lunedì 15 febbraio 2021

Epistocrazia all'italiana



Persino l'epistocrazia nel Belpaese è quel che è.
Sara dura per l'industria del consenso mantenere alta la fiducia del popolo bue in questa banda assortita di vampiri, macchiette da avanspettacolo, nani, ballerine e scendiletto padronali per più di qualche settimana.
I problemi rimangono e presto qualcuno dovrà pagarne le spese in termini di reddito, diritti, sfruttamento.
Grazie al rinnovato suicidio della sinistra, tuttavia, il dissenso verso un governo di destra sarà capitalizzato interamente da un'altra destra.
Complimenti al PD per il solito colpo di genio. I padroni sanno sempre di poter contare sugli amici quando c'è da bastonare i lavoratori e ci vuole un servizietto ben fatto.
Quanto a quei miracolati che stanno con Speranza e Fratoianni, nemmeno vale la pena parlarne, sarebbe stato strano il contrario.
In generale, il riallineamento atlantico liberalprogressista e universalista non è una semplice restaurazione ma avendo riassorbito la scissione particolarista liberalconservatrice si è posizionato su un equilibrio più arretrato e dunque marca uno spostamento a destra [SGA].





Il femminismo liberale del PD
Non c'è peggior nemico di un'autentica emancipazione femminile di quanto lo sia il femminismo liberale, che porta questo sacrosanto processo di emancipazione ad aspirare alla cooptazione tra i dominanti invece che a lottare assieme ai dominati.
E' la dinamica consueta dell'assorbimento selettivo delle "minoranze" (in questo caso una maggioranza frantumata).
Così avvenne ad esempio con gli ebrei dopo la Seconda guerra mondiale, quando da neri che erano diventarono bianchi mentre i musulmani rimasero neri.
In questo caso, le "donne del PD" non si pongono il problema della natura regressiva di questo governo e del rischio che rappresenta per i diritti di tutti, ma pretendono una pari rappresentanza nella cerchia dei pari privilegiati.


"Governo ambientalista"
Basta un titolo per esemplificare tutta la potenza di fuoco dell'egemonia borghese. Un titolo costruisce la realtà anche quando questa realtà - in questo caso l'attenzione all'ambiente - non esiste. In tal modo, un titolo detta l'agenda a chi quel titolo legge.
Tuttavia non si tratta di un mero inganno.
Non va banalizzata questa operazione ideologica, perché è ancora una volta anche una esplicazione del lavoro di détournement della rivoluzione passiva, mediante il quale temi e parole d'ordine nati per la critica del sistema non vengono confutati ma vengono rifunzionalizzati e risignificati dopo essere stati assorbiti e posti al servizio di una modernizzazione capitalistica, in questo caso all'insegna del "greenwashing".
Così è avvenuto per la questione femminile, così per una miriade di temi emancipazionisti e libertari dagli anni Sessanta a oggi.
E' una ragione sufficiente per dire che l'ecologismo, o il femminismo, sono solo inganni del potere, assieme ai diritti civili, come dicono i socialsciovinisti?
No, è una ragione per prendere ancor più consapevolezza della potenza egemonica del capitale e per fare emergere al contempo le inevitabili contraddizioni che emergeranno tra il suo dire e il suo fare.
Magari ci fosse un capitalismo realmente ecologico.


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