lunedì 8 aprile 2013
La conquista del Nuovo Mondo e l'avvio della mondializzazione capitalistica
Charles C. Mann: 1493. Pomodori, tabacco e batteri. Come Colombo ha creato il mondo in cui viviamo, Mondadori, pagg. 676
Risvolto
Se nel 1492 qualcuno avesse rivelato ai sovrani di Spagna Ferdinando e
Isabella anche solo la metà delle conseguenze che avrebbero avuto i
viaggi di Cristoforo Colombo da loro finanziati, molto probabilmente
sarebbe stato incarcerato come un volgare truffatore. Nessuno poté fare
nulla, invece, contro la forza dirompente della realtà. Già a partire
dal 1493, infatti, gli equilibri e gli assetti del pianeta furono
letteralmente rivoluzionati: due mondi che, dopo la frattura geologica
di 200 milioni di anni prima, erano rimasti estranei e ignoti l'uno
all'altro, si incontrarono e si mescolarono, in un processo di reciproca
osmosi e contaminazione che, da allora, è diventato sempre più intenso.
Alla luce della storia ambientale, inaugurata da Alfred Crosby con il
concetto chiave di «Scambio colombiano», e delle più recenti ricerche
antropologiche, archeologiche e storiche, Charles Mann esplora la genesi
e l'impetuoso sviluppo di questo «mondo nuovo», unico e globale, nato
da un autentico terremoto ecologico. Le navi europee trasportarono
oltreoceano - insieme ai coloni e, poi, agli schiavi - migliaia di
specie botaniche sconosciute, e ne importarono altrettante. Il che
spiega la presenza dei pomodori in Italia, delle arance in Florida, del
cioccolato in Svizzera e dei peperoncini in Thailandia. Al traffico di
piante e animali s'intrecciò poi la circolazione involontaria e
clandestina di altre «creature» che ebbero quasi sempre effetti
devastanti sull'ambiente e sulla salute degli indigeni: vermi, zanzare,
scarafaggi, topi, funghi, batteri, virus e microrganismi di ogni specie,
che s'insediarono nelle nuove terre e modificarono radicalmente
paesaggi ed ecosistemi da un capo all'altro del pianeta.
Ma lo sbarco di Colombo ebbe anche altre conseguenze.
Ottant'anni dopo uno spagnolo di nome Legazpi navigò verso oriente per
stabilire relazioni commerciali permanenti con la Cina, all'epoca il
paese più ricco e potente del mondo. A Manila, la città da lui fondata,
l'argento delle Americhe, estratto da schiavi africani e indiani, veniva
venduto agli asiatici in cambio di seta per i paesi europei. Per la
prima volta, merci e persone di ogni angolo del globo erano coinvolte in
un unico mercato mondiale, la base materiale dell¿età moderna.
Con
avventurose incursioni attraverso i continenti e lungo la linea del
tempo, Mann ci mostra alcuni scenari cruciali di quella svolta epocale,
dai quali emerge come la creazione di una rete universale di scambi
ecologici ed economici abbia favorito l'ascesa dell'Europa, devastato la
Cina imperiale e sconvolto l'Africa. Ma dove sono anche ben visibili le
radici di alcune delle più scottanti questioni del nostro tempo,
dall'immigrazione all'autodeterminazione dei popoli, dalla questione
ambientale al cosiddetto «scontro di civiltà».
Un saggio riscrive la storia delle scoperte geografiche e spiega perché è da secoli che viviamo in un mondo dove le società umane sono sempre più interdipendenti. E nessuno può tornare indietro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento