martedì 1 novembre 2016

Il culto di Star Trek

Risultati immagini per V. Kozinets: Il culto di Star TrekRobert V. Kozinets: Il culto di Star Trek. Media, fan e netnografia, Franco Angeli

Risvolto
Robert V. Kozinets ha indagato con una delle prime ricerche netnografiche mai condotte le complesse trame del fandom legato alla famosissima serie televisiva Star Trek, individuando uno dei più grandi fenomeni di consumo del nostro tempo.

L'impatto commerciale e culturale di questa serie è un chiaro esempio del ruolo che le immagini, gli oggetti e i testi mediali giocano nelle nostre vite: sebbene siano connessi alla dimensione ludica, al piacere della visione e alla distrazione che ne deriva, essi acquisiscono la loro importanza nei processi identificativi, imponendosi come vere e proprie religioni civili.
Star Trek è presentato come un territorio espanso in cui tanto i fan quanto i semplici spettatori trovano rifugio, per evadere dal proprio contesto, "fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima", (tele)trasportandosi dalla realtà alla finzione e riemergendo ogni volta dal sogno utopico. Ed è per questo che il Signor Spok, l'Enterprise o il Capitano Kirk sono figure ancora vivide dell'immaginario collettivo contemporaneo.

Robert V. Kozinets è unanimemente riconosciuto come l'inventore della netnografia e un'autorità nel campo dei social media, del marketing e dell'innovazione. Hufschmid Professor di Strategic Public Relations e Business Communication presso la University of Southern California, insegna anche presso la Annenberg School for Communication e la Marshall School of Business. Ha scritto numerose opere, concentrandosi sul rapporto tra tecnologia, media e consumo. Il suo ultimo libro è Netnography: Redefined (Sage, 2015).

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Mondi perfetti per la cultura di massa 
Scaffale. Nel libro «Il culto di Star Trek», uscito per Franco Angeli, Robert V. Kozinets indaga i comportamenti dei fan della serie tv attraverso una ricerca basata su interviste 
Vanni Codeluppi Manifesto 1.11.2016, 0:04 
Il problema di come analizzare la cultura di massa generata dai media costituisce una questione ancora aperta. Il dibattito si trascina sin dagli anni Sessanta e molti casi sono stati oggetto di analisi più o meno approfondite. Alcuni di tali casi sono particolarmente interessanti, perché nel tempo sono diventati delle specie di «banchi di prova» su cui si sono cimentati diversi studiosi. Star Trek è probabilmente uno di questi.
Tale serie televisiva, ideata dall’ex-pilota ed ex-poliziotto Gene Roddenberry, può infatti essere considerata uno dei più importanti fenomeni di consumo mediatico dei nostri tempi, che si è manifestato attraverso cinque serie televisive e tredici film. Quest’anno Star Trek compie cinquant’anni dalla sua prima trasmissione e in questo lungo periodo è stata sottoposta a diverse analisi. Negli ultimi anni, però, è stata considerata soprattutto per l’intenso rapporto che è riuscita a stabilire con alcune persone appassionate ad essa: i fan. 
Henry Jenkins, il teorico americano della cosiddetta «cultura partecipativa», cioè dei gruppi di appassionati che attraverso il web si aggregano ed esprimono la loro passione per un qualche fenomeno mediatico, è stato tra i primi studiosi ad impiegare nel 1988 un approccio etnografico per analizzare i fan di Star Trek.
Più di recente, anche Robert V. Kozinets ha analizzato i comportamenti dei fan di Star Trek attraverso un’articolata ricerca basata su interviste e un intenso lavoro di osservazione partecipante. I principali risultati di tale ricerca sono ora disponibili per la prima volta in Italia in un volume curato da Tito Vagni: Il culto di Star Trek. Media, fan e netnografia (Franco Angeli, pp. 89, euro 15). 
Kozinets considera Star Trek un programma televisivo significativo, perché è stato in grado di dare origine a una vera e propria cultura di consumo, cioè a un sistema di immagini, testi e oggetti commerciali che particolari gruppi sociali impiegano per dare un senso condiviso ai loro contesti e orientare le vite e le esperienze dei loro membri. In questo caso si tratta di una cultura di consumo che aspira a diffondere nella società la condizione di armonia che esiste tra i fan e che corrisponde a quella presente nel mondo sociale presentato da Star Trek. 
Che è particolarmente affascinante perché basato su una visione di tipo utopistico, cioè una visione della società che racconta un mondo futuro che esisterà tra trecento anni e parla di missioni spaziali compiute per esplorare mondi sconosciuti alla ricerca di nuove forme di vita e nuove civiltà.
Quando è nata, si trattava di una visione piuttosto avanzata rispetto alla società degli anni Sessanta, sebbene influenzata da alcune idee innovative già fortemente presenti all’epoca. Erano idee di cambiamento, di pace e di amore. Si trattava cioè di un mondo ideale che veniva contrapposto al mondo reale e all’ingiustizia dominante in esso.

1 commento:

Alessandro Tosolini ha detto...

Sembra un'analisi più seria del gergo amatoriale che circola negli incontri di Popsophia sul presupposto contenuto filosofico del Trono di Spade ed Harry Potter.