martedì 9 febbraio 2016
Un epistolario di Cartesio
René Descartes-Isaac Beeckman, Marin Mersenne: Lettere 1619-1648, a cura di GiuliaBelgioioso e Jean-Robert Armogathe, Bompiani, pp. 1.674, euro 55
Risvolto
La vasta rete di scambi e di diffusione di novità, esperienze,
conoscenze che coinvolge nel Seicento eruditi e savants dei diversi
paesi europei passa attraverso i corrieri. Ne dà conferma il carteggio
Descartes, Beeckman, Mersenne. Il filosofo, il savant calvinista, il
Minimo erudito, personalità del tutto e in tutto differenti, sono legate
dal commercium artium et scientiarum. Il promotore dello scambio
epistolare è l’infaticabile Marin Mersenne, il “curioso” che vuole
penetrare tutti i segreti della natura e «portare a perfezione tutte le
scienze». Le questioni di cui discutono il gentiluomo del Poitou, il
magister calvinista nederlandese e il monaco parigino coprono grande
parte delle scienze del tempo e sono altrettante stimolanti provocazioni
nelle prospettive che propongono e nelle nuove teorie che tratteggiano.
Il loro carteggio costituisce un ampio corpus scientifico-filosofico
che si snoda attorno a nuclei unitari di ricerca quali, ad esempio, lo
studio del fenomeno dei pareli o falsi soli, i dibattiti sulle coniche e
sulle maree, la discussione sulle “verità eterne”. Amici sinceri, ma
prudenti, nelle loro lettere svelano e nascondono, dissimulano persino.
Mostrano insomma le variate forme della strategia della comunicazione
nel Seicento. Testi latini e francesi a fronte
Cartesio ci insegna come fare scienza per corrispondenza
9 feb 2016 Libero MAURIZIO SCHOEPFLIN
Il francese René Descartes, vissuto fra il 1596 e il 1650, viene annoverato fra imaggioripensatoridi tutti i tempi ed è considerato uno deipadri della modernità. Il suo connazionale Marin Mersenne, religioso dell’ordine dei Minimi, nato nel 1588 emorto nel 1648, fu un valente filosofo, matematico e fisico. L’olandese Isaac Beeckman, che vide la luce a Middelburg nel 1588 e scomparve a Dordrecht nel 1637, fu, a sua volta, fisico, filosofo e medico, e sidedicò permolti anni all’insegnamento. Fra questi personaggi, profondamente diversi tra loro, intercorse un carteggio che ci offre uno spaccato interessante della cultura europea della primametàdel ’600, permettendocidicomprendere più a fondo un periodo davvero decisivo della storia delle idee, caratterizzato soprattutto dall’affermazione edalla diffusione del sapere scientifico.
Non a caso, per esprimere il senso complessivo diquesto epistolario, GiuliaBelgioioso e Jean-Robert Armogathe, curatori del ponderoso volume Lettere 1619-1648 diRenéDescartes-IsaacBeeckman( Bompiani, pp. 1.674, euro 55), ricorrono all’espressione «fare scienza per corrispondenza» edefiniscono il carteggio «un ampio corpus scientifico-filosofico in forma di lettere», testimonianza preziosa «del modo nuovo in cui pratica e attività scientifica, erudita, filosofica si sono formate e diffuse nell’Europamoderna».
La stragrandemaggioranza dellemissive ha comemittenteDescartes, che scrive con grande assiduità aMersenne, da lui conosciuto probabilmente nel 1622, e a Beeckman, incontrato a Breda nel 1618. Il promotoredella corrispondenza èMersenne, mai saziodiconoscere epronto aporredomande sempre nuove e ad affrontare questioni sempre più complesse, che spaziano dall’acustica alla teoriamusicale, dalla filosofia alla teologia e allamatematica. L’insistenza diMersenne e, più volte, ladebolezza dei suoi argomenti sfidano la pazienza di Descartes e di Beeckman. Per altro, i rapporti fra i tre non furono sempre idilliaci e da alcunemissive si capisce che ciascuno nutriva un certo sospetto nei confronti degli altri: «Nel commercium litterarum et artium », si legge nell’introduzione, «messo in atto attraverso le lettere, in più di un’occasione, gelosie, invidie, interessi personali hanno suggeritoaicorrispondenti strategiedidissimulazionedelle informazioni e di limitazione o di esplicita interdizione della divulgazione».
Ciò non toglie - e questo dal punto di vista della storia della cultura è ciò che conta - che i carteggi messi a disposizione del lettore contengano varie questioni scientifiche e filosofiche che occuparono un posto centrale nel dibattito seicentesco: le lettere diventano così una testimonianza preziosa del costituirsi del nuovo sapere secondo una forma più libera, prima che esso venga affidato ai testi stampati e, in qualche modo, ufficializzato. Non è dunque azzardato affermare, come fanno i curatori del libro, che una parte significativa della cultura moderna sia passata attraverso i corrieri.
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