macchinosa - era stata ampiamente blindata dal Rettore e dal blocco di Direttori che lo sostiene, ben motivati ad assicurarsi l’unanimità. Forse – bisogna ammetterlo - molto più motivati di noi.
Contro questa organizzazione militare del voto e contro questa potenza di fuoco abbiamo fatto il possibile, sapendo di avere chance limitate ma spinti da un impegno nei confronti dei colleghi che in tutti questi anni hanno animato l’assemblea del ricercatori.

Il voto, del resto, non aveva per noi la valenza di una battaglia interna tra consorterie ma costituiva una sorta di sondaggio – pubblico, a carte scoperte e senza secondi fini - sugli umori dei colleghi. E il risultato di questo sondaggio è stato inequivocabile: la volontà dei colleghi su come gestire le vicende dell’Università è chiara e i rapporti di forza interni all’Ateneo sono ancora schiaccianti. Mentre il malcontento, che pure è presente, non è abbastanza forte da suscitare una frattura nella catena di comando e ha scelto di esprimersi in forme indirette e individuali.
Di fronte a tutto ciò, nemmeno una migliore organizzazione o la presentazione tattica di contro-candidature ad hoc avrebbe infranto il fronte rettorale. E’ possibile che la ristrettezze delle risorse a fronte dei tanti interessi in gioco e delle tante aspettative suscitate finisca prima o poi per logorare questa luna di miele. E però questo giorno non è ancora arrivato e con questa realtà bisogna fare i conti.
L’impressione è, piuttosto, che nella crisi dei tradizionali assetti ed equilibri interni che governavano l’Università di Urbino dai tempi di Bo si sia consolidato un blocco egemonico che è trasversale alle vecchie appartenenze e che avrà lunga durata. In questo senso, si può dire che è davvero finita un’epoca e che il nostro Ateneo riflette non casualmente processi più generali che stanno avvenendo nella società italiana.

Auguro adesso buon lavoro ai colleghi ricercatori eletti, certo che si impegneranno per rappresentare tutti noi. E faccio soprattutto i complimenti al Rettore.
Ora – anche dopo la conferenza di Fantoni di ieri mattina - non è difficile prevedere quale sarà l’atteggiamento dell’Ateneo di fronte alle novità che presto cadranno sulla nostra testa, quando il governo metterà mano alla riforma dell’Università. Buona fortuna pertanto a tutti noi.
SGA

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