Il "destino dell'essere" nella ricerca di Emanuele Severino si dispiega nell'analisi puntuale delle concrete determinazioni in cui l'essere storicamente si dà. Per questo motivo il suo discorso filosofico, tenendo ferma la destinazione centrale - l'essere che è e non può non essere -, riesce a scandagliare in maniera decisiva l'ampio spettro dell'umano sapere, dall'economia alla società, con le sue acute analisi sul capitalismo, le ideologie e le forme del potere, così come sull'arte e sul bello quali forme della praxis, ma soprattutto sul dominio inarrestabile della tecnica. Una costellazione di figure in cui si scompone la cosiddetta Follia dell'Occidente, ovvero l'abbandono del senso fondamentale dell'essere. Un'insistenza logica e una lezione di rigore filosofico che incalza chi prenda sul serio la filosofia, spingendo a uscire dal quieto vivere di compromessi che fondano il pensare e l'agire. La filosofia così intesa diviene un pungolo che rende possibile e alimenta il dialogo, quando non dimentichi lo sfondo decisivo e si interroghi sull'orizzonte che dà significato alle cose rinnovandone l'interesse essenziale e che, in principio o in ultimo, risponde alla domanda: che cosa è l'essere? In questa prospettiva tre generazioni di allievi, diretti e indiretti, e studiosi discutono nei saggi qui raccolti Severino, mettendosi appunto in dialogo.
lunedì 17 marzo 2014
I severiniani, quelli ai quali non bastava essere heideggeriani
Risvolto
Il "destino dell'essere" nella ricerca di Emanuele Severino si dispiega nell'analisi puntuale delle concrete determinazioni in cui l'essere storicamente si dà. Per questo motivo il suo discorso filosofico, tenendo ferma la destinazione centrale - l'essere che è e non può non essere -, riesce a scandagliare in maniera decisiva l'ampio spettro dell'umano sapere, dall'economia alla società, con le sue acute analisi sul capitalismo, le ideologie e le forme del potere, così come sull'arte e sul bello quali forme della praxis, ma soprattutto sul dominio inarrestabile della tecnica. Una costellazione di figure in cui si scompone la cosiddetta Follia dell'Occidente, ovvero l'abbandono del senso fondamentale dell'essere. Un'insistenza logica e una lezione di rigore filosofico che incalza chi prenda sul serio la filosofia, spingendo a uscire dal quieto vivere di compromessi che fondano il pensare e l'agire. La filosofia così intesa diviene un pungolo che rende possibile e alimenta il dialogo, quando non dimentichi lo sfondo decisivo e si interroghi sull'orizzonte che dà significato alle cose rinnovandone l'interesse essenziale e che, in principio o in ultimo, risponde alla domanda: che cosa è l'essere? In questa prospettiva tre generazioni di allievi, diretti e indiretti, e studiosi discutono nei saggi qui raccolti Severino, mettendosi appunto in dialogo.
Il "destino dell'essere" nella ricerca di Emanuele Severino si dispiega nell'analisi puntuale delle concrete determinazioni in cui l'essere storicamente si dà. Per questo motivo il suo discorso filosofico, tenendo ferma la destinazione centrale - l'essere che è e non può non essere -, riesce a scandagliare in maniera decisiva l'ampio spettro dell'umano sapere, dall'economia alla società, con le sue acute analisi sul capitalismo, le ideologie e le forme del potere, così come sull'arte e sul bello quali forme della praxis, ma soprattutto sul dominio inarrestabile della tecnica. Una costellazione di figure in cui si scompone la cosiddetta Follia dell'Occidente, ovvero l'abbandono del senso fondamentale dell'essere. Un'insistenza logica e una lezione di rigore filosofico che incalza chi prenda sul serio la filosofia, spingendo a uscire dal quieto vivere di compromessi che fondano il pensare e l'agire. La filosofia così intesa diviene un pungolo che rende possibile e alimenta il dialogo, quando non dimentichi lo sfondo decisivo e si interroghi sull'orizzonte che dà significato alle cose rinnovandone l'interesse essenziale e che, in principio o in ultimo, risponde alla domanda: che cosa è l'essere? In questa prospettiva tre generazioni di allievi, diretti e indiretti, e studiosi discutono nei saggi qui raccolti Severino, mettendosi appunto in dialogo.
Severino e la verità: «La nostra Luna»
di Armando Torno Corriere 16.3.14
Le
tematiche del pensiero di Emanuele Severino sono sempre più al centro
dell’attenzione e non soltanto in Italia. Convegni, analisi, ricerche si
stanno moltiplicando. Diremo tra i numerosi esempi che Davide Spanio ha
da poco curato per Morcelliana i testi del convegno di Venezia del 2012
dal titolo Il destino dell’essere. Dialogo con Emanuele Severino (pp.
335, e 25). Ed è appena uscito un numero speciale della rivista
semestrale di filosofia «Il pensiero» , diretta da Vincenzo Vitiello
(Edizioni Scientifiche Italiane), con un Omaggio a Emanuele Severino.
Proprio
quest’ultima pubblicazione, che contiene undici saggi sul filosofo,
sarà presentata domani 17 marzo alle 17.30 presso l’Auditorium Santa
Giulia di Brescia (via Piamarta, 4). Coordinati da Dino Santina,
interverranno Massimo Cacciari, Carlo Sini e lo stesso Vincenzo
Vitiello; Emanuele Severino sarà presente. Il quale, commosso e grato
per l’omaggio, ci ha tra l’altro confidato una riflessione. La poniamo
in margine al convegno bresciano e al numero monografico della rivista
da cui questo incontro è nato: «Tutti i miei interlocutori, anche i
critici veri e propri, si prendono cura della verità. Essa è la Luna,
quel che dico il dito — la Luna che contiene ogni possibile altro
spettacolo, per quanto “urgente”, “concreto”, “profondo”. Non è un
paradosso. Infatti la verità è tale solo in quanto nega l’errore ed è
tanto più concreta quanto più l’errore è concreto, fiorisce, è robusto,
coerente, razionale, suggestivo. Lo spettacolo di cui parlavo mostra
innanzitutto la necessità che le cose differenti differiscano. Ma anche i
miei critici intendono dire qualcosa che differisce da quello
spettacolo, cioè tengono in gran conto la differenza delle cose tra loro
differenti».
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