giovedì 7 gennaio 2010
Alle radici del securitarismo
Riflessioni di Belpoliti - tra Bauman, Sofsky e altri - su un fenomeno che non è solo recente [SGA].
Il miraggio della sicurezza
Da Montaigne a Bauman, filosofi e sociologi analizzano le ragioni che spingono l’umanità a cercare di preservarsi da ogni rischio
di MARCO BELPOLITI, La Stampa, 7/1/2010
Nel 1580 Montaigne visita Augusta. Vi arriva di notte e rimane stupito per le precauzioni cui si deve sottoporre: una serie di porte di ferro, ingressi segreti, stanze buie in cui sostare. Le precauzioni sono proporzionali al clima d'insicurezza che la città di 60 mila abitanti, la più ricca della Germania, vive in quell'epoca: contese religiose, Turchi alle porte, timore di sortite. Ogni straniero è sospetto, in particolare la notte. Ma questa città, racconta Jean Delumeau, lo storico francese, autore di La paura in Occidente (secoli XIV-XVIII), nutre un sentimento di timore verso i propri stessi cittadini i cui «turbamenti» sono imprevedibili e pericolosi. La paura ha accompagnato la storia umana, nata con l’uomo nell’età più oscura, nel corso dei secoli non l’ha abbandonato mai, anche se era sembrata diradarsi, almeno per quanto riguarda le città...
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