lunedì 3 febbraio 2014
Luciano Canfora vede il fascismo di Grillo ma non quello di chi fa a pezzi la Costituzione
Aristocraticismo malinteso. Una parabola che naufraga con quella della sinistra italiana [SGA].
Il professor Canfora: dovrebbe intervenire la magistratura
“Ignoranti senza cultura politica basta dare spazio alle loro buffonate”
intervista di Umberto Rosso Repubblica 3.2.14
ROMA — «Staccate la spina a Grillo, basta. Lo dico ai grandi giornali,
perché con la rete è un’altra storia. Non trasformiamo allora perfino il
militante grillino di Zagarolo che brucia un libro manco fosse Goebbels
in un simbolo, in un caso. Un povero ignorante, stop, lasciamolo al suo
destino. Lui e tutto il suo movimento».
Una battaglia che combatterebbe col silenzio stampa, professor Luciano Canfora?
«Non capisco quale demone si sia impadronito dei giornali che, ogni
giorno, dedicano pagine su pagine alle imprese di Grillo. Un gentile
omaggio alle sue buffonate, una cassa di risonanza enorme che gli ha
regalato una centralità che non ha sulla scena politica. Lui lo sa, e la
sfrutta alla grande. La spara sempre più grossa, vedi l’occupazione
alla Camera e gli insulti alla Boldrini. L’informazione si butta a pesce
e amplifica. Gli emulatori si moltiplicano. Un circolo vizioso da
spezzare».
E quel libro di Augias dato alle fiamme, per “protesta”, che evoca il nazismo?
«Chi lo ha fatto, non credo che conosca nemmeno Goebbels, quel rituale
neopagano del nazismo dei libri al rogo. Ma non è in ogni caso che
vennero bruciate tonnellate di libri, solo quelli di alcuni ebrei e dei
comunisti. Un gesto simbolico, un rito, come una macabra cerimonia
religiosa. Buona per scattare qualche foto e girare un film».
Siamo di fronte comunque ad una escalation dell’antipolitica, come in altri momenti storici?
«I grillini sono anti-sistema, anti-Parlamento, sono arrivati alle
Camere con l’obiettivo dichiarato di portare dentro le istituzioni la
voce di chi non ha voce. Vengono accostati al movimento dell’Uomo
qualunque di Giannini, ma somigliano più al movimento del francese
Poujade o ai repubblikaner tedeschi degli anni Settanta che non volevano
essere assimilati ai neonazisti ma avevano l’obiettivo di abbattere la
democrazia parlamentare. Lo stesso peraltro, con tutte le debite
differenze, dei partiti comunisti agli albori, negli anni Venti in
Francia. Ma l’essere una forza antisistema non vuol dire certo essere
una forza politica».
Il movimento di Grillo non lo è?
«Non lo è affatto. E’ un gruppo totalmente privo di cultura politica. Un
gruppo di ignoranti. Non è una colpa morale ma certo è un grave
difetto. Doloroso dirlo, perché lo hanno votato milioni di italiani, ma è
così. Che poi sia ancora un fenomeno in crescita o meno, lo vedremo».
Pensa che l’onda lunga sia finita?
«Penso di sì. Nelle elezioni locali non hanno ripetuto il boom delle politiche, si sono sgonfiati in
tante regioni dove erano fortissimi, per esempio in Sicilia. La
spiegazione che viene data è che, trattandosi di un movimento di
opinione, va bene solo a livello nazionale. Però proprio questa forma
assunta li condannerà secondo me ad una progressiva caduta».
In che senso?
«Il partito leggero, liquido, senza organizzazione e struttura
democratica, nelle mani di un caso e di un sottocapo che non va dal
barbiere, non può conservare in maniera stabile quei tanti consensi
ottenuti».
È la ragione di una escalation grillina che alza il tiro? L’occupazione
della Camera, gli insulti sessisti alla donne del Pd e alla Boldrini,
l’uso del web come un’arma per risalire la china del consenso?
«Chi è vittima di minacce si rivolga alla magistratura. Dovrebbe farlo
anche la presidente della Camera. E’ il modo giusto di rispondere quando
viene commesso un reato, lasciando da parte in questi casi la faccenda
della battaglia politica. Che li denunciassero alla magistratura, sta lì
per questo. Comunque vedo che all’interno dei grillini c’è anche chi ha
preso le distanze da questi episodi. Lasciamo che le sbrighino fra di
loro, sono spaccati, e non amplifichiamo il gesto di qualche imbecille».
La lotta politica si è fatta oggi più violenta rispetto al passato?
«Credo che rispetto ai drammi sociali che il paese sta vivendo, il
nostro è un popolo esemplare. Perché se no avrebbe dovuto fare come in
Grecia, alzare le barricate».
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2 commenti:
http://archiviostorico.corriere.it/2013/settembre/12/Guerre_sono_ancora_inevitabili_goodbye_co_0_20130912_b50de65a-1b6f-11e3-ab8a-8312edabf093.shtml
Mi domando come sia possibile avere intellettuali che a proposito del m5s, sappiano fare una profonda analisi di un fenomeno che coinvolge più di 8 milioni di cittadini, anziché intellettuali che profondi conoscitori dell'antica società greca, scadono a semplici Mazzolatoi da bar sport. Se crediamo nel determinismo storico, non si può guardare alle apparenze, se la storia è memoria e monito in molti casi, si faccia lo sforzo di esemplificare, fermo restando che ogni fenomeno è fine a se stesso, e pertanto vada interpretato.
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