martedì 21 marzo 2017
Giornalista craxiano autoproclamato tra i "massimi esperti italiani dell’Europa dell’Est" ignora la differenza tra gulag e lager
Francesco Bigazzi: Il primo gulag (Le isole Solovki), Mauro Pagliai Editore, pagg. 112, euro 12
Risvolto
n mezzo al Mar Bianco, a 165 chilometri dal Circolo Polare Artico, sono
situate le isole Solovki. Per secoli disabitate, meta solo di pescatori
nei mesi estivi, nel XV secolo furono scelte dai monaci ortodossi per
costruire un importante monastero. Proprio quel complesso religioso
divenne nel corso del Novecento un triste simbolo di violenza: requisito
dallo Stato nel 1923 con un decreto firmato da Lenin, dopo la
fucilazione degli ultimi monaci fu infatti trasformato nel primo campo
di concentramento sovietico, il gulag da cui trasse origine il progetto
di sterminio di tanti figli della grande Russia. Pagina dopo pagina, il
libro ci fa entrare nella dimensione della tragedia e ciò che si avverte
fin dall'inizio come ineluttabile... effettivamente si produce: dietro
alla cortina fumogena dei "campi di rieducazione" si profila un mondo
fatto di fame, odio, prevaricazione, banalizzazione della morte.
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