martedì 21 marzo 2017
Anche la critica moralistico-religiosa antiprogressista di Olivier Rey fantastica fantomatici limiti
Risvolto
La maggior parte
delle crisi contemporanee (politiche, economiche, ecologiche, culturali)
dipendono dal disprezzo ostentato dalla modernità (che oggi ha il volto
del liberismo) per la misura e dalla esaltazione della dismisura, della
hybris, dell’eccesso. Oggi misuriamo tutto, dai volumi delle
transazioni in borsa al tasso di colesterolo, ma quanto più le nostre
società si abbandonano a questa frenesia, tanto meno si mostrano capaci
di rispettare le giuste proporzioni. Ne
consegue un immaginario sempre più incupito. È questo un mondo morente.
“Nessuna civiltà, nessuna epoca è stata in grado di sviluppare
nell’individuo una simile mole di amarezza. Se occorresse riassumere in
una sola parola lo stato mentale del nostro tempo, senza dubbio
sceglierei questo: amarezza”.
Tutte le culture si sono sforzate
di far maturare gli uomini fissando limiti e facendo del loro
riconoscimento una condizione della saggezza. Uno dei grandi
sconvolgimenti moderni è di aver rotto con il rispetto del limite,
promuovendo l’illimitato, la dismisura. La
novità dell’epoca moderna non consiste nei desideri che si agitano
nell’uomo, ma nello status che viene loro accordato: non più potenze da
addomesticare e rendere feconde, ma energie cui dare un incontrollato
sfogo, se non addirittura da incoraggiare e stimolare al massimo. In
un mondo preda di una globalizzazione sfrenata e di una confusione
babelica, il senso delle proporzioni esige una riduzione di scala.
Olivier Rey è ricercatore al Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica matematico e filosofo. Ha insegnato matematica all’École polytechnique e insegna filosofia all’università Panthéon-Sorbonne. È autore di saggi e romanzi tra i quali Le Testament de Melville (Gallimard 2011) e Après la chute (Pierre-Guillaume de Roux 2014). Dismisura ha ricevuto il Prix Bristol des Lumières.
In una società che esalta il gigantismo e la quantità, l’intellettuale francese sostiene l’importanza del limite: un modo (che è anche cristiano) per rispettare il mondo
Avvenire Simone Paliaga sabato 18 marzo 2017
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