sabato 6 febbraio 2016

L'epica nazionale dei macellai di carne umana: gli intellettuali italiani e la Prima guerra mondiale


Simonetta Bartolini: L'epica della Grande Guerra. Il fallimento degli intellettuali, Luni Editrice, pp. 328, euro 22



L'epica della grande guerraPrezzolini & C. La Grande Guerra degli intellettuali 

6 feb 2016  Libero 
«Non gli importava di morir giovane. Non importava né quello che aveva compiuto né quello che avrebbe potuto compiere in avvenire. Soltanto lo spirito con cui aveva vissuto, importava e in qualche parte del mondo forse avrebbe germogliato» scrive Giani Stuparich in Ritorneranno. Sembra l’incipit di un poema epico più che il resoconto dell'esperienza vissuta in trincea dallo scrittore triestino e da suo fratello Carlo. 
Dello stesso sapore vibrano le considerazioni di Corrado Alvaro, che nel 1925 firmerà il manifesto antifascista di Croce, ma intanto vibrava di irredentismo. Così anche Giuseppe Prezzolini, che del suo capitano dice che «con quest’uomo anche la vita è spesa bene». E poi arrivano Carlo Emilio Gadda e Luigi Bartolini diventato poi famoso come acquafortista e con Ladri di biciclette. E ovviamente Gabriele d'Annunzio, Ottone Rosai, Giovanni Comisso, Barna Occhini, Giuseppe Ungaretti, Ardengo Soffici, Umberto Saba. Le loro pagine riflettono un bisogno instancabile di epica, forse perché la modernità stessa l’ha sempre coltivata, come testimonia Il Signore degli Anelli di Tolkien. 
Con queste lenti inedite Simonetta Bartolini in L'epica della Grande Guerra (Luni Editrice, pp. 328, euro 22) legge larga parte della narrativa dedicata all’esperienza bellica. E la chiave interpretativa proposta dalla studiosa di letteratura italiana si conferma tanto più interessante per leggere le vicende nostrane. Non a caso mentre la Francia è cresciuta con La Chanson de Roland ,la Spagna col Poema del mio Cid e la Germania con il Nibelungenlied, l’Italia da poco unita il suo poema epico non l’ha mai conosciuto. E il primo conflitto mondiale le offre l’occasione per averlo. Prezzolini ricorda in Tutta la guerra, la prima antologia di memorialistica bellica: «Piacciono ai giovani e al popolo i racconti di avventure. La nostra guerra può fornire figure e racconti eroici più e meglio del resto della storia italiana».

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