lunedì 11 gennaio 2016

Per criticare la sinistra postmoderna è necessario diventare antimoderni? Il nuovo libro di Paolo Borgognone

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Il Mito Transpolitico ha sostituito il materialismo storico nei settori intellettuali rimasti critici. Dove c'era Marx ci sono ora Nietzsche e Heidegger per interposto Dugin.

Si tratta di un libro che si annuncia molto interessante, già a partire dall'ambizione enciclopedica che lo anima e dalla non meno abnorme mole.
Mi spiace tuttavia per Paolo, che avevo seguito con attenzione. Ma mi pare che siamo di fronte a un esempio particolarmente esuberante della rottura dell'equilibrio marxiano fra critica e riconoscimento del moderno, e della perdita della capacità di sguardo dialettico.
Assistiamo all'ennesimo superamento delle categorie di destra e sinistra e alla ennesima riproposta di una Neue Front trasversale che è in realtà la Alteste Front rivoluzionario-conservatrice, sempre il solito socialismo feudale e poi spengleriano. Assistiamo cioè alla parodia a segno rovesciato dei luoghi comuni più attuali, spesso rappresentati anche nello spettacolo televisivo, in ragione dei quali Gramsci e Gentile possono diventare compagni di strada.
Conseguenza normale della sconfitta subita è che pezzi cospicui della nostra parte sono egemonizzati da destra, nel segno di uno Heidegger spesso inconsapevole che accomuna Laclau e Latouche come l'ultimo Preve. E nulla c'entra qui lo spauracchio idiota del criptofascismo: siamo semplicemente di fronte a una critica dell'ideologia che reagisce (malissimo) al postmoderno recuperando tentazioni premoderne. E che non riesce a vedere la rivoluzione passiva nella sua tragicità.
Vedremo se la lettura confermerà l'impressione. Si rende comunque sempre più necessaria, vista la nostra debolezza a fronte di questa deriva, una critica complessiva del Mito Transpolitico e del populismo in tutte le sue varianti.

Per troppo amore si nega l'oggetto d'amore, quando questo non coincide più con l'ideale. È una delle ripercussioni più gravi della sinistra carina di merda che ci ritroviamo. Incapaci di fare un minimo di controegemonia, stiamo perdendo le menti migliori. Anzi le abbiamo già perse, mentre ci troviamo in casa caterve di cazzoni manifestini vecchi e giovani [SGA].



Paolo Borgognone: L'immagine sinistra della globalizzazione. Critica del radicalismo liberale, Zambon

Risvolto
Questo libro, risolutamente controcorrente rispetto alla piaggeristica vulgata dominante tendente a rampognare il mancato “rinnovamento liberale” della sinistra italiana, si pone l’obiettivo di illustrare i processi di ridefinizione in chiave anglosassone del capitalismo italiano, euro-atlantica dei partiti eredi del Pci e consumistico-individualista della società nel suo complesso, nel novero dei processi di de-sovranizzazione e di mercificazione imposti, a Stati e popoli, dalla Ue e dai “mercati” internazionali.


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