mercoledì 3 febbraio 2016

Magnus prima di Magnus




Magnus prima di Magnus. Gli anni dell'apprendistato di unmaestro del fumetto, Ed. Alessandro Distribuzioni, pp. 164, euro 18



Magnus-cover
Risvolto

Prima di Magnus c’era Roberto Raviola: un giovane disegnatore, nato nel 1939 e cresciuto nella Bologna del dopoguerra, diplomato in scenografia all’Accademia di Belle Arti, appassionato di teatro e complice di allegre brigate di studenti goliardi. Tentò la strada dell’illustratore di libri, lavorò anche come grafico pubblicitario, ma fu presto folgorato sulla via del fumetto. Troppo forte la suggestione dei “giornalini” che leggeva fin da piccolo, su settimanali mitici quali Il Vittorioso, nutrendo la sua fantasia con i mondi fantascientifici di Flash Gordon e di Saturno contro la Terra, con l’esotismo di Mandrake e il gotico incantato del Faust di Rino Albertarelli, con l’umorismo del Topolino di Floyd Gottfredson e l’epopea eroica del Far West americano.
Influenze e atmosfere che si ritrovano nelle illustrazioni, nei disegni e nei primi fumetti firmati Bob la Volpe tra la fine degli anni Cinquanta e il 1964, quando Roberto lascia Bologna per approdare a Milano e dar vita con Luciano Secchi (alias Max Bunker) ai nerissimi Kriminal e Satanik. Qui nasce Magnus, il maestro del fumetto che negli anni a venire ci regalerà capolavori quali lo Sconosciuto, i Briganti, le Femmine incantate. Con un’introduzione di Antonio Faeti, questo libro racconta la storia del giovane autore che divenne Magnus, grazie a saggi critici, foto e a un ampio numero di immagini e tavole rare e inedite dei suoi primi lavori. Una gemma per amanti del fumetto, un’indagine che svela le radici dell’immaginario di un grande autore. 
Il volume esce in occasione della mostra Magnus e l’altrove. Favole, Oriente e leggende nell’opera di un maestro del fumetto, che sarà inaugurata a novembre 2015 alla Fondazione del Monte di Bologna, nell’imminenza del ventennale della scomparsa dell’artista».


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3 feb 2016  Libero
Sono passati vent'anni dalla sua scomparsa (èmorto a 57 anni il 5 febbraio del 1996), ma lapresenza e ilpeso della sua opera sono forse più forti oggi di quando lui era in vita.  
Il «lui» di cui stiamo parlandoèRobertoRaviola, meglio noto con lo pseudonimo di Magnus, artista bolognese che come nessun altro ha saputo conciliare, nel fumetto italiano, il concetto di «autore» con quello di «popolare». Già da molto prima che iniziasse a scrivereda sé le storie che disegnava, esperienza avviata nella prima metà degli anni Settanta, Magnus (nome ricavato dalla frase latina Magnus pictor fecit) sapeva lasciare ilproprio inconfondibile segno su tutte le tavole che firmava, fossero anche quelle realizzate più in fretta. Lo sanno bene gli estimatori delle serie tascabili disegnate da Raviola negli anni Sessanta su testi di MaxBunker (al secoloLuciano Secchi): da Kriminal a Satanik, da Gesebel a Dennis Cobb. Pur trattandosi di prodotti sfornati a ritmi da catena di montaggio, l'impostazione della vignetta risulta sempre impeccabile anche per l'occhio più esigente, e ilbilanciamento dei bianchi e dei neri (senza tratteggi né sfumature per ottimizzare i tempi) produce comunque risultati di grande eleganza estetica. Pur essendo un artista profondamentevotato al figurativo, Magnus non èmai stato un disegnatore realistico: nelle sue figureumane, comeneipaesaggi, si coglie sempre l'esigenza di una stilizzazione, dell'approdo a una forma che sia di per sé compiuta e non solo funzione del racconto. Un'inclinazione che talvolta (per esempio con Alan Ford, Maxmagnus e la Compagnia della Forca) ha felicemente assunto i connotati del grottesco, ma che negli ultimi anni - dopo la parentesi di Necron, debitrice della linea chiara franco-belga - è apertamente sfociata in un gusto che non è sbagliato definire decorativo, naturalmente considerando l'aggettivo nella sua accezione più nobile: ne sono prova, tra l'altro, l'erotico Le femmine incantate e La valle del terrore, il lungo episodio di Tex Willer sceneggiato da Claudio Nizzi che sarà, di Magnus, pure il testamento artistico. Nella vasta produzione Dall’alto, in senso orario, alcune opere diMagnus: «Alan Ford e il Gruppo T.N.T.»; «Lo Sconosciuto»; un’immagine diMagnus/Roberto Raviola nel suo ultimo ritiro sull’Appenino tosco-emiliano dove produsse l’ultima storia, «Tex- La valle del terrore» edita Sergio Bonelli; «Il libro deimaghi e dei geni» (tratto dal volume «Magnus- Gli anni dell’apprendistato di un maestro del fumetto»); magnusiana, che - come dettobrilla anchedi tanti fumetti ideatie scrittidallo stessoRaviola (tra gli altri I Briganti, Lo Sconosciuto, Milady nel 3000 eLe 110 pillole), ilperiodo meno noto è quello degli esordi. Ma si tratta di una fase pernullaminore della sua parabola artistica e che, anzi, attesta il valore di Magnus anche come illustratore puro. 
Grazie alla cura di LucaBaldazzi e Fabio Gadducci, è da poco stato pubblicato un bellissimo volume (già catalogo di una recente mostra a Bologna) che esplora dettagliatamente l'operato giovanile di Raviola, riproducendoconun' altissima qualità di stampa materiali inediti e rari, compresi schizzi, bozzetti e caricature degli anni scolastici: Magnus prima di Magnus. Gli anni dell'apprendistato di unmaestro del fumetto ( Ed. Alessandro Distribuzioni, pp. 164, euro 18). Se colpisce la varietàdi tecniche adoperate da Raviola già prima di diventare Magnus, a riprova di un curiosità e di un gusto per la sperimentazione che in seguitosbocceranno pienamente, la sezione più spettacolare del libro è quella finale, in cui vengonoriproposte le splendide, coloratissime tavole a tempera eseguite nella primametà deglianniSessantaper l'editoreMalipiero. Si tratti di libri per ragazzi sui quali il poco piùche ventenneRaviola sfoggia una padronanza tecnica già impressionante. E se tutto sembra muoversi nell'alveo della tradizione illustrativa italiana, in realtà - in certe rotondità disneyane, in certe buffe deformazioni e in certi guizzi «colti» chefannopensare alla grande pittura (ci stupiremmo se Raviola non conoscesse Paolo Uccello) - sono già percepibili i tratti salienti della personalità di un artista formidabile e poliedrico.

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