mercoledì 20 marzo 2013
Nuova sinistra o vecchia destra in Cina? Una totale incomprensione del concetto di lotta di classe
Muovendo da una concezione tutta economicistica della lotta di classe, il Manifesto insiste con il tentativo di legittimare una fantomatica "nuova sinistra" cinese che nasconde dietro il richiamo al maoismo la propria ostilità verso il PCC e che è in realtà la destra dirittumanista [SGA].
Minqi Li è un economista che ha fatto un percorso inverso rispetto a molti suoi connazionali: dalla scuola di Chicago a Mao. Oggi crede ci sia bisogno di un «riorientamento», dalla «crescita» alla «sostenibilità sociale ed ecologica»
PECHINO. Il professor Minqi Li, che insegna Economia all'università
dell'Utah, ha fatto un percorso inverso rispetto a molti suoi
connazionali. Prima del 1989 - momento di svolta per molti cinesi - era
infatuato dalle teorie economiche della scuola di Chicago. «Eravamo
convinti che il sistema economico socialista fosse ingiusto e che
privilegiasse i lavoratori statali pigri e inefficienti e punisse i più
attivi e liberi imprenditori», ha scritto Minqi Li nell'introduzione
al suo The rise of China and the Demise of the Capitalist World
Economy, (Londra, 2008). Minqi Li ha studiato proprio nel luogo che poi
sarebbe diventata la culla del pensiero neo liberista cinese. Durante
le proteste cambiò la sua visione: dopo uno speech in cui richiedeva un
ritorno all'economia socialista venne imprigionato. Durante la
permanenza in carcere «ebbi modo - dice - di conoscere meglio gli
strati più bassi della società e concentrai la mia attenzione nella
lettura di Marx». Uscito dal carcere intraprese un viaggio di due anni
nella Cina, quella rurale e popolare, modificando - e di molto - la
propria visione dell'economia e del suo paese. La sua interpretazione
del 1989 si è infine solidificata: «Gli studenti - ha scritto - potevano
ritirarsi o scegliere di allearsi a una classe operaia che non
aspettava altro. Scelsero di non fare, semplicemente, né l'una né
l'altra cosa. E furono per questo sconfitti». Oggi è considerato uno
degli economisti di punta di quella che viene considerata la «nuova
sinistra» cinese. Ha accettato di buon grado di rispondere alle domande
del manifesto.
Professore, dopo la caduta di Bo Xilai (capo del
Partito di Chongqing, epurato dal Partito comunista cinese e oggi in
attesa di processo, ndr), che influenza politica ha ancora la nuova
sinistra in Cina?
La trasformazione capitalista della Cina ha portato
sempre più conflitti sociali e il degrado ambientale. Bo Xilai è tra i
politici che si erano resi conto che il percorso attuale della Cina di
sviluppo è insostenibile. Quando era segretario del partito di
Chongqing, ha fatto sforzi per regolamentare il settore privato, per
ripristinare la sicurezza delle persone (con il giro di vite sulla
criminalità organizzata), e per ridurre le disparità di reddito. La sua
sconfitta suggerisce che nel Partito comunista, l'ala neoliberista ha
oggi il sopravvento. Mentre la sinistra ha oggi un peso trascurabile tra
i primi dirigenti del partito, la sua influenza tra gli strati
medio-bassi della società cinese è cresciuta.
Quali sono oggi gli obiettivi principali della nuova sinistra cinese?
Alla
fine del 1990, la «nuova sinistra» in Cina era essenzialmente limitata
a pochi intellettuali che criticarono la riforma economico
neoliberista. Da quel momento in poi la «sinistra» è diventata un
movimento sociale. Nel 1990, la Cina si è impegnata in massicce
privatizzazioni. Decine di milioni di lavoratori del settore statale
sono stati licenziati. Molti hanno partecipato alla lotta contro la
privatizzazione e molti dei leader dei lavoratori in seguito sono
diventati affiliati alla sinistra. Negli anni tra il 1980 e il 1990, la
classe media urbana era una forte sostenitrice di riforme economiche
neoliberiste. Ma da allora molti dei membri attuali o aspiranti della
classe media hanno subito i prezzi delle case alle stelle, l'istruzione
privata e le spese di assistenza medica, l'inquinamento dilagante,
così come una crisi di sicurezza alimentare. Alcuni di loro sono
diventati politicamente radicalizzati. Nonostante decenni di propaganda
antimaoista, sempre più persone delle classi sociali medio-basse hanno
ricominciato a valutare in modo positivo il passato maoista. Ogni
anno, milioni di persone spontaneamente partecipano alle attività di
massa che commemorano Mao Zedong in tutto il paese nonostante
l'opposizione ufficiale, o persino la repressione della polizia. La
sinistra cinese oggi comprende attivisti operai, giovani studenti,
intellettuali progressisti, radicali della classe media, e alcuni
vecchi rivoluzionari veterani comunisti. Come la sinistra in molti
altri paesi, ci sono molti gruppi diversi e opinioni diverse. In linea
di massima, la sinistra cinese oggi si oppone al capitalismo e la sua
riforma economica e supporta la trasformazione socialista della società
cinese.
Chongqing è ancora un "modello"?
Non c'è una visione
unificata economica tra la sinistra cinese. Chongqing (ovvero una
riforma relativamente progressista del capitalismo) è probabilmente
insufficiente a fornire una soluzione ai problemi attuali economici e
sociali della Cina. Mentre l'economia cinese continua a crescere
rapidamente, soffre di gravi squilibri economici, sociali ed ecologici.
Per far fronte a questi squilibri, sarebbe necessario un
riorientamento fondamentale della priorità di politica economica della
Cina, dalla crescita economica (cioè, il profitto e l'accumulazione del
capitale) verso la sostenibilità sociale ed ecologica. È impossibile
concepire un riorientamento economico senza una redistribuzione del
reddito e della ricchezza. Ovvero: una grande parte della ricchezza
capitalista dovrebbe essere ridistribuita verso la classe operaia o
investita nei beni pubblici. Ovviamente questo non sta accadendo.
Qual è la "mappa" della nuova sinistra cinese oggi?
La
nuova sinistra negli anni 90 includeva intellettuali soprattutto
accademici, come Wang Hui, Cui Zhiyuan, e Wang Shaoguang. Poi è
diventato un movimento sociale, molti si sono organizzati intorno a siti
web popolari. Uno dei più noti è "Wu Zhi Xiang Tu" (Utopia). Utopia
cerca di interpretare il maoismo principalmente come una forma di
nazionalismo. Altri attivisti di sinistra si dicono
marxisti-leninisti-maoisti. E criticano Utopia per la sua tendenza
nazionalista.
Possiamo definire le riforme previste dal nuovo governo
di Pechino come neo liberali? E che tipo di impatto avranno sulla
società cinese?
Il capitalismo cinese ha tratto grandi benefici dalla
ristrutturazione neoliberista globale, posizionandosi come il
principale fornitore di manodopera a basso costo per il mercato globale.
Al momento, non è ancora chiaro cosa le élite cinese vogliano fare per
il futuro. Ma la Banca mondiale ha raccomandato alla Cina di
privatizzare le imprese statali restanti e privatizzare la proprietà del
territorio rurale. Il nuovo primo ministro Li Keqiang, è ampiamente
noto per aver sostenuto con entusiasmo le raccomandazioni della Banca
mondiale. Se il piano di Li Keqiang sarà implementato, significa che la
Cina ha scelto con forza il sentiero neoliberista.
Quanto è ancora importante lo stato nella visione della nuova sinistra?
Lo
stato è sempre importante. Suppongo però che la vera questione non sia
se lo stato rimane importante, ma se lo stato rimane uno strumento
efficace per regolare le contraddizioni del capitalismo cinese. Se la
classe capitalista cinese non è disposta a rinunciare a gran parte della
propria ricchezza attuale per il bene di alleviare le diverse
contraddizioni economiche, sociali ed ecologiche, queste contraddizioni
possono portare ad una grave crisi per la società cinese in
cinque-dieci anni. Quando ciò accadrà, non sarà solo una crisi per lo
stato della Cina, ma anche una crisi per il capitalismo cinese. E non
solo.
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