Agamben Manifesto 26 2 2020
Diario virale. I giorni del coronavirus a Bulåggna (22-25 febbraio 2020)
Wu Ming
Diario virale. I giorni del coronavirus a Bulåggna (22-25 febbraio 2020)
Wu Ming
Il virus della paranoia che permette al Potere di lavorare sulla nostra riprogrammazione cerebrale
di
Edoardo Camurri Foglio 27 2 2020
Anche per lo stato d’eccezione la paura è un boomerang
von Kaiser, Manifesto
Agamben, il coronavirus e lo stato di eccezione
Anche per lo stato d’eccezione la paura è un boomerang
von Kaiser, Manifesto
Agamben, il coronavirus e lo stato di eccezione
Grasso Minima&Moralia
Più che «stato d’eccezione», strategie incerte del nostro tempo
Floridia manifesto 4 3 2020
Più che «stato d’eccezione», strategie incerte del nostro tempo
Coronavirus e politica. Quando
entrano in gioco questioni di vita o di morte anche il bistrattato
progresso mostra ancora un senso. Semmai domina l’incertezza: di
governo, regioni, sistema scientifico
Alla drammatizzazione del virus da parte dell'industria dei media in
cerca di sensazionalismi e ad opera di un ceto politico delegittimato e
terrorizzato che prova a pararsi il culo - e in solidarietà
antitetico-polare con il turbosciacallaggio scientifico dei filosofi
indipendenti, delle destre e di Salvini in particolare - risponde
prontamente la sinistra libertaria di ispirazione più
o meno foucaultiana, la quale vede esperimenti biopolitici anche dove
di tali esperimenti non sussiste il bisogno e che non rinuncerebbe alla
libertà di spritz nemmeno sotto un bombardamento a Beirut, così che
tutto ciò che minaccia di turbare il suo godimento consumeristico
diventa "stato d'eccezione" e ogni vacca sfuma nel nero.
Come nella questione delle migrazioni, al modello securitario
neoliberale di impostazione repressiva si contrappone così un
universalismo astratto e immediato che nessun interesse ha a comprendere
le ragioni della psicosi e che ha a cuore solo l'Unico e le sue
proprietà.
Se il primo tipo di risposta è odioso, il secondo è presuntuoso e fa di
tutto per farsi odiare a propria volta: finisce oltretutto per
coincidere con le posizioni di chi è assolutamente certo che dietro
tutto questo ci siano le perfide multinazionali delle mascherine.
Nelle reiterate denunce di ispirazione foucaultiana relative all'uso "biopolitico" dell'emergenza al fine di creare artificialmente uno stato d'eccezione che verrebbe pian piano elevato a governo della normalità ai fini di un "disciplinamento" o - i foucaultiani stessi sono spesso in disaccordo tra loro - di un "controllo" sociale generalizzato, c'è sempre stata una cosa che non mi è mai tornata, al di là del rischio strisciante di un certo complottismo grossolano che è speculare al complottismo dei populisti-sovranisti.
Esattamente, quale selvaggia pulsione sociale alla sovversione dovrebbe essere oggi disciplinata o tenuta sotto controllo? Quale rivolta dei subalterni - che a me sembrano semmai desiderosi di intrattenimento, protezione e sangue altrui: questo bisogna spiegare - si tratterebbe di prevenire?
Nel vigente stato catatonico delle masse, conseguenza
di una sconfitta profonda le cui ripercussioni saranno di lunghissima
durata, l'unico empito di sovversione è oggi a guardar bene quello che
proviene dalle classi dirigenti, come quasi sempre è avvenuto nella
storia del nostro paese.
Usare un argomento che è stato anche
valido in contesti e momenti determinati come una facile spiegazione
monocausale passepartout, valida in ogni tempo e in ogni luogo - e
presentare come chissà quale subdolo segreto dell'arte di governo alcune
pratiche anche abbastanza scontate di gestione della società di massa -
mi pare sia in realtà la copertura di un atteggiamento pregiudiziale
nei confronti dello Stato in quanto tale e del potere in quanto tale:
entrambi considerati per definizione e necessariamente come repressivi, e
dunque segretamente "fascisti" a prescindere non solo dalla loro
fenomenologia ma soprattutto dai rapporti di forza che li innervano.
E' una copertura, oltretutto, che sembra in realtà esonerarci con una
formula magica dalla fatica dell'analisi e della negazione determinata e
che ignora filoni interpretativi non meno significativi, come quello
che riconduce semmai lo stile di governo novecentesco alla mobilitazione
totale sperimentata nella guerra imperialista o ancora prima alla
tradizione coloniale.
Ammesso che esista, infine, il potere
biopolitico è sempre cattivo? E il bios che verrebbe manipolato è sempre
di per sé spontaneamente buono - come il mitologico Popolo dei
sovranisti - in quanto si identifica con un potere sociale costituente
che è a sua volta sempre innocente? [SGA].
P.S.
Rimane comunque un angoscioso interrogativo: Camurri ha veramente 33 anni, come dice la scheda sul Foglio?
P.S.
Rimane comunque un angoscioso interrogativo: Camurri ha veramente 33 anni, come dice la scheda sul Foglio?
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