venerdì 22 febbraio 2013
La Chiesa e "La difesa della razza"
Risvolto
Il 20 marzo 1939 la Segreteria di Stato
vaticana invia all'Ambasciata italiana presso la Santa Sede una
durissima nota relativa alla rivista di propaganda La Difesa della
razza, diretta da Telesio Interlandi. Il periodico, al quale tutti gli
istituti di istruzione, anche quelli cattolici, sono obbligati ad
abbonarsi, viene tenuto sotto stretta osservazione e persino la sezione
della censura libraria del Sant'Uffizio ritiene di dover aprire un
fascicolo. L'inconciliabilità tra l'ideologia razzista e la dottrina
cattolica, già denunciata da Pio XI subito dopo l'approvazione delle
leggi antisemite del 1938, rivela la consapevolezza che la posta in
gioco è molto alta e investe in pieno l'identità della Chiesa,
preoccupata per la carica di aggressivo paganesimo che si annida dietro
la svolta razzista del regime. La controversia sulle categorie di
"romanità" e "cattolicità" rinvia a due visioni alternative e
inconciliabili del ruolo svolto da Roma nella storia dell'umanità e
chiarisce i termini di un conflitto emerso, anche se in forma latente,
sin dalla Conciliazione del 1929. Il volume prosegue una collana di
brevi saggi di tema teologico, filosofico, storico, archeologico o di
spiritualità, affrontati da specialisti di grande competenza, noti e
meno noti, che offrono uno sguardo inedito sull'aspetto preso in
considerazione. Si tratta di argomenti di interesse culturale che spesso
intersecano l'attualità.
I PAPI DEL '900 E L'ERESIA RAZZISTA DEL FASCISMO (RONCALLI MARCO) a pag. 21
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