Perché partire dal fondo, dall’ultimo testo delle Sacre Scritture? Perché iniziare i propri studi teologici proprio dall’Apocalisse? Forse perché è uno dei testi più enigmatici di tutti, quello di cui lo stesso san Girolamo diceva che ogni parola racchiudeva in sé un mistero e meritava riflessione e considerazione; forse perché è uno dei testi più dibattuti, per cui Beda può (e vuole) inserirsi in un ampio e vario dibattito. Forse perché l’inizio dell’VIII secolo fa sentire il giorno del Giudizio particolarmente vicino… Certo le pagine di Beda affascinano il lettore anche moderno, nella loro capacità di costruire giochi di immagini e significati, sempre avendo in mente lo scopo primo: aiutare il lettore nella crescita della sua fede. E questo fine ha cercato di rispettare anche la presente traduzione, unendo il rispetto per il testo con la comprensibilità che non allontana il lettore.
domenica 24 gennaio 2016
Il Commento all'Apocalisse di Beda il venerabile
Risvolto
Un commento prezioso che ancora solletica l'esegesi biblica contemporanea.
Perché partire dal fondo, dall’ultimo testo delle Sacre Scritture? Perché iniziare i propri studi teologici proprio dall’Apocalisse? Forse perché è uno dei testi più enigmatici di tutti, quello di cui lo stesso san Girolamo diceva che ogni parola racchiudeva in sé un mistero e meritava riflessione e considerazione; forse perché è uno dei testi più dibattuti, per cui Beda può (e vuole) inserirsi in un ampio e vario dibattito. Forse perché l’inizio dell’VIII secolo fa sentire il giorno del Giudizio particolarmente vicino… Certo le pagine di Beda affascinano il lettore anche moderno, nella loro capacità di costruire giochi di immagini e significati, sempre avendo in mente lo scopo primo: aiutare il lettore nella crescita della sua fede. E questo fine ha cercato di rispettare anche la presente traduzione, unendo il rispetto per il testo con la comprensibilità che non allontana il lettore.
Perché partire dal fondo, dall’ultimo testo delle Sacre Scritture? Perché iniziare i propri studi teologici proprio dall’Apocalisse? Forse perché è uno dei testi più enigmatici di tutti, quello di cui lo stesso san Girolamo diceva che ogni parola racchiudeva in sé un mistero e meritava riflessione e considerazione; forse perché è uno dei testi più dibattuti, per cui Beda può (e vuole) inserirsi in un ampio e vario dibattito. Forse perché l’inizio dell’VIII secolo fa sentire il giorno del Giudizio particolarmente vicino… Certo le pagine di Beda affascinano il lettore anche moderno, nella loro capacità di costruire giochi di immagini e significati, sempre avendo in mente lo scopo primo: aiutare il lettore nella crescita della sua fede. E questo fine ha cercato di rispettare anche la presente traduzione, unendo il rispetto per il testo con la comprensibilità che non allontana il lettore.
24 gen 2016 Libero
Nato nel 672-673 nell’Inghilterra settentrionale, intorno ai sette anni Beda fu affidato al monastero di Wearmouth: sino alla morte, che lo colse nel 735, visse nell’ambientemonastico, manifestando tuttavia un notevole interesse per la storia del proprio paese e subendo il fascino della grande tradizione dellaRoma cristiana. Beda fu autore dinumerosissime opere, tra le quali spicca la Storia ecclesiastica della gente degli Angli, un ampio affresco che ne fa il primo grande scrittore dell’Inghilterramedievale capace di comporre in latino.
Beda redasse pure molte opere di esegesi biblica, tra le quali occupa un posto rilevante il Commento all'Apocalisse, di recente mandato in libreria da Città Nuova Editrice (pp. 224, euro 25). Accanto alla diffusa interpretazione che ravvisa nell’Apocalisse un libro imperniato sui temi della fine del mondo e del giudizio universale, Beda dà spazio a una lettura che situa il testo nel presente e lo vede finalizzato a sostenere i cristiani di fronte alle prove e alle persecuzioni. Ilmonaco fu assai stimato dai contemporanei, che ne apprezzarono l’erudizione e la santità di vita, sino ad attribuirgli l’appellativo di Venerabile con cui è passato alla storia. Nel 1899 Leone XIII lo proclamò Dottore della Chiesa e nel 2009 Benedetto XVI parlò a lungo di lui, affermando che «contribuì efficacemente alla costruzione di un’Europa cristiana».
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