giovedì 24 gennaio 2013
Senza timore del ridicolo
Giovanni Orsina: Il berlusconismo nella storia d'Italia, Venezia, Marsilio, pagg. 240, € 19,50
Risvolto
Questo libro non parla di Silvio Berlusconi.
Non si chiede
quali obiettivi egli abbia perseguito, non intende giudicarne il
comportamento o stabilire se abbia governato bene o male. Scegliendo
punti di osservazione e ipotesi interpretative finora trascurate,
Giovanni Orsina affronta invece il berlusconismo: la sostanza del
discorso pubblico del Cavaliere, come esso è stato accolto dal paese,
perché ha avuto successo, perché non ha funzionato. Partendo
dall’assunto che si sia trattato di un progetto ideologico e politico
sufficientemente coerente, il libro ne analizza il nucleo fondante e
l’elettorato di riferimento, in una prospettiva storica di lungo periodo
e all’interno di un più generale contesto internazionale, ossia come
«manifestazione particolarmente clamorosa, sia per intensità sia per
durata, di tendenze che negli ultimi anni hanno caratterizzato pressoché
tutte le democrazie».
Se molti sono già stati i tentativi di avviare
un discorso su basi storiche per renderne conto, «bisogna scavare di
più – sostiene Orsina – per comprendere da quali fragilità della nostra
storia sia scaturito il berlusconismo, in quale modo esso abbia inteso
rimediare a quelle fragilità, perché la sua proposta in quello specifico
momento storico sia parsa ragionevole, e come mai infine la democrazia
italiana si sia spinta così tanto più avanti delle altre lungo la via
del “postnovecento”». In particolare emerge la consapevolezza che la
comprensione del berlusconismo possa avvenire soltanto se si compie lo
sforzo di osservare il mondo dal punto di vista di chi ha votato Silvio
Berlusconi.
Solo sostituendo le spiegazioni fondate sulla scarsa
intelligenza, scarsa moralità e scarsa razionalità degli elettori del
Cavaliere con un’analisi della loro diversa intelligenza, diversa
moralità e diversa razionalità - diverse, appunto, ma non
necessariamente inferiori - diviene realmente possibile capire quel che è
successo in Italia negli ultimi vent’anni. E, magari, provare a
superarlo.
Chi s’interroga sul potere attrattivo del Cav. (ancora oggi), riprenda un saggio del filosofo inglese Oakeshott
Giovanni Orsina il Foglio 23 gennaio 2013
Paolo Pombeni Domenicale 07 luglio 2013
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