Lev Šestov: L'idea di bene in Tolstoj e Nietzsche (1900), a cura di Andrea Oppo, Castelvecchi, pagg. 188, euro 22
Risvolto
L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche
(1900) è il secondo libro pubblicato da Lev Šestov ed è anche l’opera
che ha fatto conoscere l’autore in Russia, consentendogli di entrare a
far parte del circolo di intellettuali che, a San Pietroburgo, ruotava
attorno alla figura di Sergej Djagilev e alla sua rivista «Mir iskusstva» (Il mondo dell’arte). In questo saggio,
il filosofo russo propone un parallelo – con una tecnica che segnerà la
sua produzione successiva – tra due dei più significativi autori
dell’Ottocento. È soprattutto la scoperta di Nietzsche che permette a
Šestov di elaborare un concetto chiave della propria idea filosofica
dell’esistenza: l’impossibilità di riconciliare la tragedia umana con
qualunque ragione o esigenza di tipo universale. A un Tolstoj che si
rifugia nell’idea di bene e nell’umanitarismo, si contrappone allora il
Nietzsche che non ha paura di riconoscere il primato della vita,
l’ampiezza del dolore e la loro irriducibilità. Un coraggio e un rigore
che Nietzsche mantiene fino alla teoria del superuomo, nella quale
Šestov riconosce un cedimento e l’estremo tentativo di affidarsi a un
punto d’appoggio etico.
«Tolstoj
è arrivato al gradino più alto dello sviluppo morale: questo basta per
consolarlo. L’esperienza, la vita di Nietzsche era stata ben diversa, ed
è per questo che la questione del valore del bene si è presentata a lui
sotto un’altra forma. Egli capì che il male era altrettanto necessario
del bene; capì che l’uno e l’altro sono la condizione obbligatoria
dell’esistenza e dello sviluppo dell’uomo; capì che il sole può
ugualmente sorgere sui buoni e sui cattivi».
Lev Šestov (Kiev, 1866 – Parigi, 1938) Pseudonimo
di Jehuda Leib Schwarzmann. Dopo gli studi universitari nel campo del
diritto, rivolse i suoi interessi alla filosofia. Prima della Grande
Guerra pubblicò, oltre a numerosi articoli su diverse riviste, sei
libri, tra i quali L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche (1900) e La filosofia della tragedia. Dostoevskij e Nietzsche (1903).
Dopo la rivoluzione bolscevica si spostò in varie località, per
stabilirsi infine a Parigi, dove dal 1922 al 1936 fu professore di
filosofia alla Facoltà russa di Lettere presso la Sezione russa
dell’Istituto di studi slavi dell’università. Sempre a Parigi scrisse
alcune tra le sue opere più famose, tra le quali ricordiamo Sulla bilancia di Giobbe (1929), Kierkegaard e la filosofia esistenziale (1939)e Atene e Gerusalemme (1951). Per Castelvecchi sono usciti L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche (2014) e Edmund Husserl. Ricordo di un filosofo (2014)
Se l'idea moralistica di bene è solo cattiva fedeAndrea Caterini - il Giornale Sab, 03/10/2015
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