venerdì 27 novembre 2015

La situazione è grammatica

La situazione è grammatica
Andrea De Benedetti: La situazione è grammatica. Perché facciamo errori. Perché è normale farli, Einaudi

Risvolto

Sbagliando s'impara. Soprattutto se qualcuno ci spiega i come e i perché dei nostri errori. Esaminando i cinquanta strafalcioni più comuni degli italiani, De Benedetti ci aiuta a non cascarci più. E ci insegna che la grammatica non è per nulla un affare polveroso. Cinquanta errori assolutamente da evitare quando parliamo la nostra lingua, ma per fortuna i nostri sbagli spesso non dipendono dall'ignoranza, ma dalla complessità (meravigliosa, a guardarla bene) dell'italiano. Stabilita la causa, occorre comunque trovare una cura. Questo libro dedica a ogni errore alcune pagine in cui esamina eziologia ed epidemiologia, ripercorrendone la storia e utilizzando esempi vivi e attuali, De Benedetti ci insegna che sbagliare (nella lingua, ma non solo) vuol dire prima di tutto violare una convenzione sociale.



La situazione è grave ma non grammatica 

Il prof Andrea De Benedetti fotografa, impietoso, l’italiano massacrato da scrittori e politici che sbagliano le consonanti e storpiano i congiuntivi. Colpa della mancata riforma linguistica 
27 nov 2015  Libero TOMMASO LABRANCA
In questa storia c’è tutto quanto fa cultura: la casa editrice che si presenta sul suo sito con foto di vecchi tomi, antiche librerie e scrivani xilografati. 
 Un teatro milanese fighetto come l’Arsenale che cerca di strapparti alla tv proponendoti sei pièces di Jean Tardieu (1903-1995) tradotte da Federica Locatelli e raccolte sotto il titolo di Diffidate dalle parole .Ed ecco che una semplice vocale diventa un baratro in cui precipitano tutte le intenzioni di alta cultura da cui si era partiti. Le trappole grammaticali. Son dettagli, ma non dimentichiamo cosa cantava Enrico Ruggeri: «Ti ho visto addentare un panino dentro all'autogrill /a volte un dettaglio può uccidere una poesia». Donne, state quindi attente quando vi inventate i titoli delle vostre traduzioni, quando sbocconcellate un Fattoria o quando passate al dunque con Andrea De Benedetti. Perché se all'autore di La situazione è grammatica (Einaudi, 136 pagine, 12,00 euro) dite cose come «Vuoi che mi tolgo il reggiseno» o «Diffida dai profilattici scaduti» la lìbido volerà fuori dalla finestra e a voi non resterà che consolarvi leggendo questo arguto libro in cui De Benedetti parla dell'uso del congiuntivo, dell'esatta pronuncia di libìdo e della preposizione corretta da usare dopo il verbo diffidare. 

«Il verbo diffidare può effettivamente reggere sia la preposizione di sia la preposizione da» si legge a pagina 94. «Se il significato è quello di "invitare qualcuno ad astenersi dal compiere qualcosa", si dice diffidare da … se invece diffidare è l'antonimo di fidarsi bisognerebbe dire diffidare di». Sono i dettagli che fanno una grammatica. Consonanti eufoniche, plurali assassini in -cie e -gie, apostrofi e accenti. L'uso corretto dell'accento grave o acuto è una bestia nera della lingua francese. Ma anche in italiano ha il suo piccolo ruolo, ignoto a tanti giornalisti e scrittori che continuano a domandarsi come mai sulle tastiere compaiano una è e una é. Uno spreco apparente visto che i composti di che (perché, poiché, affinché) vogliono l'accento acuto insieme a un’altra manciata di parole elencate da De Benedetti. La regola è semplice e basterebbe tenerla a mente per far risparmiare fatica ai tanti raffinati editor nostrani. «Non c'è atto più meschino dell'attaccar e il nemico per i suoi errori di grammatica» scrisse Guareschi. A differenza degli intellettuali obesi che deridono il basic italian dei tronisti, De Benedetti non attacca, non insulta. Nei 18 capitoletti che compongono il libro riesce a indignarsi per il modo in cui la nostra lingua viene bistrattata, ma senza tuonare da una cattedra.
Anzi, è fin troppo comprensivo. In giro si leggono cose come situazzione? Bene, la colpa è del suono di quella z che all'orecchio sembra doppio, ma nella scrittura non lo è. Da piccoli si sbaglia a scuola e l'arcigna maestra correggeva senza spiegare l'errore. «Le maestre erano solite riassumere in uno sbrigativo e tautologico “perché sì” ricorda l’autore. Anche perché era lei stessa a ignorare i processi etimologici che portano a scrivere con zione parole che pronunciamo come se fossero scritte zzione». De Benedetti non perdona, In alto, Fabio Volo in veste di scrittore alla presentazione di uno dei suoi romanzi. Sotto, la copertina de «La situazione è grammatica» scritto dall’insegnante Andrea De Benedetti  ma giustifica. E aggiunge: l'errore è il principale indicatore della vitalità di una lingua. «Ovvero, ciò che oggi ci appare errato col tempo si diffonderà talmente tanto che diventerà regola. Quello che personalmente non comprendo è come mai lo stesso popolo che trascrive su appositi siti Internet Le più belle frasi di Fabio Volo non riesca a imparare leggendo i romanzi del proprio idolo dopo la disinfestazione operata dagli editor di Segrate che fa e fu si scrivono senza accento, che po’ si scrive con l'apostrofo. E fosse solo il popolino. Io ho visto una mail irta di un pò scritta da un dio delle lettere che bazzica anche il New York Times. 
L'italiano è una lingua difficile, la cui situazione è peggiorata dall'esistenza di tante varianti regionali e dall'assenza di un controllo centrale. L'Accademia della Crusca ha un'immagine stantia sin dal nome. L’Italia è uno dei pochi Paesi a non aver avuto una riforma linguistica ufficiale. Altrove lo Stato mette ordine nella grammatica e nell'ortografia. Dal Portogallo all'Olanda, dalla Germania alla Cina dove il passaggio dal cinese tradizionale a quello semplificato partì con Mao. Da noi vige l'anarchia. E ognuno pensa di essere portatore della lingua più pura. Compreso il piemontese De Benedetti che se la prende bonariamente con «La peste di Milano», ovvero l’uso disgiuntivo del piuttosto che, utilizzato in luogo di un più semplice oppure. «Milano è l'unica città al mondo dove persino un errore grammaticale può diventare una moda» chiosa Andrea senza spendere una parola contro l'orrido solo più che costella i romanzi di tanti autori suo corregionali, tipo Baricco. Libro godibilissimo, mai pedante, mai arrogante. De Benedetti oltre a una invidiabile conoscenza della nostra grammatica è dotato anche di un wit che lo rende affascinante oratore. Come si è potuto sentire durante la sua presentazione milanese del libro, evento che merita una nota perché si è svolto in uno dei luoghi più stimolanti della città, l'Auditorium Piero Calamandrei all'interno dello Studio Legale La Scala. Qui, sotto la guida di uno dei pochi pensatori liberai e illuminati rimastici, l’avvocato Giuseppe La Scala ,la Toogood Society porta avanti un innovativo progetto di formazione culturale il cui scopo è trasformare la figura dell'avvocato da semplice professionista a moderno intellettuale. Sempre senza pedanterie, arroganze, errori grammaticali.

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