lunedì 15 febbraio 2016

Liberalismo un corno: Il padre editoriale del conformismo volgare all'italiana dei nostri giorni


Da Ferrara aMartino tutte le voci libere per «Liberilibri» 2 mar 2016 Libero
Un libro per festeggiare un editore, anzi un «solitario editoremaceratese». Questo è Ilcarattere della libertà, una raccolta di saggi in onore di Aldo Canovari (IBL Libri, a cura di S. Sileoni, p.184, euro 16,00). In realtà per lo piùmemorie diamici, aneddoti, così aggiungo anch'io, qui, un ricordo, l'occasione del mio incontro con Aldo, a Loreto, alla presentazione delle «stanze» dedicate da Francesco Scarabicchi a Lorenzo Lotto ( Con ogni mio saper ediligentia, Liberilibri 2013). Nella scelta di pubblicare quel libro così inattuale, quel dialogo tra un poeta contemporaneo che per formazione non è certo un liberale e unpittore cinquecentesco diconfine, letteralmente «confinato», più che il «carattere» ho visto la decisione per la libertà. Tra le firme presenti in quest'omaggio a Canovari voluto dall'Istituto Bruno Leoni per i trent'anni della sua casa editrice (Liberilibri), ci sono quelle di Giuliano Ferrara, di Florindo Rubbettino, di Antonio Martino, di Quirino Principe, di Guido Vitiello, di Pierluigi Battista. Azzeccata la scelta di aprire il volume con un testo diAlbert J. Nock del 1936, Ilmestiere di Isaia, tanto per allineare l'editore liberale Canovari alprofeta biblico, chiamato a prendersi cura delResiduo, diquelle persone che «debbono essere incoraggiate e preparate a ripartire, perché quando tutto sarà andato completamente in rovina, saranno loro che torneranno e costruiranno una nuova società».     

Trent’anni da marziano libertario, l’avventura di Aldo Canovari 
Il primato dei diritti individuali, anche delle persone egoiste e viziose, è il faro di una visione critica e diffidente verso ogni forma di Stato 
15 feb 2016  Corriere della Sera di Antonio Carioti
In Itali al’ an arco capitalismo libertario è roba da marziani. Pensateci un po’. Da noi il culto dello Stato è radicato, sia pure con accentuazioni diverse, a destra (postfascisti) come a sinistra (postcomunisti). E alligna pure tra i liberali, che in fondo nell’Ottocento il nostro Stato unitario lo hanno costruito. La religione predominante è un cattolicesimo propenso al paternalismo, tanto nelle correnti conservatrici quanto in quelle progressiste. 
Gli anarchici italiani, da parte loro, con personaggi di spicco quali Errico Malatesta e Armando Borghi, hanno sempre combattuto il capitalismo. Anche la Lega, per quanto ostile al Fisco esoso, predica il protezionismo in economia e il rispetto della tradizione nel campo del costume. Perfino Marco Pannella, forse il nostro leader politico più libertario, ha sempre perseguito l’intesa laico-socialista. 
Ci voleva quindi tutto l’anticonformismo di Aldo Canovari, piccolo e combattivo editore di Macerata, per cominciare a proporre nel 1986, con il marchio Liberilibri e una veste grafica di rara eleganza, testi che coniugano massima fiducia nel mercato e nell’impresa, garantismo coerente in campo giudiziario, minima intromissione delle autorità nelle scelte di vita dell’individuo. Anche dell’individuo egoista e vizioso, riabilitato da Walter Block nei due volumi della sua opera Difendere l’indifendibile, editi da Liberilibri nel 1995 e nel 2015. Un testo in cui l’economista americano prende le parti di speculatori, ruffiani e crumiri. Roba da marziani, appunto. 
Ciò nonostante, a trent’anni dall’avvio dell’avventura, quanto meno quelle idee hanno conquistato un diritto di cittadinanza che prima non avevano. Per esempio un testo fondamentale come La libertà e la legge del giurista Bruno Leoni, uscito nel 1961 in inglese, è stato finalmente tradotto nel 1994 (meglio tardi che mai) grazie a Liberilibri, a cura di Raimondo Cubeddu, nella lingua madre dell’autore. E non stupisce quindi che proprio l’Istituto intitolato a Leoni abbia deciso di celebrare Canovari e i suoi tre decenni di assidua attività con un volume, Il carattere della libertà (Ibl Libri, pagine 182, 16), che contiene contributi di molti nomi noti: Pierluigi Battista, Giuliano Ferrara, Antonio Martino, Alberto Mingardi, Giovanni Orsina, Quirino Principe, Florindo Rubbettino, Guido Vitiello e altri. 
Introduce il tutto un racconto di Albert J. Nock (1870-1945), saggista americano che dipingeva il potere politico di ogni genere alla stregua di un’organizzazione criminale: non a caso il suo saggio più famoso, pubblicato da Liberilibri nel 1995, s’intitola Il nostro Nemico, lo Stato. 
La provocazione più forte si trova tuttavia nell’intervento di Serena Sileoni, che ha curato il volume in onore di Canovari. La vicedirettrice dell’Istituto Bruno Leoni non esita infatti a mettere in dubbio la «leggenda collettiva» della sovranità popolare e persino il «dogma democratico», fondato sulla designazione dei governanti per via elettorale, ipotizzando che il ricorso al sorteggio, almeno per alcune cariche, potrebbe rivelarsi utile. Ancora una volta, roba da marziani.

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