Mircea Eliade: Salazar e la rivoluzione in Portogallo, a cura di Horia Corneliu Cicortas, Bietti, pag. 300, euro 24
Luca Negri
- il Giornale Mer, 13/11/2013 - 07:29
Agli
inizi degli anni '40 Mircea Eliade (19071986), poco più che trentenne,
è già un uomo con un notevole bagaglio di esperienze culturali,
politiche, religiose. Nella sua Romania ha simpatizzato per la Guardia
di Ferro, formazione di destra spiritualista, si è laureato sulla
filosofia di Marsilio Ficino e Giordano Bruno, si è poi immerso nella
cultura orientale viaggiando in India e nell'Himalaya ed ha già scritto
la prima versione del saggio che è all'origine della sua carriera di
studioso di religioni: Lo Yoga. Immortalità e libertà.
Vorrebbe che
quello rimanesse il suo interesse principale, ma proprio nel 1941,
mentre la sua patria è sotto il controllo del «conducator», il duce Ion
Antonescu (1882-1946), Eliade viene nominato consigliere culturale
dell'ambasciata rumena a Lisbona. In Portogallo rimarrà quattro anni e
il soggiorno sarà proficuo, dato che le sue impressioni sulla storia
moderna del paese e sul governo del dittatore António de Oliveira
Salazar diventeranno un libro: Salazar e la rivoluzione in Portogallo.
Il saggio, finalmente tradotto in italiano, sarà disponibile dal 25
novembre grazie alle edizioni Bietti (pag. 300, euro 24, a cura di Horia
Corneliu Cicortas).
È prezioso per scoprire o ricordare le
differenze fra Salazar, economista diventato dittatore per necessità, e
gli altri capi di governo nazifascismi, e per comprendere le speranze e
le illusioni di Eliade. Voleva che la Romania, sull'esempio del
Portogallo, diventasse un altro focolaio di rivoluzione spirituale,
ispirata dal cristianesimo.
Mircea Eliade - il Giornale Mer, 13/11/2013
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