Roberto Zapperi: Freud e Mussolini.
La psicoanalisi in Italia durante il regime fascista, Franco Angeli,
pagine 140, € 18
Risvolto
Perché Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi, decise di firmare
una dedica molto compromettente a Mussolini, il capo del fascismo
italiano, il dittatore che non esitava ad eliminare i suoi oppositori,
ricorrendo in qualche caso alla misura estrema dell'omicidio?
Questo libro risponde a questa domanda, spiegando perché Freud sottoscrisse la sua dedica e come non fosse servita a niente.
Poco dopo infatti apparve sul giornale di Mussolini, Il popolo d'Italia,
un articolo assai polemico contro Freud, accusato addirittura di
nutrire simpatie bolsceviche. Questo articolo di Mussolini ripeteva
un'accusa lanciata qualche tempo prima dall'Osservatore romano,
l'organo della Santa Sede, che aveva ricevuto l'imbeccata da uno dei più
accaniti persecutori di Freud, il tedesco padre Wilhelm Schmidt.
Il libro racconta quanto ampio fosse il fronte antifreudiano in tutta
Europa, ma anche in Italia, dove nel 1930 la questura di Roma spiccò un
mandato di cattura contro Freud, nel caso fosse venuto in Italia, come
soleva fare da tanti anni.
La campagna antifreudiana coinvolse ovviamente anche i pochi
psicoanalisti italiani, che sopravvissero fortunosamente alla
persecuzione fascista, finché nel 1938 le leggi razziali non misero a
tacere anche loro.
Dino Messina Corriere 13 ottobre 2013
INEDITI
Roberto Festorazzi Avvenire 16 ottobre 2013
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