giovedì 3 giugno 2010

Credere nelle favole

Si fa tanto parlare oggi di ritorno dello Stato, di colbertismo contro mercatismo, ecc. ecc., tanto che anche uno come Giulio Tremonti - che come commercialista conosceva il suo mestiere - sembra aver convinto tutti, PD compreso. In realtà, il liberalismo ha sempre avuto verso la coppia Stato-Mercato un atteggiamento estremamente pragmatico e flessibile: quando l'economia tira, deregulation e legge del più forte; quando c'è crisi, intervento statale per socializzare le perdite e ancora legge del più forte. Tutto dipende dai rapporti di forza politico-sociali, insomma. Il merito di questo articolo demenziale e nostalgico (della Scuola di Chicago), che recensisce un libro dell'economista statunitense Vernon L. Smith, è quello di ricordare che sotto la faccia caritatevole e il tono mieloso dei momenti di carestia, in cui bisogna convincere il popolo bue a fare sacrifici senza protestare troppo, ci sono i denti di squalo di chi è pronto ad azzannare lo stesso popolo bue prima possibile.
Impagabile il sottotitolo: "L'economia ha una razionalità intrinseca. Banche centrali, politiche sociali e pianificazione urbanistica la danneggiano" [SGA].

IL MERCATO SENZA REGOLE E' QUELLO PIU' REGOLARE
CARLO LOTTIERI, GIORNALE del 2/6/2010 a pag. 28

4 commenti:

wizler ha detto...

Democrazia e mercato sono facce della medesima medaglia soltanto acquisendo nuove regole grazie alle nuove tecnologie ed ad internet si potranno ridurre i gap fra questi due livelli intrinsecamente inseparabili..
Pertanto, anche sul fronte elettorale urgono adeguamenti per non continuare a far pagare al solito Pantalone divenuto globale il conto! Quello del socializzare le perdite!
Quindi, per non precipitare nei soliti retorici arcaici obsoleti modelli frutto di statuizioni formalmente corrette così ancora rilevato da Weber, e cadere dalla padella del maggioritario, alla brace della nostalgica Prima Repubblica, servirebbe cambiar pagine adottando soluzioni inedite che diano concrete pragmatiche risposte. Soluzioni a semplice portata acquisendo un sistema elettorale completo quanto si propugna col SEMIALTERNO quale “idealtipo system” induttore di resiliente concorrenza. Il SEMIALTERNO rappresenta appunto, un più efficiente dispositivo per abbassare sempre più i gap che distanziano il livello “consuntivo” da quello “programmato” al livello elettorale solo così si potrebbe mantenere interattiva quella necessaria virtuosa osmosi concorrenziale nello spazio tempo lungo tutto quella sua asse di percorrenza dal pre elettorale sin su ad ogni consuntivo di fine legislatura post governativo”.
Dove grazie alle comunicazioni orizzontali che internet innesta - “mass self-communication” permette svolgere un’agorà elettronica in continuativa espansione dando costituzione ad una sfida continua, su una grande varietà di temi, a coloro che detengono il potere di decisione nella sfera pubblica in virtù della democrazia elettorale. Giacché il problema di “conquistare le menti” resta cruciale, non solo nella circostanza più importante “le elezioni”, ma nel corso dell’intera legislatura, della durata in carica dei politici eletti. Cosicché tra un’elezione e l’altra il popolo non sarà muto od inattivo, o potrà anche non esserlo. Ma si potranno esercitare i “coutervailing powers” ovvero, forme di “contro-democrazia” possibili nel contesto istituzionale delle democrazie moderne utilizzando: i referendum specialmente quando questi istituiti saranno previsti in altrettanto equilibrato modo –balance criterio– Pertanto ci dovrà essere non soltanto il referendum del sempre solo togliere con l’abrogativo ma ci dovrà essere anche quello per complementarietà, del poter mettere e proporre varando per controbilanciamento anche i referendum propositivi!
Istituti che si possano aggiungere ad altri istituibili processi per meglio poter reclamare “accountability” e, cioè poter: controllare, sorvegliare, denunciare, porre veti, impedire l’esecuzione di decisioni prese dai politici, chiamare questi ultimi in giudizio e per ultimo anche scendere in piazza!? E’ per l’appunto che urgono nuove regole su vari piani ed anche i meccanismi elettorali non possono sottrarsi. Quindi, si propone acquisire il sistema SEMIALTERNO dispositivo che enuclea quel virtuoso criterio indispensabile a poterci incarreggiare verso una piena democrazia propulsiva capace d’irradiare in modo sempre più pervasivo ed inclusivo un “asintote” incrementale qualità – democraticità in costante, resiliente concorrenza in ogni dove ed ambito per poterne riverberare virtuosi efficaci effetti in modo pervasivo per tutta la sua galassia di cui si compone politics, policy and polity! Il SEMIALTERNO ne rappresenta l’idealtipo sistema per iniziare ad esercitare un’onorevole “exit strategy” indispensabile per superare le solite anomalie dell’obsolescenza che ci mantengono bloccati a quel compassato intriso d’statuizioni formalmente correte che ci inchiodano all’arcaica all’intransitività d’autoreferenzialità permanente alla casta! Quando per allinearsi competitivamente ad una siffatta nuova realtà data l’accelerazione (singolarity) e le implicite convergenze (mainstream) che include l’interconnettività e pretende in ogni dove l’assunzione di nuovi pervasivi ed aperti logos, paradigmi (global ontology)!
Il sistema SEMIALTERNO si struttura e si articola come di seguito:

wizler ha detto...

Il sistema SEMIALTERNO si struttura e si articola come di seguito:
1) Il SEMIALTERNO è a leader implicito in quanto non necessariamente richiede di essere direttamente eletto e
2) la sua peculiarità consiste nel fatto che su una base a “mandata elettorale”(consultazione a turno unico) PROPORZIONALE PURA, la cui purezza dipende da come si ritagliano i collegi; ovviamente più ampia sarà la circoscrizione maggiore risulterà la proporzionalità e, più piccola diventerà la circoscrizione, più grande sarà lo spreco dei voti, agendo indirettamente così a mo’ di fattore di soglia;
3) Ma, quando la “situazione” si rendesse priva di governo od andasse in stallo ovvero la legislatura chiudesse prima dei suoi fisiologici tempi, ad esempio prima degli attuali cinque anni (come all’art. 60) il SEMIALTERNO richiama una consultazione elettorale a turno unico a PREMIO di MAGGIORANZA (anche in collegi plurinominali) od a modalità MAGGIORITARIA anche questa “mandata con premio” risulterà tanto più efficace quanto numericamente ridotti sarà il numero dei collegi elettorali in cui sarà ritagliato il territorio;
4) Durante queste legislature “a mandata-votazione a Premio di Maggioranza” per evitare rischi di derive autoritarie essendo questa legislatura “a Premio” ovvero, incardinate prevalentemente sull’induzione della governabilità; sarebbe opportuno inserire un emendamento equilibratore volto ad “inibire l’art. 138″ per evitare ogni possibilità di revisionare la Costituzione. Basterebbe inserire un semplice “lodo” che inibisca l’art. 138 durante lo svolgersi di legislature “a premio di maggioranza” e non per quelle mandate con votazione al proporzionale;
5) Comunque dopo ogni elezione (mandata) a Premio di MAGGIORANZA (o MAGGIORITARIO), si ritornerà alla votazione-mandata a “base PROPORZIONALE”;
6) Il termine SEMIALTERNO deriva semplicemente dal fatto che pur diventando automatico “alterno” il passaggio dalla modalità maggioritaria a quella proporzionale che resta il “livello di base” pertanto lo stesso automatismo non si attiverebbe dopo ogni legislature che “fisiologicamente” terminasse secondo i suoi 5 canonici anni come attesta l’art. 60 della ns Costituzione. Pertanto, teoricamente la modalità al proporzionale potrebbero anche ininterrottamente sempre continuare a ripetersi per lo stesso verso.
7) Il SEMIALTERNO comunque aumenta la sua efficacia quanto più l’induzione centrifuga del livello a base “proporzionale” (incardinato sulla rappresentatività) si manterrà specificatamente distinta rispetto a quella sua complementare centripeta “mandata-votazione” rappresentata dal “MAGGIORITARIO od a Premio di Maggioranza” incardinata sulla governabilità!
Inoltre, il SEMIALTERNO non prevede alcuna soglia d’accesso ma, si rimette alla prerogativa insita nel suo meccanismo del determinare il passaggio dal proporzionale al maggioritario e viceversa ricrea un effettivo processo opzionale concorrente che permette di mantenerne e rendere pervasiva al più alto tasso possibile la concorrenza, quale elemento “sine qua non”, indispensabile per poter ingenerare ed implementare virtuosa qualità-democraticità. Con questo automatismo si potrà drenare rischiosi spazi all’estraparlamentare vulnerabilità tipica dei modelli a bipartitismo (presidenzialista e semi presidenzialista) perpetuo dove queste tenderebbero maggiormente a sempre più involarsi – verticalizzarsi rispetto alla realtà contestuale e basilare che dovrebbe saper meglio leggere anche nelle sue peculiarità di come si struttura solo nei passaggi al proporzionale!
Pertanto sempre più assurdo risulterà pretendere soluzioni innovative ripassando dall’attuale riconosciuto incompiuto modello “Calderolum” con autonominate candidature e rappresentanze politiche elette attraverso blindate liste elettorali o magari come taluno asserisce, ripassare nella precedente casella d’un altrettanto incompleto modello elettorale quale era il Mattarellum!

wizler ha detto...

economico-sociali attuali nei quali la democrazia liberale è inserita produce incessantemente tendenze oligarchiche sarebbe più opportuno addivenire alla necessità d’implementare meccanismi quali il SEMIALTERNO che permettano meglio dissiparle. Pertanto, urge iniettare maggiore concorrenza per rivitalizzarsi dall’attuale pervasiva crisi specialmente per invertire quel pericoloso trend indotto negativo.
Pertanto, si rende indispensabile per non rischiare l’implosione giacché i ritmi d’accelerazione di una siffatta nuova realtà fanno affastellare sempre più quei nodi irrisolti, supinamente mantenuti eternamente in deroga, ecc.. Pertanto, oltre all’improcrastinabile necessità di rendere completo il sistema elettorale occorre applicare, quanto da più tempo e più volte ribadito ed elencato in ogni programma elettorale da ogni precedente classe politica resta lì irrisolto oltre alle suddette incongruenze rilevate nel meccanismo elettorale permangono irrisolte le seguenti necessità* di:
• Ridefinire i poteri tra Esecutivo e Parlamento e rafforzare il potere del governo sul processo legislativo ricorrendo anche a legge ordinaria o con modifiche dei regolamenti, senza il complesso iter delle riforme costituzionali per conferire al premier il diritto di fissare priorità per l’ordine del giorno, stabilendo l’obbligo del parere favorevole del Tesoro (e/o art. 81) su leggi che comportino aumenti di spesa o diminuzione di entrata, dando priorità e tempi certi per i progetti del Governo.
• Istituzionalizzare il metodo con una legge che colleghi il finanziamento pubblico all’effettiva democraticità dei partiti, in questo modo meglio si farebbe corrispondere all’articolo 49 della ns Costituzione che attesta di riconoscere a tutti i cittadini il diritto di associarsi per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale - stiamo attendendo l’autoregolamentazione dei partiti sin da quando si aspettava Godot!
• Occorre un concreto dimezzamento del pletorico numero dei Parlamentari a 300 alla Camera e 50 al Senato rispetto alla misera anacronistica riduzione in percentuale prevista dalla bozza Violante… un abbozza che umilierebbe il tanto vantato italico Europeismo!? Giacché basterebbe semplicemente recepire dal Parlamento europeo le normative senza frenarne con la solita “nostrana retorica plutocratica” quelli opportuni adeguamenti! Invece, un netto dimezzamento numerico dimostrerebbe una più attenta volontà e propensione alla razionalizzazione dimostrando sensibilità nell’introdurre anche una reale “governance documentale” quanto già avviene in molti paesi del nord Europa al fine di rendere più efficiente l’organizzazione nel suo complesso giacché razionalizzando i flussi documentali si risparmiano economicamente fino al 30%. Questa potrebbe rappresentare un’ulteriore prerogativa per liberarsi dalla nostrana pluto burocrazia e dall’inefficienza per diventare così più imprenditore di se stesso, quali “civil prosumer – in a real stakeholder citizen engagement” (A. Toffler futurologo) che avendo a cuore il proprio destino, intendono perseguire la propria realizzazione per riscattarsi: dal paternalismo discente, dalla pervasiva cooptazione e dal famelico familismo, ecc.
• Rendere più specifiche le funzioni delle Camere rispetto all’attuale ridondate doppione legiferante quindi, chiudere il bicameralismo “perfetto” per dare consistenza ad un Senato Federale;
• Altrettanto auspicabile risulta la riduzione dei lauti appannaggi rispetto ad ogni media dei “Parlamentari dell’€urozone”;
• Eliminazione del Quorum ai Referendum abrogativi ed introdurre “per equilibrio” anche il Referendum Propositivo! Giacché anche l’istituito del referendum deve risultare a balance criterio! Pertanto, ci dovrà essere non soltanto il referendum del sempre solo togliere con il referendum abrogativo ma ci dovrà essere anche per complementarietà l’opzione de poter mettere e proporre varando per controbilanciamento anche il referendum propositivo!?

wizler ha detto...

Urgono nuove inedite soluzioni essendo per understatement tutto in asintote osmotico movimento dati siffatti ricorrenti cangianti termini in cui ineludibilmente una siffatta realtà s’avviluppa in modo più o meno a cicli centripeto<>centrifugo semialterni ed irreversibilmente si muove, da cui si evince d’essere al cospetto di un epocale sconvolgimento dato che:
• Nei media grazie alle nuove tecnologie ed ad internet che tendono far sempre più convergere in modo centripeto (mainstream) i nuovi tools tecnologici e media che mediamente ogni 14 mesi raddoppiando il loro potenziale e simmetricamente permettono di abbassarne in continuazione sempre più la soglia in difficoltà del loro utilizzo da parte degli utenti - cittadini Dove, questi sempre nuovi devices (mobile iPhone, iPad, all’integrazione ormai comune tra videocamera digitale e strumenti per la pubblicazione immediata on line di video –You tube, ecc.) che per capillarità e pervasività distributiva determinano effetti centrifughi tali da poter permettere di farne aumentare da parte di tutti i cittadini il potenziale espansivo nell’uso di detti strumenti innovativi impensabile!?
• Oltretutto assistiamo ad un’evoluzione antropologica già in atto che segna il passaggio dall’“homos sapiens” e l’insorgere dell’“homos zappiens” rappresentato dalle generazioni cresciuti nell’era digitale. Quelle che evidenziano le loro abitudini fin dalla più tenera età a vivere “sempre connessi”. Così da conseguentemente poter possedere una capacità di gestire varie “multitasking - attività” pur risultando queste per taluni contemporanei non riconosciuta e quindi restarne tuttora ignota od ignorata; in quanto fino a ieri, prevalevano i moniti che il “multitasking” dovesse risultare innaturale per effetto di quel latente pregiudiziale “imprinting” del credere che il cervello rimanga una struttura sequenziale capace di far bene solo una cosa alla volta Cosa che sembra purtroppo aver compromesso ed adombrato molte altri aspetti .